Videmus nunc per speculum in enigmate.
Un diario di navigazione nei mari (perigliosi) dell'informazione economico-finanziaria.
Oltre i luoghi comuni e gli errori, oltre la dissimulazione e la censura, oltre i BLUFF(s) e le tifoserie.
E' un Blog ("passionalmente") razionale&pragmatico di "filosofia macro-socio-economica" (il trading c'entra solo "incidentalmente"...o forse no...)
giovedì 20 dicembre 2018
Se potessi avereee 1000 lire (turche) al meseeee....
Vi racconto una storia: c'era una Professoressa universitaria Turca amica di una mia amica che era venuta in Italia non molto tempo fa per un seminario di 6 mesi all'università italiana.
Nessun problema di disponibilità economica né di stare nella "cara Italia".
Passa non molto tempo e la sovranissima Turchia con moneta sovrana non riesce comunque ad evitare una CRISI nera che già vi descrissi...
Approfondite per bene e poi andiamo al finale della storia ;-)
https://www.facebook.com/stefano.bassi.758/posts/10157876065682281 Ma ma ma? Come?! Non aveva la sovranità monetaria & la Banca Centrale sempre più sotto il controllo della politica ( = "Il Capitano" Erdogan) e dunque del popolo?? ;-) Non stava godendo dei miracolosi effetti della svalutazzzzione gombedidiva? :-)
........Rispetto al trimestre precedente il Pil è sceso dell’1,1 per cento, cosa che potrebbe preludere a una recessione tecnica se anche nel quarto trimestre l’economia sarà in contrazione.
La Turchia, uno dei principali mercati emergenti, fino a pochi anni fa considerato un riferimento per lo sviluppo di tutta l’area del vicino oriente, nel 2017 ha fatto registrare un’espansione superiore al 7 per cento. Quest’anno però il crollo della lira ha fatto aumentare i costi degli alimentari e del carburante costringendo la Banca centrale ad alzare al 24% il tasso di riferimento.
Il settore delle costruzioni, che a lungo aveva tratto benefici dalla facilità di trovare finanziamenti, ha interrotto la sua corsa con una contrazione del 5,3% anno su anno, che ha quasi annullato la crescita del 4,5% dei servizi. La crescita dei consumi privati, che rappresenta circa i due terzi dell’economia, è precipitata quasi di sei volte.....
«Gli effetti della crisi valutaria di agosto hanno portato l’economia della Turchia a contrarsi nel terzo trimestre e anche elementi recenti suggeriscono che la crisi si è approfondita nel quarto trimestre»....a causa dell’impatto negativo della stretta monetaria sulle condizioni finanziarie, della riduzione degli investimenti e della propensione al consumo con la perdita del valore della lira e dell’inflazione elevata»..... La lira ha ceduto il 28% rispetto al dollaro quest’anno (e anche oggi a metà pomeriggio sta perdendo lo 0,5%), ma ha recuperato dai minimi di agosto quando aveva perso il 47% del suo valore sulla moneta statunitense. La crisi della lira ha portato l’inflazione annuale a oltre il 25% in ottobre, il livello più alto degli ultimi 15 anni, prima di rallentare a novembre.....
Un’economia in difficoltà è una grande complicazione per il presidente Erdogan, che ha costruito il suo successo sulla crescita sovralimentata con stimoli e risorse pubblici.
Gli analisti si aspettano un allentamento della politica monetaria e fiscale per sostenere i consumi delle famiglie, anche se questi sforzi potrebbero essere vanificati dall'aumento continuo dei prezzi..... https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-12-10/la-turchia-non-cresce-piu-crollo-lira-e-inflazione-pesano-pil-154957.shtml
Ma torniamo al finale della storia: l'amica italiana dice oggi alla sua amica professoressa universitaria turca...................... .
(che dunque non è nemmeno della classe disagiata ma di classe medio-alta...) "perché non torni a trovarmi in Italia?".
E Lei: "cara amica non posso... con l'inflazione al 25% in Turchia siamo tutti più poveri, i soldi scarseggiano, fatichiamo a fare anche solo la spesa ed i consumi stanno crollando (N.d.R. vedi grafico sopra riportato..), c'è crisi e tagliano tutti i servizi...anche l'università.
