Nella mia (ingrata) battaglia per tentare di aprire gli occhi almeno allo 0,000001% degli Italiani
facendo capire loro che FallitaGlia è in Declino Strutturale Multicausale Irreversibile
e che dunque l'unica soluzione razionale è andare oltre ad una vecchia mentalità nazional-provinciale
per adattarsi ad un Mondo Globale...globalizzandosi&delocalizzandosi (almeno parzialmente)
dopo la fase 1
ovvero quella di mostrare semplici dati, grafici ed (auto)evidenze macro-socio-economiche che i mass-media-a-libro-paga NON mostrano...
successivamente, nei rari casi in cui qualcuno accetti di non negare la realtà,
inizia la fase 2...
ovvero quella più difficile...quella che va a toccare le barriere/le resistenze psicologiche ed il "consolidato" dei luoghi comuni...
Una delle eccezioni più classiche, più comprensibili (ma anche più dannose) che vengono sollevate è la seguente: "Ma io non possono andarmene dall'Italia perché ho dei figli".
IN REALTA' E' VERO L'ESATTO CONTRARIO:
"A maggior ragione devo andarmene da FallitaGlia o quantomeno attivarmi nel globalizzarmi il più possibile PROPRIO perché ho dei figli e ne sono responsabile".
Infatti se la generazione attuale degli "anta"
ha ancora ..........................
.
dei risparmi da parte, ha ancora degli stipendi a livello "old-style", ha ancora dei diritti risalenti all'era pre-globalizzazione, può ancora disporre di una sanità sostanzialmente funzionante (anche se in rapido peggioramento), ha ancora prospettive di pensioni "decenti" etc etc
al contrario
la generazione dei ns. figli ...in FallitaGlia non avrà un futuro
o quantomeno ce l'avrà molto gramo ed avrà probabilità minimali di realizzarsi rispetto alle probabilità che avrebbe in tante altre Nazioni in fase "emergente" e/o "di forza" (all'interno dei cicli geo-economici globali).
I ns. figli stanno già formandosi in una scuola sbriciolata che li formerà sempre peggio (è imperativo mandarli fuori dall'Italia almeno in zona Università se non prima)
avranno una pensione inesistente, sanità totalmente ridimensionata, pochissime possibilità lavorative se non in poche nicchie sovra-affollate, stipendi vietnamizzati e diritti vietnamizzati etc etc
(Nota: naturalmente è esclusa dal discorso la minoranza che appartiene e/o ha accesso alle Caste ed alle Corporazioni Feudali Italiane che intermediano/si spartiscono l'80% del PIL oppure chi ha almeno 5 milioni di euro, anche se gliene porteranno via almeno 1 o 2...)
(ho messo solo alcuni grafici a caso che "parlano molto chiaramente"...ma potrei produrvene altre decine e decine)
Adesso capite meglio perché "l'eccezione" di cui sopra
"Ma io non possono andarmene dall'Italia perchè ho dei figli"
va ribaltata?
Infatti uno può anche dire: "se la vedranno poi i miei figli, una valigia di cartone e via...se la dovranno cavare da soli"...
Però è ben diverso "spedire" tuo figlio a 20 anni "alla ventura" per un Mondo iper-competitivo (diminuendo sensibilmente le sue possibilità di successo e sempre che ancora ti ascolti e non stia qui a morire lentamente d'inedia...)
oppure farlo già crescere e formare fin da piccolo in un ambiente globale, non in declino, non feudale, pieno di opportunità, imparando fin da piccolo le lingue, facendo in modo che si crei un network globale di conoscenze, respirando un'aria diversa,
facendolo crescere già COSMOPOLITA
e non mandandolo alla ventura in una fase già molto avanzata...pieno di incrostazioni fallitagliote e di rimpianti per i cannelloni della nonna Pina...
(tra parentesi de-localizzarsi serve anche a NOI stessi, perché QUI ormai perdiamo un pezzo alla volta e rischiamo ogni giorno di più di finire con il culo per terra...nonchè di vivere l'ultima parte della nostra vita in modo sempre più frustrante...invece di ottimizzare&cogliere meritatamente i frutti delle ns. fatiche passate&presenti)
In ogni caso, per chi ha già dei figli cresciuti,
VI ANTICIPAI TUTTO CHIARAMENTE 4 ANNI FA
Infatti...
come al solito i giornali-a-libro-paga CERTIFICANO le situazioni quando (quasi sempre) ormai è troppo tardi (e/o quando hanno ricevuto l'autorizzazione dall'alto...)
mentre LA BLOGOSFERA INDIPENDENTE
vi descrive le tendenze in atto con largo anticipo...
così avete ancora la possibilità di muovervi per tempo e di mettere in atto le soluzioni più adatte (se ne avete le palle)....
