vedi i miei post:
L'Economia Italiana sta vivendo la sua "Auschwitz"?
In questa Italia post-atomica...Benedetto sia il Nero!...
E vedi anche come Monti&soci abbiano la notevole "faccia di tolla" di capovolgere la Realtà delle cose:
12 Mesi di Governo Monti&soci ovvero come "salvare la Patria" dandole il colpo di grazia...
Ecco una sintesi del suo ultimo articolo che dimostra come siamo stati spremuti per nulla...
o meglio...
che dimostra come siamo stati spremuti per scopi ben diversi da quelli ufficiali che vengono sbandierati tutti i giorni dalle fonti governative e dai mass-media Istituto Luce....;-)
Tasse, 43 miliardi pagati per niente
Il Sussidiario.net - Ugo Arrigo
giovedì 22 novembre 2012
La scorsa settimana abbiamo tracciato un bilancio, il cui esito non è stato favorevole, dei risultati economici conseguiti dal Governo in un anno di attività.
Rigore, equità e crescita dovevano essere gli obiettivi chiave dell’azione dell’esecutivo,
ma l’equità nei provvedimenti fiscali adottati non si è vista, la crescita non c’è stata,
sostituita anzi da una recessione che ha interamente cancellato il debole recupero da quella precedente, e il rigore è risultato eccessivo e inopportuno non avendo prodotto alcun miglioramento di rilievo nei nostri conti pubblici.
Il nostro Paese sta quindi peggio rispetto a un anno fa, anche se per nostra fortuna i mercati finanziari internazionali credono almeno per ora il contrario e lasciano tranquillo lo spread, l’unico parametro economico sul quale è possibile riscontrare miglioramento. (NdR grazie soprattutto al Bazooka-fantasma di Draghi...e non certo grazie a Monti visto che a Luglio, prima del decisivo intervento della BCE, lo spread stava ancora sopra 500pt).
Ma la riduzione dello spread non è in grado di compensare la perdita di benefici per la collettività generata dalla recessione.
Il calo dello spread non si mangia, direbbe qualcuno di cui non ricordiamo il nome, il Pil sì.
I nostri lettori, che stanno tuttora pagando le nuove e maggiori tasse introdotte lo scorso anno sotto la spada di Damocle dello spread per “risanare” i conti pubblici, sono presumibilmente perplessi su quanto abbiamo scritto la scorsa settimana.
Com’è infatti possibile che tutti i soldi in più versati al fisco dai contribuenti nel corso del 2012 non abbiamo prodotto effetti di rilievo sui nostri conti pubblici?
Tentiamo di dare una risposta al riguardo...................
.
L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE NON GODE DEL PRIVILEGIO DEI SUSSIDI STATALI.
CARI LETTORI, PRIMA DI CONTINUARE A LEGGERE IL POST, FATE LA VOSTRA PARTE: CLICCATE SUI DUE VIDEO PUBBLICITARI
....Conviene partire dalle ripetute manovre di finanza pubblica del secondo semestre dello scorso anno, i cui effetti economici sui conti pubblici, costituiti dalla somma di maggiori entrate nette e minori spese nette, sono rappresentati nel grafico seguente.
La prima manovra estiva fu presentata da Tremonti a inizio estate....in concomitanza col primo rialzo rilevante dello spread...............
Grafico 1 - Gli effetti sui conti pubblici 2012-14 delle tre manovre del 2011 (miliardi di euro)
Poiché i mercati finanziari non si accontentarono e la manovra non si rivelò in grado di fermare la crescita dello spread, il Governo italiano si accordò incautamente in sede europea (vi erano già segnali di rallentamento dell’economia) per l’anticipo di un anno dell’obiettivo del pareggio di bilancio che fu spostato al 2013. Per conseguire tale obiettivo fu attuata la seconda manovra Tremonti.......
Ma neanche la seconda manovra Tremonti fu sufficiente a tacitare lo spread, il quale anzi nella prima metà di novembre salì a livelli da paesi prossimi al default e rappresentò la lettera di licenziamento per il Governo Berlusconi.
Arrivò quindi il Governo tecnico Monti, il cui primo provvedimento fu la terza manovra del semestre ......
Sommando le tre manovre, la correzione totale dei conti pubblici diveniva di 49 miliardi nel 2012, 76 nel 2013 e 81 nel 2014.
In rapporto al Pil, si trattava di 3 punti di correzione nel 2012 e quasi 5 nei due anni successivi.
Considerando che nel 2011 l’indebitamento della Pubblica amministrazione (il disavanzo totale del settore pubblico) era stato del 3,9% del Pil, le tre manovre risultavano tali da assicurare il pareggio già dal 2013, compensando senza problemi il maggior onere per interessi sul debito derivante dall’aumento dello spread.
A questo punto è necessario domandarci come è andata a finire, almeno per ora.
Quali effetti le tre manovre hanno prodotto sui conti pubblici italiani della parte già trascorsa del 2012?
