Leggo e seguo Stefano da anni.
E quello che mi piace di lui è il suo essere “pirata” nel senso migliore del termine.
Un paio di anni fa ho deciso anch’io di lasciare la “marina militare” (la multinazionale in cui lavoravo) e lo stile di vita che ne conseguiva, per solcare i mari per conto mio.
Sia ben chiaro non sono un eroe: mi sono licenziato anche grazie ad un’eredità, ma mi sono preso la piena responsabilità di un cambiamento per nulla facile, perché non coinvolge solo aspetti economici di micro e macro economia familiare (ho moglie e figli) ma anche un piano più profondo che riguarda la nostra idea di identità personale.
Di quest’ultimo aspetto ne parlo nel mio diario di viaggio Via da Matrix (N.d.R. consiglio a tutti di leggerlo scaricandoselo da Amazon in versione Kindle)
mentre in questo post voglio condividere un’idea più legata al piano economico-esistenziale ed è per questo che gentilmente Stefano ospita questo mio post.
E’ cambiato tutto, se ricordiamo la vita dei nostri genitori, ci rendiamo conto che è cambiato tutto. Vivo a Milano e sono circondato da amici professionisti, laureati, alcuni con Master, con posto fisso in grandi aziende…che non ce la fanno più.
Alcuni non ce la fanno più addirittura a livello economico, ma tutti non ce la fanno più a livello esistenziale e psicologico.
E sono a terra perché si rendono conto che il modello di vita fondato sul lavoro, sul posto fisso, sulla carriera è semplicemente morto e la realtà è che oggi più sei in alto nella gerarchia aziendale più fai una vita di m….
Non hai tempo, sei infelice, fretta e nevrosi aziendali hanno distrutto il concetto di qualità del lavoro, cerchi di bilanciare la frustrazione diventando un consumatore seriale (peggiorando ulteriormente la situazione), l’equilibrio vita privata-professionale è totalmente andato a quel paese e i figli ne sono lo specchio.
Il risultato è che ogni santo venerdì sera torni a casa svuotato e la domenica hai appena ricaricato le batterie di riserva.
Capisci che così non arrivi in fondo, non ci arriverai mai (e aspettare la pensione è una chimera) e lo sai perché cominci a somatizzare la tua infelicità e il tuo corpo non mente.
Sai che devi cambiare, uscire da questo circolo vizioso ma sai anche di esserti intrappolato in un modello di vita micidiale: 100% reddito da lavoro (nessuna diversificazione) ad altissimo rischio (il posto fisso nel privato non esiste più), mutuo, alti costi di vita, tasso di risparmio risibile.
Se tutto questo lo cali nella situazione politico-economica italiana che ha tagliato al ribasso le possibilità di carriera sia verticali che orizzontali, che ha alzato la barriera di ingresso nell’imprenditorialità e ha ridotto la libera professione a livelli di sopravvivenza…la cosa migliore che puoi fare è andare a farti una birra con gli amici e far finta di niente…fino alla prossima crisi estiva sotto l’ombrellone.
A meno che….........................
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tu non possieda un po’ di capitale e il coraggio di metterti in discussione, per uscire da quella zona di comfort che ti sei costruito in birreria.
Non sto parlando ai veri ricchi che di questo post non ne hanno bisogno e nemmeno a chi è arrivato in posizioni top, sto parlando alla ex classe media che sta scivolando verso il basso, alle prime linee e ai quadri aziendali.
Sto parlando a chi riceverà un giorno un’eredità, a chi l’ha ricevuta e sta pensando di comprarsi la seconda casa, a chi ha perso il lavoro ma è uscito molto bene economicamente e ha davanti a sé un paio d’anni di autosufficienza e molto tempo disponibile.
A chi si ritrova per fortuna o merito con delle possibilità economiche ma che continua a ragionare come le generazioni che lo hanno preceduto.