ECCO PERCHÉ ANDIAMO SOSTENUTI ATTIVAMENTE, prima di tutto nel vs. stesso interesse.
Tanto tanto tempo fa....dal mio blog:
IL MIGLIORE CONSIGLIO CHE VI ABBIA MAI DATO IN QUESTO BLOG LO DEDICO AI VOSTRI FIGLI: LASCIATE L'ITA(G)LIA!
SE CI SI ATTIVA PER TEMPO
SI PUÒ ANCORA ANDARE VIA CON LA 24 ORE IN PELLE
INVECE CHE CON LA VALIGIA DI CARTONE TENUTA INSIEME CON LO SPAGO
ed è molto diverso come potrete facilmente intuire.
Tutti i mesi molti giovani mi scrivono e-mail da molte parti del Mondo
RINGRAZIANDOMI per averli pungolati ad andarsene...
Mi dicono che in ITALIALTROVE non è facile, non è tutto rose e fiori...
ma almeno vedono che hanno la possibilità di giocarsi al meglio le loro carte, che hanno la possibilità di valorizzarsi, che vengono valorizzati...
e spesso anche solo a 30 anni hanno già stipendi che sono il doppio di quelli fallitaGlioti, hanno posti già di responsabilità
e si sentono realizzati&soddisfatti invece che frustrati, delusi&sfruttati come accade 90 su 100 a chi rimane in FallitaGlia.
Dal mio blog: Secessione DALL'Italia (ventiquattrore in pelle o valigia di cartone?)
E con tutta calma...a babbo morto...
infine ci arrivano anche i mass-media-a-libro-paga (via Saviano)...
anche se ne danno una spiegazione troppo limitativa(=colpa del governo), auto-referenziale, un po' romanzata e colpevolizzante...
mentre invece siamo di fronte semplicemente ad una RISPOSTA RAZIONALE ed ADATTIVA A PROCESSI MACRO-SOCIO-ECONOMICI IN ATTO...
com'è sempre accaduto nella storia dell'Uomo e soprattutto dell'Italia
Non a caso italiani=popolo di emigranti...a parte una felice ma anche irripetibile parentesi di Boom diffuso anni '50-anni '80...per poi man mano tornare alla normalità di un Paese Bellissimo e pieno di ricchezze ma PER POCHI.
MA VA BENE COSI'
Io sono solo contento se le cose che vi ripeto da secoli controvento e beccandomi sputi in faccia
VENGONO POI MOLTO SPESSO CONFERMATE tanto tempo dopo via Mainstream
1- perché si rafforza la mia autorevolezza di Blogger visto che su 10 che ne dico almeno 8 vengono poi confermate
2- perchè io guardo soprattutto al bene dei nostri figli
e se i messaggi del mio blog vengono cagati massimo dallo 0,00001% degli italiani (pur avendo ben 17ml di pagine viste che però rimangono nicchia)
i messaggi dei mass-media hanno la possibilità di fare breccia anche sul 10-20% degli italiani e dunque di salvare un sacco di giovani da un Futuro Gramo e Frustrante in una Fallitaglia sempre più Feudale e sempre più in Declino.
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Chi vuole lavorare deve andar via dall’Italia: è un dato di fatto
In Italia spesso rimane chi riesce a essere aiutato dalle famiglie, chi è rassegnato. Chi, invece, con ostinazione e impegno decide che vuol tentare di cambiare le cose, non può fare a meno di andare fuori, anche solo per trovare i contatti giusti, quelli cui arrivi per capacità, per talento, e non per raccomandazione.
Oggi, su Repubblica, Federico Fubini descrive come dal 2008 al 2014 sia emigrato un gruppo di italiani la cui istruzione nel complesso è costata allo Stato Italiano 23 miliardi di euro.
Secondo l’Istat, il 24% dei laureati, ma sono dati calcolati per difetto, va via dall’Italia.
