sabato 9 giugno 2012

Tentiamo di andare OLTRE alle solite "cazzate vittimistiche" sulla "Cermania"....

SORBITEVI CON ATTENZIONE (LINK COMPRESI)
QUESTO IMPORTANTE POST....
Perchè, come ben sanno i miei lettori che mi seguono fin dall'inizio di questa Blog-avventura, nelle mie analisi controcorrente ci ho molto spesso AZZECCATO ...mentre nel mainstream vi raccontavano tante belle cosette del tipo "il peggio è alle spalle" (vi ricordate?...)

Prima di tutto leggetevi le mie preliminari elucubrazioni nel post: ESCLUSIVA: ho potuto sbirciare nel "foglio excel" della Germania dal titolo "riskien vs. beneficien di rimanere dell'Eurozonen"...
..........oppure l'Eurozona potrebbe saltare
NON SOLO perchè ti saltano i PIIGS che tutti ormai monitorizzano ossessivamente...
ma potrebbe saltare ANCHE per una ragione ASSAI PIU' TRASCURATA.....
Infatti ormai da mesi la Germania
sta aggiornando quotidianamente il suo foglio di excel
intitolato "riskien vs. beneficien di rimanere dell'Eurozonen"....
e se la somma al fondo delle colonnine giungerà ad un certo valore X
SARA' LA GERMANIA AD USCIRE DALL'EUROZONA (magari portandosi dietro qualche amichetto....)
altro che Grecia e PIIGS vari....
Anche perchè una buona parte degli "euro-beneficien" la Germania li ha già ottenuti negli ultimi 10 anni....ed adesso potrebbe orientarsi sempre più verso "altrove"...
NON PERDERE il mio post: I "mirabolanti effetti" dell'EURO sull'Italia e sulla Germania...
E poi riflettete sulle solite tavanate ad effetto che si leggono in giro...ovvero analisi di corto respiro nazional-populista per accattarsi lettori....visto che in questo momento di paura&panico certi "mood" vanno molto di moda....
In realtà non si colgono appieno le VERE IMPLICAZIONI di queste genere di news
date in pasto in modo massimalista al popolo bue che cerca un facile capro espiatorio e possibilmente esterno...
Euro crack, alla Germania costerebbe 1.300 miliardi di euro
Milano Finanza

La Germania?
E’ un Paese meno sicuro di quanto siamo abituati a pensare.
Lo credono gli esperti di Carmel Asset Management, che sostengono siano molte le debolezze non evidenti, ma altrettanto pericolose, che rendono il mercato tedesco vulnerabile ad un eventuale break-up dell’Eurozona.

Salvare la moneta unica vuol dire per la Germania assumersi un carico oneroso, che implica immettere nuove risorse nel piano di salvataggio a scapito del sostegno all’economia interna, bisognosa di rafforzarsi dal punto di vista tecnologico e delle infrastrutture, ma le conseguenze di una rottura parziale o totale di Eurolandia sarebbero peggiori.
Esposte ad ingenti perdite non sarebbero infatti solo le banche private ma anche la stessa Bundesbank, per non parlare del brusco calo che accuserebbero le esportazioni.

Nel caso di break-up dell’Eurozona la Bundesbank dovrebbe sopportare una perdita stimata di 637 miliardi di euro.
Le perdite delle banche private esposte verso i Paesi periferici ammonterebbero invece a 200 miliardi di euro, mentre la flessione delle esportazioni nei prossimi cinque anni sarebbe pari a 375 miliardi di euro.
Se a queste voci ci aggiunge la spesa della Germania per i vari piani di salvataggio (Esm, Efsf, Efsm) si arriva a 1.306 miliardi di euro, tali da far schizzare il rapporto debito/pil al 131%.

Al contrario, continuare a sostenere la moneta unica comporterebbe una spesa totale di 579 miliardi di euro, meno della metà.
Ma il punto è se i tedeschi hanno la volontà politica di tenere l’Eurozona insieme.
Si trattta di una questione centrale, a cui nessuno ha saputo finora dare una risposta.
Quello che è certo è che ogni futuro intervento in direzione di un’unione fiscale, e non solo monetaria, implicherà maggiori trasferimenti di denaro.