E poi cara amica con la mega-svalutazione della Lira Turca NON posso più permettermi di venire in Italia, troppo cara!"......
Capitttttoooo mi avete? Vi ricordate negli anni 70-80 quando dovevate andare in Germania od anche solo in Francia? ;-) Morale della favola:
chi vi narra che basterebbe recuperare la "sovranità monetaria" per risolvere la maggioranza dei problemi di FallitaGlia è un CIALTRONE pifferaio magico che illude la gggente con supposte bacchette magiche.
La realtà - come spiego da tempo - purtroppo è assai più complessa = non esiste la bacchetta magica "sovranista"....se non per illudere gli italopitechi dissociati dalla realtà ed intanto magari conquistare visibilità, fare carriera e/o acchiappare voti senza poi naturalmente poter mantenere delle promesse fantasy.
Dire che uno Stato con Sovranità Monetaria + con la sua Banca Centrale NON PUÒ FALLIRE è una di quelle PUTTANATE GALATTICHE
che vanno tanto di moda OGGI nella massa italopiteca dissociata dalla realtà = FALLISCI ECCOME (!)
ma in modo molto più subdolo&diffuso (soprattutto in un Mondo ormai globalizzato ed interconnesso come non mai...dove parlare di autosufficienza è ancora più ridicolo che nel ventennio...) ovvero via inflazione e perdita di potere di acquisto, che colpisce logicamente soprattutto le classi più povere che non hanno franchi svizzeri, dollari, bitcoin, conti all'estero, case all'estero etc
Anche se è evidente che i problemi della Turchia sono anche di politica internazionale, di ostilità degli USA, di pericolo di eccessivo autoritarismo etc
Ma pensate che queste variabili con un "Capitano" italiano che ha "due palle così"...che vuol gettarsi in braccio a Putin etc etc non colpirebbero anche un'Italia "tornata sovrana" dal punto di vista monetario? Ehhhhh
Draghi - pur essendo naturalmente di parte per suo ruolo istituzionale - ha ben spiegato molti pro dell'euro, anche se così non va = bisogna evolvere, migliorare, meglio calibrare questa unità monetaria e dunque il processo di unificazione europea.
Ha anche ben spiegato che PRIMA con la Lira non erano affatto rose&fiori...ed i tempi sono anche molto cambiati.
NON PERDERE il recente discorso di Super-Mario riportato nel mio post: Vi ricordate quando Giggino voleva "spiekare" a Mario Draghi come "funzia 'o spread"?
Ve lo spiegai anche io nel mio post: Le ultime parole famose: "Basta dare soldi alle bbbanke!"
Eccone un estratto significativo...
e cerchiamo sempre di RIMANERE CON I PIEDI PER TERRA,
che fenomeni complessi NON possono essere semplificati in un fattore UNICO, usato poi in modo populista nel vero senso deleterio della parola.
Che le SOLUZIONI non sono affatto FACILI, mentre la Realtà presenta sempre il conto...prima o poi.
............Vabbè.... tant'è...che altro vi posso dire.
Concludo con un bel pezzo d'annata di Phastidio che vi farà vedere come con la LIRA non fosse affatto quel mitico EDEN che vi raccontano o che avete interiorizzato nella vostra psiche mitizzandolo.
CHE I PROBLEMI PRIMARI DELL'ITALIA - come spiego da tempo - sono prima di tutto ALTROVE che nella valuta
(discorso ancora più valido per il NORD, il Sud è zombie da tempo ma in questo post non aprirò anche questo fronte,..)
Anche se il Prof. Bagnai
= il VATE number ONE dei NO-EURO e del ritorno alla LIRA,
pare che per il momento abbia fatto marcia indietro
e chiesto una Tregua ;-)
Thomas Manfredi Ma
l’oscuro professore di Kieti e Peskara prende per il culo? Chi avrebbe
causato sto problema macroeconomico se non le politiche del Governo e
dei suoi moltiplicatori ridicoli? Basta prese per i fondelli! Insegna
anche costui“
Lo spread incorpora il rischio percepito dagli investitori che la moneta
unica possa andare in pezzi per colpa di questo Paese. Ora questo
rischio non esiste perchè non è assolutamente nostra intenzione
rinunciare in questo momento né in prospettiva all'euro". Il governo,
quindi, non vuole uscire dall'euro, "tanto meno ora che il nostro Paese
deve superare una crisi ed è in condizioni critiche sotto il profilo
della tenuta macroeconomica. Non vogliamo andare a fare la guerra a
nessuno né tanto meno andarci con le scarpe di cartone".