Dall'articolo di Federico Fubini:
ROMA - L'Italia ha costruito centinaia di chilometri di rete ferroviaria ad alta velocità e ne ha fatto dono alla Gran Bretagna. Ha investito in due enormi reti Internet a fibra ottica, perché siano installate in Germania e in Svizzera. Naturalmente non è vero. Se lo fosse, la tivù mostrerebbe zuffe a Montecitorio, sindacati in piazza e forse il governo dovrebbe dimettersi. Eppure, nell'indifferenza generale, sta succedendo qualcosa del genere. Ogni giorno un'emorragia verso l'estero di risorse (anche) finanziarie di simile entità si consuma sull'infrastruttura di base di ogni Paese: i suoi abitanti.
Alla più cauta della stime, dal 2008 al 2014 è emigrato all'estero un gruppo di italiani la cui istruzione nel complesso è costata allo Stato 23 miliardi di euro. Sono 23 miliardi dei contribuenti regalati ad altre economie. È una cifra pari al doppio di quanto occorre per stendere la rete Internet ad alta velocità che in questo Paese continua a mancare. È una somma pari a un terzo del costo dell'intera rete ferroviaria ad alta velocità italiana, che al chilometro è la più cara al mondo. Ma quando si tratta di laureati, diplomati o anche solo di titolari di una licenza media che se ne vanno portando con sé le proprie competenze e l'investimento che è stato fatto su di loro dagli asili d'infanzia alle aule universitarie, nessuno protesta. Di rado se ne parla. Non è uno scandalo: sembra normale, anche se nella storia dell'Italia unita non era mai successo.
Certo le migrazioni fra fine '800 e il secondo dopoguerra erano state più intense nei numeri, ma infinitamente di meno per il capitale versato nelle persone che poi se ne andavano. Molti di quei migranti erano analfabeti, non troppi avevano finito le elementari. Giorni fa invece Alberto Alemanno, 40 anni, laureato all'Università di Torino, docente di Diritto della Haute École Commerciale di Parigi e della New York University, è stato designato come Young Global Leader del World Economic Forum. Nel frattempo Alberto Quaranta (nome modificato su sua richiesta), 43 anni, laureato a Pescara, già architetto in una città pugliese, ha terminato il suo inserimento come impiegato nei magazzini dell'aeroporto di Monaco di Baviera. Il primo è riuscito ad arrivare al posto per il quale aveva studiato, il secondo no. Ma i due hanno lo stesso qualcosa in comune: entrambi sono stati oggetto di un investimento di (almeno) 163 mila euro da parte della collettività italiana per il loro percorso formativo, dall'età di tre anni fino alla laurea.
Nel rapporto "Education at a Glance 2014", l'Ocse di Parigi stima che, solo per la gestione dei luoghi d'insegnamento e gli stipendi degli insegnanti, chi si istruisce in Italia costi 6.000 dollari l'anno quando frequenta una scuola materna pubblica, 8.000 l'anno alle elementari, 9.000 alle medie e alle superiori e 10.000 all'università. Per i contribuenti il costo (di base) di produzione di un laureato in Italia è di centinaia di migliaia di euro. Ogni volta che una di queste persone lascia l'Italia, quell'investimento in sapere se ne va con lui o con lei. Negli ultimi anni le destinazioni preferite sono Gran Bretagna, Germania e Svizzera. Si tratta di un colossale sussidio implicito versato dall'Italia ad altri Paesi ogni volta che un migrante fa le valigie. Ed è ormai un fenomeno macroeconomico. Nel solo 2013 il trasferimento silente di investimenti dall'Italia al Regno Unito attraverso l'istruzione dei migranti è stato, quantomeno, di 1,5 miliardi. Quello versato alla Germania è di 650 milioni e persino un Paese lontano come il Brasile è beneficiario per oltre cento milioni. Nell'ultimo secolo un export su questa scala di investimenti pubblici in "infrastrutture" si è visto solo quando un Paese sconfitto in guerra doveva pagare riparazioni. Questo invece è auto-inflitto.
Gli italiani che nel 2013 hanno preso il "National Insurance Number" (codice fiscale) per lavorare in Gran Bretagna – scrive Fubini – sono quattro volte più di quelli che ufficialmente hanno lasciato il nostro paese.
Per il governo tedesco, gli italiani arrivati in Germania solo nella prima metà del 2014 sono più di quelli che, secondo l'Istat, lo hanno fatto in tutto il 2013.
Il governo tace i dati sull’emigrazione, tergiversa e non risponde.
Si affronta in maniera razzista l’immigrazione dai paesi più poveri, ma nessuna parola sull’emigrazione di chi in Italia non riesce a trovare realizzazione, lavoro, futuro.
Come accade sempre, ovunque, dall’Africa all’Italia, l’emigrazione risolve i problemi che i governi non riescono ad affrontare.
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