A queste persone, se si riconoscono nelle mie premesse, dico che il cambiamento si può tentare ma che c’è un tempo massimo per farlo, perché funziona così (slide 1 - clicca sull'immagine per ingrandirla):
- fino ai 40 anni godi mediamente di energia illimitata e di un buon reddito “da single” con buon posto di lavoro (ricordate che ragiono da milanese…e qui ci si sistema tardi) ed è per questo che non ti accorgi che il “sistema lavoro” ti sta già cuocendo a fuoco lento, che le pacche sulla spalla dei tuoi capi sono solo una strategia e che le loro promesse di crescita sono illusioni.
Questo è anche il momento in cui potresti mettere da parte il più possibile vivendo in maniera morigerata, ma di solito non lo fai.
- Verso i 50 anni, dopo aver messo su famiglia e contratto il tuo mutuo, cominci a sentire la stanchezza e ti rendi conto che la tua energia non è infinita.
Di solito apri gli occhi.
E di solito è un po’ tardi.
Perché quella stanchezza in dieci anni ti ha distrutto la voglia di ricominciare, ti ha fatto scordare i tuoi sogni e ti ha portato al cinismo e al sarcasmo come meccanismi di autodifesa dalla sofferenza. Hai scollegato i fili.
Ma per reinventarti quei fili ti servirebbero ben collegati.
- E’ tra i 40 e i 50 anni che abbiamo a disposizione una preziosa finestra del cambiamento nel quale può essere possibile fare un salto più o meno preparato.
E la strategia è una: usare il capitale che hai o che hai ricevuto, per acquistare tempo di qualità che investirai nel ri-progettarti.
Vendendo quella seconda casa, rinunciando alla grande casa di famiglia che ami ma se fai i conti non puoi permetterti e usando quel capitale per fare investimenti più lucidi e razionali.
Scegliendo di restare in affitto se dal capitale che avresti speso nella prima casa puoi ottenere un reddito superiore al costo dell’affitto.
Cercando nuove opportunità, dedicando tempo a studiare, formarti, leggere, connetterti a persone che sono in transizione come te, facendo squadra.
E – unica nota romantica di questo post – scoprendo quanti piccoli aiuti casuali ti arrivano quando inizi a camminare nelle tue orme.
Tempo > nuove scoperte > nuove idee > risultati > energia.
E’ questo il ciclo virtuoso che si innesca nella finestra della transizione. (slide 2 - clicca sull'immagine per ingrandirla)
Concludo condividendo un ultimo principio:
il punto di arrivo (sempre trattando il tema dal punto di vista esclusivamente economico) è un sistema di indipendenza finanziaria familiare o personale o di gruppo o di comunità di intenti, che abbia sempre al centro il “tempo disponibile” come risorsa da impiegare per diventare più intelligenti, più informati, più creativi e perché no più felici.
Il modello “italopiteco” classico (come direbbe Stefano) è vendere tempo in cambio di stipendio, il modello futuro (e a mio modesto parere l’unico possibile) è vendere “intelligenza”.
Se fai questo salto cominci ad accumulare tempo libero e con quel tempo entri in “leva esistenziale”.
Dobbiamo vendere pensiero e non giornate lavorative, idee e non solo competenze pratiche, dobbiamo imparare a costruire modelli e paradigmi di nuova generazione e non diventare bravi a fare presentazioni in powerpoint o a gestire processi.
Un mio caro amico di Miami che studia le nuove tendenze, mi dice che il futuro sarà di chi “inventa”, di chi possiede un’arte personale non replicabile, perché chi fonda le basi della propria vita (e l’economia personale ne è uno dei pilastri) sulla sua capacità di “eseguire per bene” verrà presto sostituito dalle macchine. (slide 3 - clicca sull'immagine per ingrandirla)
Con alcune condizioni, tanta lucidità, coraggio e un po’ di fortuna si può fare.
Ed anche solo provarci vale decisamente la pena.
Enrico
(N.d.R. Naturalmente la Rivoluzione Bitcoin/Blockchain permette allo schema di "trading esistenziale" descritto da Enrico di "andare in leva 100x" sia come possibilità di realizzazione che come velocità di realizzazione...ma prima di tutto bisogna cambiare se stessi, la propria mentalità, il proprio modo di pensare andando OLTRE ai vecchi schemi&luoghi comuni)
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