giovedì 25 ottobre 2012

Italia, ulteriori segnali di DECLINO: in 10 anni Piazza Affari da 9° a 20° Borsa del Mondo

A parte i soliti deprimenti segnali del DECLINO italiano ai quali ormai abbiamo fatto quasi il callo...
- 4,5 mln di famiglie non arrivano a fine mese, pressione fiscale al 55,2% del pil nel 2013 
- Si conferma la forte contrazione dei mutui: -44%
....nei primi 9 mesi del 2012 rispetto all’omologo periodo dell’anno precedente.
- I giovani sono i nuovi poveri

- Italia: nel secondo trimestre debito/Pil segna nuovo record al 126,1% (Eurostat)

...ecco un dato MOLTO SIGNIFICATIVO ed altrettanto deprimente:
Piazza Affari negli ultimi 10 anni è diventata una Borsa totalmente periferica e di secondo piano, adatta solo per chi vuole fare rapide speculazioni ad alto beta e ad alta volatilità,
anche perchè gli scarsi volumi e la scarsa liquidità rendono i giochetti High Frequency Trading in leva assai più agevoli che nei mercati più forti e più liquidi.
Piazza Affari precipita nella classifica delle Borse mondiali
Che tonfo per Piazza Affari!
In dieci anni la Borsa italiana scivola al 20esimo posto nel mondo, dal nono posto del 2002
...............

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A rilevarlo e' l'ufficio studi di Mediobanca con il bollettino Indici e Dati 2012.
In forte crescita i mercati emergenti di Shangai, Brasile e Bombay. Primo resta il circuito Nyse Euronext, che comprende buona parte dei circuiti borsistici di Wall Street e dell' Ue.
I NUMERI
Il listino milanese e' la maglia nera tra le 25 principali Borse internazionali per la performance degli ultimi dieci anni, segnando un rendimento medio annuo dal dicembre 2011 pari a -5,6%, il peggiore tra i mercati presi in considerazione, con un rendimento complessivo pari a -47,2%......

....C’era una volta Piazza Affari....Ma ora, dati alla mano, si può suonare il requiem. 
Come ha rivelato Mediobanca....la Borsa di Milano è crollata dal nono al ventesimo posto nella classifica mondiale delle piazze finanziarie. 
Superata da Bombay, Johannesburg, Taiwan, la piccola Borsa Italiana è ora appena sopra Singapore. 
 Dietro al collasso ci sono scelte sbagliate, una cattiva cultura finanziaria degli italiani e un sistema che invece di agevolare la quotazione delle società, la ostacola.
......la media vede due società quotate l’anno: dal 1861, epoca della Borsa Valori, a oggi si sono quotate 6,5 società ogni dodici mesi, mentre 4,8 sono state cancellate. Mediobanca ha inoltre evidenziato che dal 1990 a oggi i listini hanno perso 20 imprese.....
....Peggio è andata al valore delle società. 
Nel 2002 il rapporto fra capitalizzazioni e Pil era del 36,4 %, al 30 giugno 2012 era sotto quota 25 per cento. 
Prendere in esame la sorella di Borsa Italiana, ovvero Londra, è desolante. Nel 2002 il rapporto fra capitalizzazioni e Pil era a quota 107,7%, mentre a fine giugno era intorno all’82%, nonostante le contrazioni dei corsi azionari degli ultimi cinque anni.
I capitali non sono scomparsi. Si sono spostati.....
...La domanda che in molti operatori si stanno ponendo è a cosa realmente serve Borsa Italiana. «Che senso ha adesso? Tutto è a Londra, a Milano c’è solo un bellissimo palazzo (Palazzo Mezzanotte, ndr) e stop».....
..... L’ultimo capitolo è l’introduzione della Financial transaction tax, l’evoluzione della Tobin Tax di circa quarant’anni fa. 
Secondo le prime stime del governo è possibile che la riduzione degli scambi in Borsa Italiana sia nell’ordine del 30 per cento (N.d.R. addio alla già poca liquidità di Piazza Affari...il che la renderebbe una Borsa telcomandata da 4 gatti...)
....«Si è stimato un coefficiente di riduzione del 30% per ciò che riguarda le compravendite azionarie e, in misura più marcata, dell’80% per i prodotti derivati», spiegano i tecnici del governo.
Eppure, secondo Lombard Street Research e Directa Sim si tratta di stime troppo ottimiste.
Per la casa d’affari londinese, fra le prime a effettuare il calcolo delle possibili perdite su Piazza Affari, c’è «la significativa possibilità di un massiccio esodo da Milano verso Londra». Nello specifico, circa il 40% degli scambi sull’azionario e l’86% sui prodotti derivati.....