Nell’intervento della scorsa settimana abbiamo di fatto sostenuto che non vi è stato alcun effetto e che la grave recessione economica in corso - prevalentemente causata dalla manovre recessive e che i governi che le hanno attuate non hanno saputo immaginare - ha interamente assorbito gli effetti attesi delle manovre.
A riprova della teoria abbiamo portato i dati del conto economico della P.A. al 30 giugno scorso, l’ultimo disponibile, evidenziando come il disavanzo nei 12 mesi terminanti a giugno fosse ancora pari a 59 miliardi di euro, pochissimo al di sotto del disavanzo del 2011.
......La recessione avrebbe quindi cancellato quasi integralmente (almeno nel primo semestre 2012) gli effetti attesi delle manovre.
Si è accorto il Governo di questo fatto? Se leggiamo le dichiarazioni ufficiali si direbbe di no:
Il Governo di Mario Monti ha garantito che i conti pubblici del Paese venissero messi “in ordine in maniera permanente da qui al 2014”. Lo ha detto il ministro delle Finanze, Vittorio Grilli, durante la conferenza stampa a Bruxelles al termine dei lavori dell’Ecofin......
(MF Dow Jones, 13 novembre 2012).
“Negli ultimi 12 mesi il mio governo ha portato avanti le riforme per migliorare la situazione economica italiana. Ora i conti pubblici sono in salute”.
È quanto ha detto Mario Monti durante un convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Dubai.
Il presidente del Consiglio ha fatto notare come gli investitori stranieri e i capitali siano “tornati in Italia” dopo il lavoro di risanamento dei conti pubblici. (Agi, 20 novembre 2012).
Conviene allora andare a verificare anche le previsioni ufficiali del Governo....
La tabella seguente riporta queste previsioni assieme a tutte quelle ufficiali formulate nell’ultimo biennio sul 2012......
Come si può vedere a settembre 2010 Tremonti prevedeva un 2012 radioso, con un Pil reale in crescita del 2%, una cifra che nell’ultimo decennio si era vista una sola volta.
Le previsioni per il 2012 formulate ad aprile 2011 appaiono invece più realistiche e interessanti: Pil in crescita dell’1,3%, indebitamento della P.A. a 45 miliardi (2,7% del Pil) e saldo al netto degli interessi, l’avanzo primario, a 39 miliardi (2,4% del Pil).
Sono le ultime previsioni ufficiali prima delle manovre dell’estate 2011.......
Ancora più interessanti sono i dati previsivi inclusi nella relazione al Parlamento presentata dall’attuale Governo a fine 2011.....: poiché nel frattempo vi è stata anche la terza manovra, l’avanzo primario è ora previsto più elevato di 35 miliardi rispetto all’aprile precedente pre-manovre........
Ancora più interessante verificare le ultime previsioni, quelle di settembre scorso.
Esse prevedono un calo del Pil reale del 2,4% contro un aumento dell’1,3% nell’aprile scorso, quasi quattro punti percentuali di differenza.
E che fine hanno fatto i 49 miliardi di effetti totali delle tre manovre?
Ahinoi, l’avanzo primario è ora previsto a 45 miliardi, solo 6 in più dei 39 previsti ad aprile scorso.
In sostanza i 49 miliardi di aumenti di tasse e riduzioni di spese per il 2012 delle tre manovre 2011 si sono ridotti, nelle stesse previsioni del Governo, a soli 6 miliardi di miglioramento dell’avanzo primario.
E gli altri 43 miliardi di cui non abbiamo più notizia (i quali corrispondono all’88% dell’effetto atteso sul 2012 delle tre manovre)?
I 43 miliardi sono evaporati con la recessione in corso: il Pil nominale è infatti previsto ora a soli 1564 miliardi, 78 in meno rispetto ai 1642 della previsione dello scorso aprile.
I 43 miliardi di effetti mancanti delle manovre sono le tasse che gli italiani non stanno pagando sui 78 miliardi di Pil che non sono stati prodotti in conseguenza della recessione (assieme a probabili maggiori spese di protezione sociale).
Si conferma così, nelle stesse previsioni del Governo, come la recessione abbia sostanzialmente azzerato gli effetti delle manovre attesi nel 2012 sulla finanza pubblica.
Questa è la finanza pubblica dell’Italia.
Postilla: Ma l’Europa è contenta di tutto questo?
Apparentemente si. Questa è infatti la sua posizione:
L’Italia rispetterà gli impegni presi in sede europea sui conti pubblici. È quanto emerge dalle previsioni economiche d’autunno diffuse dalla Commissione Ue. .....
.....All’Ue un disavanzo pubblico italiano 2012 al 2,7% del Pil con Pil crescente non andava bene (la previsione di aprile 2012), mentre un disavanzo effettivo al 2,6% del Pil col Pil in profonda recessione va invece benissimo (la previsione di settembre 2012) perché il disavanzo “strutturale”, al netto del ciclo, risulta molto migliore. ...........
.