Toh...se n'è accorto perfino il premio Nobel per l'economia Paul Krugman che qualcosa negli Stati Uniti non quadra...
ovvero se n'è accorto perfino uno dei principali sostenitori della teoria "pompa che ti passa"...;-)
Del resto come vi sottolineavo: Dow Jones: ottobre 2007 a 14.198 con tassi FED al 4,75%, marzo 2013 a 14.127 con tassi FED a 0-0,25%
e nel mio post: Negli USA tutto è tornato come prima della Grande Crisi? A parte le "Bolle"...pare di no... evidenziavo parecchie diferenze contestuali.
Va anche detto che la definizione di "brutta notizia" è del tutto relativa: infatti per una bella fetta di lobbies (il famigerato 1% vs. il 99%...) la Borsa USA che va sempre più in Bolla NON è affatto una "brutta notizia"...
Paul Krugman : l’ottimo andamento delle Borse è una brutta notizia
Le borse continuano a correre, incuranti della crisi del debito sovrano europea e della debolezza persistente del mercato occupazionale. “Vorrei poter dire che tutto questo è una buona notizia, ma non lo è –
scrive sul New York Times l’economista americano Paul Krugman, facendo
riferimento ai guadagni incamerati nelle ultime sedute dalle borse
mondiali, con il Dow Jones (l’indice statunitense dei 30 titoli a
maggiore capitalizzazione) che ha raggiunto i massimi di sempre.
“Questi bassi tassi di interesse – commenta Krugman – sono il segno
di un’economia che non è affatto in piena ripresa dalla crisi
finanziaria del 2008, mentre il livello elevato dei prezzi delle azioni
non dovrebbe essere motivo di festa, ma è, in gran parte, un riflesso
del crescente scollamento tra produttività e salari................
I bassi tassi di interesse riflettono sì l’attivismo delle Banche
centrali ma anche la crisi stessa.
In questo momento tutti vogliono
risparmiare e nessuno vuole investire.
Quindi siamo inondati da risparmi
che non hanno nessun posto dove andare.
Questo risparmio in eccesso
comporta una riduzione dei costi finanziari”.
Come spiegare l’ottimo andamento delle Borse?
Concorrono in questa
direzione più fattori, fra i quali anche i rendimenti obbligazionari
bassi e gli investitori devono mettere i loro soldi da qualche parte.
“E’ anche vero, però – riconosce Krugman – che mentre l’economia
continua ad essere profondamente depressa, i profitti aziendali hanno
messo in atto una forte ripresa.
E questa è una brutta cosa!
Non solo i lavoratori non riescono a condividere i frutti della propria
produttività in aumento, ma centinaia di miliardi di dollari si stanno
accumulando nelle casse delle società che, di fronte a una domanda
debole dei consumatori, non vedono alcuna ragione per mettere quei
dollari al lavoro”.
Quindi, il messaggio dei mercati non è affatto una buona notizia.”
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