Il pericolo più vicino è però quello di un’uscita della Grecia.
Se si tiene conto che alla fine dello scorso anno l’esposizione delle banche tedesche verso Atene era pari a 33 miliardi di euro, escludendo i Cds (Credit default swap), si può concludere che l’impatto a breve non sarebbe privo di rischi.

Dal punto di vista delle esportazioni i Paesi dell’Eurozona pesavano nel gennaio 2012 per il 57% su quelle tedesche, tanto per dare un’idea dell’impatto che il fallimento della moneta unita avrebbe sull’economia tedesca.
Se ciò accadesse, le esportazioni nette tornerebbero al livello del 1999, cioè prima della nascita della moneta unica, determinando un forte rallentamento del ritmo di crescita del Pil.
IN REALTA'
Questa NEWS va letta esattamente AL CONTRARIO
di come è stata posta
e di come verrà letta dal 99% del Bar Sport nazional-populista-vittimista....a beneficio delle CASTE italiote...

Prima di tutto....
il calcolo del (mini-)COSTO in carico alla Germania per mantenere in piedi l'Euro mi sembra moooolto ALEATORIO e sotto-stimato: solo 579mld ????
E come cappio li hanno calcolati questi "famosissimi Analisti" di Carmel Asset Management...se solo sotto al culetto delle banche Spagnole ci sono voragini da almeno 400 mld (+ una leva da almeno 10x-20x)...?

Inoltre vengono conteggiati come costi a carico della Germania i CREDITI (inesigibili?-post-euro-break-up) che la Bundesbank ha come azionista della BCE....
La Germania sarà anche il principale azionista della BCE...
MA PERCHE' NON SPECIFICARE CHE QUESTE PERDITE SE LE CUZZEREBBE ANCHE LA FRANCIA, L'ITALIA ETC?
O perchè non specificare che per esempio l'Italia AVREBBE LE SPALLE MOLTO MENO LARGHE rispetto alla Germania per sopportare tali perdite extra?
A me questo modo di fare informazione parziale ed un tanto al chilo non mi piace....
Ed a voi?
Non perdere il mio post: Il complesso del "pene piccolo" nei confronti della Germania

Ma alla FIN FINE
questi 1.300 miliardi di COSTO
sarebbero la FORTUNA per una Germania che tornasse al New-Marco....
Infatti la Nuova Valuta Crucca schizzerebbe almeno a 2:1 rispetto al Dollaro USA, inchiodando l'Export Tedesco.
Ma la Bundesbank, così restia a stampare per i PIIGS, lo sarebbe molto meno nello stampare New Marchi a vantaggio della sola Germania ed a compensazione dei 1.300 miliardi (ipotetici) di costo dell'Euro-Break-up....
Dunque si otterrebbe una bella SVALUTAZIONE del New-Marco
che avvantaggerebbe l'Export Tedesco orfano dell'Euro
che compenserebbe efficacemente sia la forte DEFLAZIONE che l'inevitabile Recessione Tedesca
e che BILANCEREBBE almeno parzialmente la forte rivalutazione del New-Marco.
Del resto i Mercati non sono FESSI
e se scommettono a stecca sul Bund-in-Bolla come future sul New-Marco una ragione ci sarà...
al di là delle minkiate che vi raccontano nei Bar Sport "bancari" di provincia....
leggi il mio post: Riflessioni "Luganesi": Il Bund come "opzione" del ritorno al Marco? Ma allora il "Bund in mattoni"...

Riflettete anche su come Obama&gli USA stiano tampinando sempre più da vicino la Germania...proprio perchè LA TEMONO SEMPRE DI PIU'...
Infatti la Germania non è mai stata così INFLUENTE E DI PESO sullo scenario economico-politico mondiale come lo è ADESSO (a parte i tempi del 3° Reich...ma i mezzi usati erano differenti...).

Inutile che facciamo sempre vittimismo:
la Germania si è giocata benissimo le SUE CARTE
e sta tentando d'inserirsi come 3° players globale tra USA e Cina...
INVECE NOI.... come ci siamo giocati le nostre carte qui in Italia?
Qualcuno ci ha forse obbligato ad entrare nell'euro...al di là delle cazzate-Barnardiane del fantomatico complotto che da 60 anni gli Stati del Nord Europa starebbero ordendo ai danni degli Stati del Sud Europa?
E se anche questa minkiata-di-complotto esistesse...NOI non avremmo mai avuto nessun modo di CONTRASTARLO?
Rifletteteci su, al di là dei facili vittimismi e della facile ricerca di capri espiatori, spesso in salsa assai complottistico-fantasiosa....

