- Domani sarò a Lugano per una serie di appuntamenti su vari progetti.
- Dopo domani altro incontro, questa volta più "operativo", per il Progetto Birmania
- A breve lancerò l'iniziativa "Globalist (non) per caso = dopo Lisbona... destinazione Bulgaria = 10% flat tax" (stiamo organizzando per la prima metà di Ottobre)
- Allo stesso tempo ho iniziato a lavorare al Manuale Wiki-Blog (ed un po' Wikileaks) = una guida ragionata alle principali fonti di informazione indipendente (blog etc) di economia&finanza della rete (vedi il post In esclusiva: il "Manuale Wiki-Blog (ed un po' Wikileaks...) economico-finanziario")
Insomma...ce n'è da fare per chi NON sta all-in-FallitaGlia a fare la fine dell'Italopiteco... ;-)
mentre il Default si avvicina sempre di più: ve ne riparlerò in un prossimo post mettendo insieme nuovi pezzi del puzzle, incluso questo:
Barclays, l'Italia tornerà in recessionee questo:
Il broker taglia le stime di crescita per il 2017 da +1,2% a -0,1%. Colpa dell'instabilità politica e dello stato di salute delle banche...
Italia tra primi partner Turchia, interscambio 16,6 mld in 2015
E non vi preoccupate che la lista ma mano si allungherà...
Se volete...anche se le "loro banche" non sono effettivamente fallite (ma è come se lo fossero)...potete metterci dentro anche gli "azionisti italopitechi estinti" di Monte Dei Paschi, Veneto Banca, Popolare Vicenza, Carige ... che con le loro azioni ormai possono farci carta da parati...
Ma sette banche sono già fallite
Malgrado le nuove regole, liquidate 1 Sgr, 3 coop, 3 Spa e una popolare nel 2015
Il grafico mostra le banche italiane finite in liquidazione coatta amministrativa o, nel linguaggio comune, fallite nel corso del 2015.
Le banche fallite sono.....................
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una SGR (in verde) Axia Immobiliare, tre banche di credito cooperativo (in rosso), Banca Romagna, Banca Padovana e Banca Brutia, tre SPA (in giallo) la Banca delle Marche, la Cassa di Risparmio di Ferrara e la Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e una popolare, la banca dell’Etruria e del Lazio.
Le nuove regole dell’area euro
Nell’Unione Europea, sono state modificate le norme per l’intervento pubblico a favore delle banche in crisi, allo scopo di tutelare i risparmiatori da brutte sorprese.
Per le banche e per alcune società di intermediazione mobiliare (SIM) è stata introdotta una nuova procedura armonizzata, la risoluzione, comune ai 19 Stati membri dell’area dell’euro, in modo da superare i problemi creati dalle troppe differenze tra le procedure utilizzate nelle varie nazioni.
Dal 21 settembre 2015 la Banca d’Italia riveste il ruolo di autorità di risoluzione per il nostro paese.
Cosa si può fare quando una banca è in crisi?
La risoluzione può essere attuata in quattro modi: la cessione della banca in crisi a un altro intermediario; il trasferimento temporaneo delle attività e passività aziendali a una banca ponte (bridge bank), costituita e gestita in vista di una successiva vendita sul mercato; il trasferimento delle attività deteriorate a una società veicolo (bad bank) che ne gestisce la liquidazione; il salvataggio interno (bail-in) della banca, con lo scopo di assorbire le perdite e ricapitalizzarla.
Cos’è il bail-in
L’intento delle nuove leggi è fare in modo che il costo del risanamento delle banche in crisi ricada sugli azionisti e sui creditori, invece che sui contribuenti.
A questo obiettivo rispondono le norme sul salvataggio interno (bail-in), che prevedono la riduzione del valore delle azioni e di alcuni crediti o la conversione di questi ultimi in azioni per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca.
Il meccanismo di risoluzione unico
Dal 1° gennaio 2016 nell’area dell’euro è attivo il Meccanismo di risoluzione unico (Single Resolution Mechanism, SRM) delle banche e delle principali SIM.
L’SRM persegue l’obiettivo di preservare la stabilità finanziaria dell’area dell’euro mediante la gestione centralizzata delle procedure di risoluzione.
Per finanziare queste procedure è stato costituito un Fondo di risoluzione unico (Single Resolution Fund, SRF); la dotazione di risorse del Fondo raggiungerà, entro il 1° gennaio 2024, un livello pari all’1% dei depositi protetti di tutte le banche dell’area dell’euro. I soldi arriveranno dalle banche e dalle Sim sottoposte all’SRM.
I dati si riferiscono al 2015
Fonte: Bankitalia
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