A parte il fatto che, se continua così,
in FallitaGlia a breve le Pensioni
non saranno matematicamente più sostenibili
come ho spiegato qui:
Se penso che in Italia la maggioranza (inconsapevole) conta ancora sul fatto che avrà una pensione (decente)...
e qui:
Semplice (e spietata) Matematica del DECLINO
leggiamo questo interessante post che mette sul tavolo vari spunti di riflessione.
PENSIONI: STORIE DI PRIVILEGI A SPESE DELLE NUOVE GENERAZIONI
di Fabio Cintolesi
In Italia chi è andato in pensione col sistema “retributivo” (cioè chi adesso ha 60 anni o più) ha ottenuto o sta ottenendo un trattamento pensionistico migliore di qualsiasi altro investimento alternativo privato.
Chi invece in pensione ci andrà col sistema “contributivo” (cioè chi adesso ha 50 anni o meno) otterrà un trattamento pensionistico peggiore di qualsiasi altro investimento alternativo privato.
Le due cose sono collegate.
Anzi, qualcuno parla di vera e propria rapina generazionale..............
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perché con i contributi e le tasse di chi adesso lavora e che la pensione la vedrà col lanternino e comunque sarà qualcosa da fame, si finanziano le generose pensioni attualmente in essere.
Di recente la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 70/2015 ha stabilito che alcune delle “limature” alle pensioni esistenti, cioè dei mancati aumenti, erano da considerarsi incostituzionali.
Nota: fu uno dei primissimi provvedimenti del governo Monti, persona sulla quale non mi esprimo per evitare termini troppo truculenti.
Tra i giudici della corte c’è Giuliano Amato, e anche qui stendiamo un pietoso velo.
Insomma, la Costituzione italiana permette e avalla questo scempio di generazioni passate a danno delle generazioni attuali e future.
Però se parli con dei 20, 30 o 40enni, l’80% di essi ti dirà che la nostra è la costituzione più bella del mondo.
Molti perché non sanno di cosa parlano, ne’ di cosa stia succedendo.
Alcuni perché sperano, illudendosi alla grande, che a quando saranno vecchi la pensione gliela pagheranno quelli che ancora devono nascere, o magari gli immigrati.
Molti vorrebbero mandare i 50enni in pensione per “liberare posti di lavoro” per i giovani.
E’ quello che abbiamo fatto fino ad ora e il risultato è una disoccupazione giovanile al 44%.
Nessuno pensa che in questi casi bisognerebbe ribellarsi, come diceva Sandro Pertini, con “mazze e pietre”.
Un pensionato 70enne, ai tempi sessantottino, mi ha spiegato che loro (cioè la loro generazione) ha lottato per avere questi risultati e che noi (i “giovani”) dovremmo fare altrettanto.
Gli ho risposto che io non lotterei mai per metterlo in tasca ai miei figli e gli ho chiesto se era consapevole di ciò che avevano combinato.
Mi ha offeso ripetutamente.
Da qui ho tratto alcuni spunti di riflessione.
a) Aveva ragione Frederic Bastiat, nel 1848, a dire che “Lo Stato è quella grande illusione attraverso cui tutti cercano di vivere alle spalle di tutti gli altri”.
b) Che la lotta politica quasi sempre altro non è che un modo attuato da singoli o gruppi organizzati per mettere le mani sul frutto del lavoro altrui. Farlo attraverso la politica e lo Stato è legale e meno pericoloso che assaltando un negozio; ma sempre di rapina si parla.
c) Che Albert Einstein diceva che un popolo potrà essere ignorante e ricco per una generazione.
La generazione successiva sarà ignorante e povera.
d) Che la scuola pubblica italiana ha fatto più danni alle menti di molti giovani e meno giovani, di quanti ne abbiano fatti tutte le droghe spacciate nelle discoteche italiane.
Però nessuno propone di chiuderla.
Qualcuno mi dirà: ma te che soluzioni proponi?
Io qualche idea ce l’avrei, ma non voglio dilungarmi oltre.
Intanto sarebbe buono iniziare a capire che abbiamo un problema.
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