Va anche aggiunto che la Germania ha man mano SEMPRE MENO BISOGNO dell'Eurozona,
visto che il suo Export è sempre più EXTRA-UE
Bundesbank: ripercussioni su economia tedesca se crisi danneggerà anche Paesi non-euro
Capito??? Le ripercussioni ci saranno solo se si fottono i paesi NON-euro
e chissenefrega dei PIIGS...
Del resto....se date anche solo un'occhiata ai dati di BMW, Volkswagen, Daimler etc etc in merito al mercato Cinese&dintorni e sulla loro crescita percentuale a doppia cifra (si sono mosse ben 10 anni fa...mentre la FIAT giocava a birilli con la casta politica italiana e con i sussidi di stato...)
beh...capirete molte cose 
che vanno ben oltre alla cazzate tipiche da Bar Sport del tipo: "I crucchi sono fottuti se gli Italiani non gli comprano più le loro BMW e le loro Mercedes...."

Vedi anche commento del mitico Wolfstep che di "cose crucche" se ne intende assai....
La cosa piu' tremenda e' quando ti dicono che la Germania deve pagare il debito italiano per salvare le sue esportazioni in Italia. In pratica, pagare per 2000 miliardi 43 miliardi/anno di esportazioni....
E dunque il foglio di excel crucco intitolato "riskien vs. beneficien di rimanere dell'Eurozonen" sta indirizzando sempre più Merkel&soci verso un abbandono dell'Euro-così-com'è....
magari non direttamente verso il New-Marco
ma almeno verso un Euro1 (di serie A) ed un Euro 2 (di serie B)
L'Europa non esclude due velocità
La cancelliera tedesca Angela Merkel si dice pronta a lavorare per un'unione politica dell'Europa e avverte che occorre essere pronti, se necessario, a considerare un continente a due velocità. «Abbiamo ...
Chissà l'Italia da quale parte dell'Euro-muro-di-Berlino cadrà....;-)

In merito alle Germania che avrebbe sempre meno bisogno dell'Eurozona....
La Merkel ha spremuto l'eurozona e ora vende a chi ne è fuori! 
.....Da dove deriva dunque il flusso che permette la crescita?
Semplice: dal cambio dei partner.
In pratica, Berlino, vedendo che la nave Europa stava affondando, dopo averla spremuta per bene, ha pensato di rivolgersi a un altro mercato: ha aumentato la competitività delle sue esportazioni in paesi non aderenti all'euro.

I quali, a loro volta, stanno vivendo una stagione favorevole proprio perché lontani dal contagio della moneta unica.
A differenza del resto della zona euro, la Germania è una potenza esportatrice, conbeni di alta qualità che sono richiesti in tutto il mondo.
La crisi dell'euro ha ironicamente solo aumentato la sua forza di esportazione, continuando a renderla il secondo più grande esportatore al mondo, dietro la Cina.

Allo stesso tempo, la Germania ha anche beneficiato di un aumento della domanda degli investitori per il suo debito............
Anche se m'interessa la sostanza...
IL TONO VITTIMISTICO DELL'ARTICOLO andrebbe PIUTTOSTO modificato in:
L'ABILITA' DELLA MERKEL E DELLA GERMANIA RISPETTO ALL'IGNAVIA ED ALL'INCOMPETENZA DEI NOSTRI GOVERNANTI E DELLA NOSTRA CLASSE IMPREDITORIALE...
Invece...ecco sempre il solito vittimismo italiota che nasconde in primis le gravi responsabilità delle nostre Caste...
mentre la colpa sarebbe sempre in capo al Crucco Malefico...
quando invece noi stavamo lì belli belli a farci fottere senza nemmeno accorgercene....vero?
Non avevano nessuna bunga-bunga-strategia praticabile per giocarci le nostre carte...vero?

Se trovate questo post interessante, siete invitati a condividerlo con i tasti "social" (Facebook, Twitter etc) che trovate subito dopo la fine del testo.