....è altrettanto vero che il numero delle imprese quotate è drammaticamente basso rispetto alla concorrenza. Colpa, secondo un’analisi di Morgan Stanley, di due fattori: costi troppo elevati e poca informazione finanziaria. «La media dei costi per una quotazione in Borsa Italiana è di sette volte superiore rispetto a Francoforte e cinque volte in più rispetto alla sorella London Stock Exchange», spiegano gli analisti della banca statunitense.
Le Ipo di Londra, NYSE, Shanghai, Toronto, Singapore sono inoltre avvantaggiate da un appeal finanziario di maggiore entità. «Il tipico investitore italiano è più attirato dalle obbligazioni statali, piuttosto che dalle azioni: questo è un sintomo di arretratezza della cultura finanziaria in Italia», continuano gli analisti..........

....E nel frattempo, bisognerebbe chiedersi se piccolo è bello?
Quando si tratta di piazze finanziarie, no.
Eppure, il provincialismo italiano nella finanza continua.

Il bello è che, in questa Italia ignorante e provinciale, ci saranno pure un sacco di vetero-comunisti-statalisti o falsi alternativi a km-zero che si rallegreranno della débacle di Piazza Affari: "tanto è piena solo di cattivi cattivi speculatori che giocano in Borsa..."
Ma per queste persone persino fare business, fare impresa, guadagnare meritatamente dei soldi e togliersi qualche "soddisfazione" sarebbero attività losche e riprovevoli, che celerebbero sempre notevoli dosi di disonestà, furto e sfruttamento...
Così siamo ridotti in questa Italia post-moderna...:-)

E' il frutto della classica ignoranza italiota (spesso di matrice ideologica) sull'economia e sulla finanza: non viene minimamente colto come (in teoria) una Borsa Valori efficiente, attiva e liquida sia una notevole forma di democrazia economica&finanziaria
sia perchè permette alle aziende una raccolta del capitale a livello diffuso ed indiretto, senza passare dai soliti canali semi-mafiosi delle fondazioni bancarie&affini...dove, se non sei amico degli amici nei salotti buoni, ciccia...
ed allo stesso tempo permette ad un'estesa platea di risparmiatori di poter investire su strumenti finanziari liquidi e con un efficiente processo di formazione del prezzo.
Infine, grazie alla rivoluzione informatica&democratica del trading on-line, con costi ridotti anche la casalinga di Voghera ha la possibilità di avere accesso a canali d'investimento che prima aveva solo George Soros....:-)
Pensate alla portata della rivoluzione del Trading on-line rispetto ai tempi in cui si tradava solo col telefono e quattro broker milanesi facevano e disfacevano tutto...ecco cosa vuol dire un mercato illiquido, poco efficiente, piccolo, provinciale e con pochi attori...

Ma io sto descrivendo i tempi eroici&mitici delle Borse e del trading on-line,
quando esisteva una specie di "azionariato democratico&diffuso", quando ancora si lottava sui book ad armi (quasi pari), quando ancora non c'erano High Frequency Trading, macchinette, algoritmi, leve spropositate...ma era in gioco l'uomo, la sua abilità, la sua esperienza ed il suo approccio psicologico.
Adesso quella breve "finestra" di Democraticità dei Mercati viene uccisa di giorno in giorno dal Casinò delle nuove armi finanziarie di distruzione di massa...
E con una Borsa sempre più periferica ed illiquida, la situazione si fa sempre meno democratica e più oligarchica,
spingendo il popolo bue a buttarsi solo su "cose" come BTP Italia&affini...e dunque ad investire solo nell'economia di stato&del debito e non nell'economia reale dei processi produttivi.
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