venerdì 31 marzo 2017

Tu-Tu-Trump-Dazi del 100% sulla Vespa e su parte del made in Italy (?)


Ieri sulla mia bacheca Facebook
come al solito provocavo un po' le agguerrite tifoserie web "da tastiera"
che vedono sempre tutto in bianco o tutto in nero...
senza riuscire a cogliere le sfumature ed a capire che la realtà è complessa = dunque non è semplificabile nelle solite 4 puttanate-flash in stile Facebook...
L'amministrazione Trump sta valutando di imporre dazi punitivi del 100% sugli scooter Vespa (Piaggio), l'acqua Perrier (Nestlè, che produce anche la San Pellegrino)...etc etc 
#FORZATRUMP  
#TUTTACOLPADELLAMERKEL
Ecco la notizia:
(tra parentesi: Salvini/M5S&affini ne saranno contenti...considerando che nei giorni dispari invocano dazi/protezionismo/sovranità + maggiori diritti per i criceti che hanno nel cervello e che purtroppo non stanno mai fermi...)

Visto che come spiego da anni il Declino di FallitaGlia è prima di tutto nel Cervello (dunque è un Declino cognitivo dal quale discende il Declino socio-economico)
come antipasto ai talebani no-global (in concreto però ben poco coerenti con la realtà e con se stessi)
consiglio la lettura di due miei post contro-corrente rispetto alla moda diffusa radical chic 
che però hanno il pregio di non appartenere alla dimensione fantasy-idealistica-talebana
ma alla dimensione razionale aderente alla realtà, nella quale ogni fenomeno è complesso ed ha un bilanciamento di pro&contro.
Dopo l'antipasto, passiamo ad "un primo" bello sostanzioso: ecco alcune sacrosante/realistiche considerazioni di Oscar Giannino su dazi&protezionismo
che in tanti invocano facendo VERO populismo...perchè per sparare certe caxxate utili però a colpire la pancia degli elettori
o ci fai o ci sei...
(clicca sul link per leggere l'articolo completo, io ho selezionato qui sotto alcuni passaggi chiave)
Se Trump davvero scatena guerre commerciali, USA rischiano per primi. E chi plaude in Italia è fesso
...(in merito ai prodotti che verrebbero colpiti)....Stiamo parlando di una voce di import europeo che pesa poco, 6 miliardi di dollari circa.
Se la paragoniamo al surplus commerciale che la Ue vanta verso gli Usa, 157 miliardi di dollari nel 2015, davvero poca cosa.
Ma è un segnale pessimo.
Se Trump davvero intraprende la via delle guerre commerciali, come per altro ha ampiamente promesso in campagna elettorale, allora dimentica la lezione della storia.
Che è purtroppo assolutamente univoca.
Lo Smoot-Hawley Tariff Act del 1930 voluto dal presidente Hoover fu un disastro totale. Ed è sempre così.
Chi alza i dazi con la scusa di proteggere i propri settori produttivi, promettendo così la difesa e l’aumento di posti di lavoro nazionali, scatena inevitabilmente reazioni a catena di segno analogo.
Alla fine, nel medio periodo successivo, la storia moderna ha sempre dimostrato che le conseguenze sono tre..................................
.