Ed INFINE
leggetevi con attenzione questi DATI
e rifletteci su

a conferma delle mie Ipotesi di cui sopra....

Germania: Boom Export I Trimestre, Crollano Verso L'italia
Germania: Boom Export I Trimestre, Crollano Verso L'italia(AGI) Berlino - Boom delle esportazioni tedesche nel primo trimestre 2012, ma crollo di quelle verso l'Italia e gli altri Paesi del Sud Europa. L'ufficio statistico federale rivela che nei primi tre mesi dell'anno le esportazioni tedesche sono aumentate complessivamente del 5,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente....

Dal BLOG Voci dalla Germania:

Crollano le esportazioni verso il sud Europa
Lo Statistisches Bundesamt
ha recentemente pubblicato i dati sul commercio estero tedesco del primo trimestre. Come previsto crolla l'export verso il sud-Europa, ma cresce quello verso le altre aree del mondo. Restano intatti i giganteschi avanzi commerciali.

L'export tedesco nel primo trimestre 2012, rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente è cresciuto del 5.8% raggiungendo i 276 miliardi di Euro. La crescita verso i 26 paesi membri dell'Unione Europea è stata del 2.2% (a 161.2 miliardi), relativemante debole. La crescita verso i paesi dell'Eurozona è stata con uno 0.9% ancora piu' debole. Con grandi differenze fra i paesi partner. Sono così cresciute le esportazioni verso i vicini come la Francia (+6.7% a 27.3 miliardi di Euro), Olanda (+9.6 % a 18.5 miliardi di Euro ), Austria (+5.5 % a 14.9 miliardi di Euro). Allo stesso tempo sono invece diminuite le esportazioni verso i paesi del sud come Italia (-7.6% a 14.9 miliardi di Euro), Spagna (-7.8% a 8.4 miliardi di Euro), Portogallo (-14% a 1.7 miliardi di Euro) e Grecia (-9.8% a 1.2 miliardi di euro).

L'export verso i paesi extra UE è cresciuto dell'11.2% (raggiungendo i 114,8 miliardi di euro), piu' di quanto abbiano fatto le esportazioni in generale. Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono cresciute nel primo trimestre 2012 del 21.4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Forte crescita delle esportazioni verso la Russia con un +17.5% (a 8.6 miliardi di Euro), Giappone con un +18.4% (a 4.3 miliardi di Euro), Corea del sud con un +17.% ( a 3.3 miliardi di Euro) e Brasile con un 15.6% (a 3.0 miliardi di Euro).

Le importazioni tedesche sono cresciute nel primo trimestre del 4.7 % (a 230,5 miliardi di Euro). Le importazioni dagli stati membri EU sono cresciute del 5.6% (a 129.8 miliardi ) piu' rapidamente di quanto abbiano fatto le importazioni tedesche in generale. Le importazioni dall'Eurozona sono cresciute del 4.6%.

Per la crescita delle importazioni sopra la media sono responsabilil le importazioni dall'Olanda con un +8.6% (a 21.6 miliardi), dall'Italia con un +8% (a 12.5 miliardi di Euro) e dal Regno Unito con un +9.4% (a 11.6 miliardi). Molto sotto il trend le importazioni dalla Francia con un +1.5% ( a 16.3 miliardi di Euro) e dalla Spagna con un +0.8% (a 6 miliardi di Euro).



1. trimestre 2012 1. trimestre 2011 Variazione percentuale rispetto al primo trim. 2011

Miliardi di Euro %
Totale esportazioni 276 260,9 5,8
di cui:
Verso la EU–27 161,2 157,7 2,2
verso l'Eurozona 107,4 106,5 0,9
di cui:
Francia 27,3 25,6 6,7
Olanda 18,5 16,9 9,6
Italia 14,9 16,1 – 7,6
Non Eurozona 53,8 51,3 4,9
di cui:
UK 18,1 16,8 8,2
verso Paesi extra EU 114,8 103,2 11,2
di cui:
USA 21,4 17,6 21,4
Giappone 4,3 3,6 18,4
Cina 16,7 15,8 6,1
Russia 8,6 7,4 17,5
Totale importazioni 230,5 220,1 4,7
di cui:
verso EU–27 129,8 122,9 5,6
verso Eurozona 86,7 82,9 4,6
di cui:
Francia 16,3 16,1 1,5
Olanda 21,6 19,9 8,6
Italia 12,5 11,6 8
Verso Non Eurozona 43 40 7,7
di cui:
UK 11,6 10,6 9,4
verso paesi Extra UE 100,8 97,2 3,7
di cui:
USA 12,5 12,1 3,3
Giappone 5,7 6 – 4,2
Cina 19 19,1 – 0,7
Russia 10,9 9,5 14,7

