...Era un popolo strano e sfortunato: il "benessere" li aveva privati di tutto....
.....Superato un sottopassaggio pedonale abbandonato, sbucarono infine nel quartiere delle Diecilire.
Era
ormai tarda sera ed il quartiere brillava di mille piccole luci che
davano il debito risalto a baracche, roulottes e capannoni.
Il
quartiere era nato dopo la Grande Recessione, quando Gladonia produsse
la prima valanga di disoccupati, che subito furono chiamati "le
diecilire". Poichè avevano diritto di cittadinanza, corso legale, ma non
contavano più nulla, nessuno più reclamava la loro presenza: erano
state cancellate dal Grande Mercato del Denaro.
Le
diecilire erano soprattutto operai ed impiegati, ma poi arrivarono...............
.
negozianti, ingegneri, gelatai, medici, fotomodelle e persino
finanzieri, dentisti ed un notaio, nonchè tutti coloro che non avevano
nè tessere nè agganci per trovarsi un nuovo lavoro.
Sfrattati
e costretti a svendere le loro case, ora nelle baracche cercavano di
fare qualcosa per sopravvivere. E lavoravano cestini di paglia, posate
di legno, spille, burattini......confezionavano statuine per presepe,
spolette per bombe, braccialettini di rame.......
Malgrado tutto, il villaggio di questa gente delusa e miserabile sembrava animato da una strana energia.
Nei
capannoni, oltre agli abituali lavoretti, ognuno progettava invenzioni
spericolate, inseguendo il miraggio del benessere perduto......
Nessuna
di queste invenzioni funzionava, ma l'importante era credere che un
giorno qualcuno l'avrebbe spuntata ed avrebbe riconquistato il Grande
Benessere.
E
si fantasticava di diventare simili a coloro che attraversavano indenni
la Grande Crisi, come dorate salamandre: gli industriali, i mafiosi, le
giurie, i centravanti e gli attori comici, e si sognava di possedere il
segreto del loro sempreverde sorriso.......
S.B. - anno 1992
Riproposizione di un mio post del 16 Maggio 2011: oggi è ancora più "attuale"...
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