Premessa all'analisi di Phastidio E' chiaro che l'euro non è perfetto e va migliorato insieme alla UE
ma il ritorno alla Lira - a monte del fatto che sia cosa buona oppure no
- rimane per ora un MITO, prima di tutto perchè non esiste un piano pratico per tornarci che non passi per una CATASTROFE. Allo stesso tempo rispetto alla descrizione dei tempi della LIRA fatta da Phastidio la situazione nel frattempo è persino peggiorata rispetto al 1976 1. Oggi c'è un'economia Globalizzata Iper-competitiva con tanti nuovi Big Player che ci stanno facendo a fettine 2. Oggi c'è una finanza globale finanziarizzata che è velocissima e con
enorme potere di fuoco...ed è pure in leva = ancora maggiore velocità e
potere di fuoco = dunque se decidono di attaccarti...altro che nel 1976 a
botte di telefono e dei primi fax! 3. politicamente siamo sempre più marginali mentre nel 1976 eravamo
l'ago strategico della bilancia nella guerra fredda in Europa = allora
tutto ci era permesso o quasi 4. il debito pubblico oggi è alle stelle insieme al rapporto debito/PIL
rispetto agli anni 70, dunque tutto è amplificato e più difficile da
gestire 5. nel 1976 Italia era all'avanguardia anche nell'industria mentre oggi
siamo sempre più indietro con l'innovazione che avanza veloce e con
produzioni industriali sempre più sofisticate e tecnologiche, mentre
molta della nostra industria è rimasta indietro, a parte meritevoli
nicchie.
Per esempio nel 1976 il settore tech quasi non esisteva mentre oggi è importantissimo e noi siamo quasi inesistenti. 6. Il SUD va sempre peggio e s'inabissa sempre di più della sua terzomondizzazione 7. i politici di oggi sono dei caproni ignoranti populisti che fanno
apparire i politici degli anni 70 dei fini statisti a confronto...
Insomma Buona lettura:
18 gennaio 2017 - da Phastidio
Lira funesta
Quella che segue è la riproduzione quasi integrale di un articolo apparso sul Corriere della Sera del 27 febbraio 1976, ineffabilmente intitolato “I limiti dei prestiti“.
In esso si dà conto di come a quel tempo l’Italia, in costante crisi di
bilancia dei pagamenti, andasse in giro per il mondo ad elemosinare
prestiti praticamente da chiunque. Utile sapere, e lo si intuirà nel
testo dell’articolo, che il nostro paese aveva in precedenza (il 31
agosto 1974) ottenuto un prestito dalla Repubblica Federale Tedesca per
1.300 miliardi di lire, a fronte del quale la Bundesbank aveva ottenuto
il pegno a garanzia di 515 tonnellate d’oro italiano, fisicamente
spostate, a Fort Knox, dal forziere italiano a quello tedesco.
Eravamo
davvero una potenza planetaria, credetemi, cari amici.
E con una valuta
che faceva tremare il mondo.
Soprattutto quella parte di mondo che era
nostra creditrice.
Buona lettura:
Eventuali attacchi speculativi nei confronti
della nostra moneta sono sempre ipotizzabili sia in questo contesto di
generale disordine monetario sia tenendo conto della obiettiva fragilità
dell’economia italiana.
Per fronteggiare situazioni di
emergenza, la Banca d’Italia sta negoziando una serie di prestiti che
dovrebbero portare il totale delle nostre riserve dai 600 milioni di
dollari attuali a 2,6 miliardi di dollari. Un miliardo di dollari dovrebbe venire dal prestito CEE entro la prima metà di marzo.
Sempre entro quella data verrebbe utilizzato un prelievo dal Fondo
Monetario Internazionale (a bassissimo tasso d’interesse) di 530 milioni
di dollari mentre alla Bundesbank potremmo chiedere la restituzione di 500 milioni di dollari che avevamo rimborsato anticipatamente sul prestito di 2 miliardi di dollari dell’anno scorso.
Questa è la prima linea di difesa.