I settori protetti e sussidiati praticano prezzi più elevati, e diminuisce il potere d’acquisto dei consumatori, sia verso i prodotti domestici sia verso quelli importati a maggior prezzo.
Viene colpito l’export verso gli altri paesi, che a propria volta alzano dazi e tariffe, e dunque si perdono occupati e imprese.
E, terzo, la discesa del commercio mondiale abbatte la crescita globale per tutti, Paesi avanzati e meno, accresce invece di diminuire lo squilibrio nella bilancia dei pagamenti, accelera crisi valutarie, spesso sfocia in veri e propri conflitti armati.....
....Trump più volte ha fatto capire che entro una certa misura è disposto a correre il rischio. Calcolando cioè che nel breve, di fronte a scrolloni energici come il segnale lanciato ieri all’Europa, i Paesi in avanzo commerciale verso gli Usa capiscano che devono rassegnarsi a ridurlo.
A cominciare dalla Cina, 367 miliardi di dollari di surplus 2015 verso gli Usa, la Ue con 157 come detto, il Giappone con 70 miliardi, il Messico con 67,5, e poi Vietnam, Corea del Sud, Canada e Taiwan.
Trump ritiene che gli Usa se lo possono permettere, tanto i mercati delle commodities restano denominati in dollari e gli Usa sono unica potenza globale.
E’ un calcolo che piace a tutti i protezionisti e sovranisti che in questi anni gonfiano di consensi il loro sostegno nei sondaggi di molti Paesi, Italia compresa.
Ma è un calcolo miope.
Il passato parla chiaro. Ed è pronto a punire chi lo sfida.
Se davvero Trump lanciasse il guanto di sfida alla Cina, che detiene oltre 2mila miliardi di dollari di debito USA ed è presente con propri solidi interessi in vaste aree del mondo, il rischio del conflitto è un vero riorientamento del mondo verso Pechino (e Mosca, in Europa).
Quanto all’Italia, il nostro surplus commerciale verso gli Usa è stata una delle più potenti molle per realizzare la sia pur asfittica nostra crescita degli ultimi anni.
Quel mercato è il primo extraeuropeo per sbocco dei nostri prodotti, dopo Germania e Francia, e dal 6% del nostro export nel 2010 è salito a oltre il 10% nel 2016, con un surplus commerciale complessivo di oltre 28 miliardi nel 2015. 
...Chiunque può comprendere che innalzare dal 2% al 100% di dazio per Vespa e acqua san Pellegrino significa espellerli dal mercato statunitense.....
....Speriamo dunque che la squadra intorno a Trump lo faccia ragionare. In caso contrario, ricordiamoci che attualmente, nelle 6600 combinazioni di prodotto/mercati più diffusi nel commercio mondiale, in 900 casi Italia e Usa sono tra i primi cinque competitor.
Dunque saremmo in condizione di “soffiare” ragionevolmente agli Usa a nostro vantaggio quote di valore e volumi di export in quelle specializzazioni, in molti Paesi nel mondo.......
....Infine: chi inneggia ai dazi in Italia è ancor più fesso che altrove.
Siamo un paese trasformatore, quel poco di crescita asfittica di questi ultimi anni si deve al miracolo dell’export, realizzato da poco più di 200 mila imprese italiane malgrado tutte le difficoltà buro-fiscal-amministrative.
Tifare dall’Italia per chi alza i dazi ai nostri prodotti significa solo essere masochisti.
Poi potranno pure dirsi sovranisti quanto vogliono, ma fessi e masochisti restano.
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A proposito di fonti indipendenti di informazione...
ma Veramente non hai ancora letto
il Manuale Wiki-Blog 
(ed un po' Wikileaks)
= Una Guida ragionata all'informazione indipendente di economia&finanza della rete...
??????????
Ecco qui cos'è 
e come ottenerlo
http://www.ilgrandebluff.info/2016/10/il-manuale-wiki-blog-e-prontoooooo.html

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Vediamo infine "come dessert"
un po' di dati interessanti dall'utile sito #truenumbers
per mettere meglio a fuoco i rischi della politica di #FORZATRUMP
mentre naturalmente è #TUTTACOLPADELLAMERKEL .... ;-)
(tra parentesi non pare che l'euro "causa di tutti i mali" abbia particolarmente danneggiato l'export italiano...in particolare verso gli USA...)
Dazi Usa, ecco i settori che rischiano davvero
31 marzo 2017
 

L’export italiano oltre i 36 miliardi. Le auto valgono 3,6 miliardi, il vino 1,3 e le scarpe 808 milioni
Pare che Ue e Usa si stiano avviando verso una guerra commerciale fatta di dazi Usa sui prodotti europei che entrano in America.
Tutto è nato dal divieto di importazione nel Vecchio Continente delle carni agli ormoni americane.
L’amministrazione di Donald Trump ha intenzione di reagire colpendo alcuni prodotti del Vecchio Continente.
L’export va alla grandissima
Nel grafico sopra è indicato l’ammontare complessivo delle esportazioni italiane verso gli Usa degli ultimi tre anni.
Come si vede l’andamento è molto positivo: nel 2014 le imprese italiane hanno esportato verso l’America beni e servizi per 29 miliardi e 656milioni che sono diventati l’anno successivo 35 miliardi e 861 milioni e per poi salire ancora nel 2016 a quota 36 miliardi e 781milioni.
Dove possono colpire i dazi Usa
Nel grafico sotto, invece sono indicati i primi 20 prodotti più esportati dall’Italia verso l’America che, teoricamente, sono anche quelli che potrebbero essere maggiormente colpiti da dazi Usa.
In effetti porre dazi sui prodotti poco esportati (si è detto degli scooter Vespa e di acque minerali) non avrebbe molto senso.

l prodotto più esportato sono le auto con un export che nel 2016 ha raggiunto un valore di 3,6 miliardi di euro di valore.
Si tratta, ovviamente, quasi esclusivamente delle auto del gruppo Fca.
Al secondo posto, con un valore pari alla metà, c’è l’industria cantieristica, al terzo, con 1,3 miliardi di valore dell’export, c’è l’industria vitivinicola che, effettivamente, potrebbe essere una di quelle più a rischio di dazi Usa.
Poi c’è l’industria farmaceutica ed aerospaziale ma interessanti sono gli 808 milioni di export del settore calzaturiero e i 680 milioni di export di occhiali e montature.
Per curiosità, i motocicli hanno fatto registrare un valore dell’export di soli 118 milioni di euro.
I dati si riferiscono al: 2016
Fonte: Istat
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