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Ma noi abbiamo ancora bisogno di voi?
L'ufficio centrale di statistica (Statistisches Bundesamt) ha recentemente pubblicato i dati sulle esportazioni tedesche del 2011. Il commercio estero tedesco dipende sempre meno dai paesi UE (59%) e dall'unione monetaria (39,7%), la domanda che alcuni iniziano a farsi è: quanto è ancora importante l'unione monetaria per la Germania?



59% dell'export tedesco nel 2011 è stato assorbito dall'UE.
Nel 2011 il 59.2 % dell'export tedesco è andato verso i paesi membri dell'Unione europea. Come comunicato dall'ufficio statistico, è il dato piu' basso da 20 anni. Negli ultimi 5 anni la quota di esportazioni tedesche verso l'UE è scesa dal 64.6% al 59.2 %.

Nell'ambito del continuo processo di globalizzazione, i partner commerciali tradizionali come gli stati membri UE o gli Stati Uniti (scesi dal 7.6% del 2007 al 7.0% del 2011) perdono ulteriormente peso. Questo è dovuto allo sviluppo di nuovi mercati, che in misura sempre maggiore partecipano al commercio internazionale. Il commercio internazionale si muove infatti verso quei paesi ricchi di popolazione con economie in forte crescita, i cosiddetti BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) che negli ultimi anni hanno acquistato una certa importanza come partner commerciali per la Germania. La crescita piu' forte per i prodotti tedeschi è stata sul mercato cinese: nel 2007 le imprese tedesche hanno consegnato in Cina il 3.1 % del loro export, nel 2011 la quota ha raggiunto il 6.1 %. L'export nella federazione russa è cresciuto dal 2.9% del 2007 al 3.2% del 2011, la quota del Brasile dallo 0.7% all'1.1% e la quota indiana dallo 0.8% all'1%.

I dati dell'ufficio federale di statistica
Principali 10 saldi commerciali positivi 2011 (miliardi di Euro)

Frankreich 35 249,4
Vereinigte Staaten von Amerika 25 359,8
Vereinigtes Königreich 20 596,5
Österreich 20 186,7
Italien 13 894,4
Spanien 12 378,5
Polen 11 114,0
Schweiz 10 829,8
Belgien 8 581,4
Türkei 8 387,6

Principali 10 saldi commerciali negativi tedeschi 2011 (miliardi di Euro)

Volksrepublik China - 14 610,6
Norwegen - 12 750,4
Niederlande - 12 749,1
Japan - 8 428,4
Irland - 8 129,0
Russische Föderation - 6 146,3
Kasachstan - 2 736,5
Bangladesch - 2 659,8
Ungarn - 2 488,7
Vietnam - 2 207,2

Principali 20 mercati per l'export tedesco (miliardi di Euro)

001 Frankreich 101 516,1
002 Vereinigte Staaten von Amerika 73 694,3
003 Niederlande 69 279,5
004 Vereinigtes Königreich 65 450,7
005 Volksrepublik China 64 762,0
006 Italien 62 084,9
007 Österreich 57 663,0
008 Schweiz 47 708,1
009 Belgien 46 909,4
010 Polen 43 499,4
011 Spanien 34 868,9
012 Russische Föderation 34 405,5
013 Tschechische Republik 30 716,2
014 Schweden 22 013,5
015 Türkei 20 135,8
016 Ungarn 15 705,5
017 Japan 15 118,1
018 Dänemark 14 711,8
019 Republik Korea 11 664,8
020 Brasilien 11 165,8

Esportazioni 2011, % diretta verso la UE e l'area Euro


Paesi EU Unione monetaria
2011 % 59,2 % 39,7
2010 % 60,0 % 40,8
2009 % 62,3 % 42,8
2008 %63,3 % 42,8
2007 % 64,6 % 43,8
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