In circostanze eccezionali si può
anche ricorrere a 500 milioni di dollari di crediti a brevissima
scadenza e a tassi d’interesse di mercato che la Riserva Federale USA ci
metterebbe a disposizione. Calcolando pure perciò un totale di riserve di 3 miliardi di
dollari si può già prevedere fin d’ora che più di un terzo verrà speso
quest’anno solo per il rimborso degli interessi e di parte del capitale
dei debiti contratti in precedenza che attualmente ammontano a 14
miliardi di dollari circa.
Gli interessi infatti da pagare
ammontano a un miliardo di dollari mentre la quota da rimborsare sarebbe
di 2,3 miliardi (i prestiti cioè che vengono in scadenza) ma potrebbe
venir ridotta a 300 milioni di dollari se verranno rinnovati, come si
prevede, il prestito di 2 miliardi della Bundesbank e quello di 500
milioni di dollari della Gran Bretagna.
Con un totale massimo di 2
miliardi di dollari di riserve da gettare sul mercato che la
speculazione nei momenti caldi potrebbe bruciare nel giro di 20 giorni
(100 milioni di dollari al giorno era il livello raggiunto nei giorni
immediatamente precedenti la chiusura del mercato) è difficile
considerare questi prestiti come un sicuro argine in difesa della lira.
Vediamo di decodificare. L’Italia, malgrado
precedenti prestiti internazionali, a febbraio 1976 è praticamente priva
di riserve valutarie: ne ha per soli 600 milioni di dollari.
Che
accade, quando non si ha valuta?
Una cosina da nulla: che non si possono
pagare le importazioni (ma come, non si possono pagare stampando la
propria valuta domestica?).
Ecco allora che il governo italiano si
presenta, cappello in mano ed in tutta la sua splendida sovranità, a
chiedere soldi al mondo: la CEE, il FMI, gli Stati Uniti, la Germania,
la Francia e la Gran Bretagna.
Meraviglioso il passaggio in cui si
ipotizza di “chiedere la restituzione” (sic) di parte di un prestito
fatto all’Italia dalla Bundesbank, e che era stato parzialmente
rimborsato da Roma.
Insomma, fate prestito!
E altrettanto
strepitoso il diligente e puntiglioso calcolo con cui l’articolista
arriva a prevedere che, con tutti questi prestiti, avremmo potuto
resistere ben venti giorni alla speculazione. Perché c’è sempre una
speculazione che attacca il nostro fiero paese, sappiatelo.
Corriere 23 giugno 1973Ma come mai, diranno i miei più vispi lettori, un paese con
una moneta propria non riusciva ad affermare i fondamentali ed avere di
conseguenza un boom di esportazioni, finendo invece a soffrire di
reiterate crisi di bilancia dei pagamenti? Semplice, ragazzi:
perché l’Italia non era competitiva sui mercati internazionali, col suo
persistente differenziale di inflazione solo parzialmente recuperato
tramite frequenti riallineamenti del cambio.
E, con il salasso
petrolifero, le sue riserve valutarie si squagliavano come neve al sole.
Che fare? Di solito, in questi casi, l’odiato FMI prescrive una cosa
molto semplice: stretta monetaria per attrarre capitali con tassi
nominali e reali in aumento rispetto al resto del mondo; e stretta
fiscale, per sopprimere domanda interna ed importazioni. Solo che in Italia quelli erano anni davvero difficili:
il terrorismo rosso, il Pci sempre più vicino ad arrivare al governo,
le lotte operaie, le conquiste sociali, eccetera.
Meglio non farsi
venire strane idee austeramente antipopolari e continuare a stimolare la
domanda interna, per la pace sociale. Inclusa la scala mobile sui
salari, naturalmente. Peccato per l’inflazione e per il deflusso di
capitali da perdita di competitività e congiuntura surriscaldata ma,
ehi, eravamo sovrani! Al punto che qualcuno doveva farci prestiti per
rabboccare senza sosta le riserve valutarie e continuare la festicciola.
Ma sapete poi come è andata, no?
Il divorzio
Tesoro-Bankitalia del 1981, il cambio coartato e non più libero di
svolazzare e deprezzarsi, il sacco del Belpaese per opera dello
Straniero, il Britannia non così cool. Ma non temete: ora ci penseranno i sovranisti a riportarvi indietro nel tempo. Restate sintonizzati.