lunedì 25 giugno 2012

Germania-Grecia: gli italioti tifavano per la Grecia...ed intanto pagavano gli stipendi dei dipendenti pubblici ellenici...

A breve pubblicherò un POST CRITICO sulla strategia adottata dalla Germania (e dall'euro-core) nei confronti dell'Italia.

Sarà però una dimostrazione di come la CRITICA alla Germania si possa costruire su basi un po' più solide ed equilibrate
e non si debba basare per forza sul Nazional-populismo da Bar Sport, sul "fantasismo" applicato ai dati, sul rifiuto delle proprie responsabilità, sul rifiuto della Realtà delle cose.

Non a caso questo atteggiamento viene indotto e cavalcato dalle Caste Italiane che hanno tutto da perderci in una maggiore consapevolezza del popolo italiano ed in un corretto riconoscimento delle Responsabilità Nazionali.

E' il Fantastico Mondo di ItaliOZ....
o degli Italioti
che fa comodo a molti (soprattutto alle Caste Nazionali che potranno continuare a mangiare, depistando l'opinione pubblica soprattutto su capri espiatori esterni)

Vedi il Fatto Quotidiano
ll meraviglioso mondo di Italioz 
La speculazione brutta e cattiva che nell’immaginario collettivo porta il paese al fallimento diventa lo specchio più chiaro della tendenza nazionale a non assumersi le responsabilità, il vertice più importate che si è tenuto in Italia dall’inizio della crisi viene raccontato con toni da favola dai giornalisti, l’ex Premier si allea idealmente con un comico diventato politico e sbandiera l’uscita del paese dall’euro o magari quella della sua prima economia. 
Questo e altro accade nel fantastico mondo di Italioz.
.......“La cosa più difficile oggi non è tanto l’indirizzo da dare all’economia o la scelta da fare in politica ma l’incapacità di vasti settori dell’opinione pubblica di capire qual’è la natura del problema e volerla affrontare”.
Non è un problema di essere esterofili.........................
ma solo di controbilanciare l'anti-germanismo folkloristico ed indotto dalla Casta che ormai imperversa
e che porta a deformazioni del genere
Merkel si è arricchita col culone degli altri
Sui quotidiani le picconate di Brunetta alle speculazioni di Berlino e il siparietto di Bossi al No Imu day.
E' un problema di metodo, di atteggiamento
e non di Germania:
infatti il Nazional-populismo da Bar Sport si applica a tutto&tutti...
che siano le agenzie di rating, il complotto ango-americano, la speculazione o la finanza internazionale pluto-massonico-giudaica...(ricordate?...)

Nei processi complessi l'identificazione delle responsabilità è senz'altro articolata e comprende sicuramente anche CAUSE ESTERNE...
Ma le cose non sono mai così semplici e manichee come vi si vuole far apparire.
vedi le mie critiche ragionate e sensate alla Germania, messe in luce però anche con le nostre responsabilità: I "mirabolanti effetti" dell'EURO sull'Italia e sulla Germania...


Un altro esempio è il mirabolante caso del tifo calcistico che diventa un'estensione del tifo Nazionale sullo sfascio dell'Eurozona...
La Germania è cattifa cattifa (così ci hanno detto...)
e dunque nella partita di calcio Germania-Grecia il 69% degli italiani tifava per la buona Grecia
(è un meccanismo classico tifare per i più sfortunati, per i più deboli o per chi è in posizione di svantaggio)
Intanto però la buona Grecia (dopo aver già taroccato più volte i suoi Conti Pubblici...)
barava per l'ennesima volta sui patti e sulle promesse
facendo la furbetta ed assumendo "di nascosto" 70mila dipendenti pubblici
strapagati, che non fanno un cazzo, corrotti
ed i cui stipendi però ormai gli vengono pagati dalla cattifa cattifa Germania
ed anche da NOI...anche dalla buona e virtuosa Italia che nella partita di calcio tifava generosamente per la Grecia...
Vedete che non è tutto così semplice come vogliono farvi credere?....
Grecia: viola accordi, in 2 anni 70mila assunzioni nel pubblico
Processi Complessi, Cause Complesse
e soprattutto questioni di punti di vista diversi...
e dunque di far valere i propri diversi interessi...
senza quotidiane lamentationes da chiagna&fotti alla Totò...
ma prendendosi le PROPRIE RESPONSABILITA'

Ecco una bella dimostrazione di come il punto di vista conti parecchio....
Le ragioni dei legittimi no tedeschi
di Alfonso Tuor
La crisi dell’euro è sempre più grave e i tempi per trovare una soluzione si fanno sempre più stretti.
Infatti sembrano quasi esauriti gli interventi di emergenza che sono serviti per turare temporaneamente le falle dell’Unione monetaria europea.
Ma un’illusione è largamente diffusa: la Germania alla fine cederà e accetterà di accollarsi parte del debito dei Paesi deboli dell’Europa per evitare il crollo della moneta unica europea.
Vi è più di un motivo per ritenere che questa volta il Governo tedesco non cederà e non aprirà il portamonete per salvare l’euro.
A sostegno di questa tesi basta analizzare la politica seguita finora dalla Germania e le dichiarazioni di Angela Merkel. 
Il cancelliere tedesco ha recentemente esplicitato in modo chiaro la sua politica davanti al Bundestag.
Angela Merkel ha detto che la Germania è economicamente forte, ma non abbastanza forte da poter sostenere l’intero castello su cui si basa Eurolandia.
Questa posizione è assolutamente condivisibile: la Germania ha un debito pubblico pari all’80% del suo PIL e garantendo quindi il debito degli altri Paesi metterebbe a repentaglio la sua solidità finanziaria, correndo il rischio di rendere inutili gli sforzi di un decennio tesi a rendere più competitiva l’economia tedesca.
Inoltre, un eventuale sacrificio della Germania allungherebbe l’agonia della moneta unica, ma non assicurerebbe assolutamente il salvataggio dell’euro.
E infatti, ed è il secondo punto sottolineato dalla Merkel, solo quando le altre economie europee avranno conti pubblici in ordine, come prescrive il Patto fiscale, e avranno economie competitive, la Germania accetterà di intervenire a sostegno degli altri Paesi e di procedere nella strada verso un’Unione politica che contemplerà una riduzione della sua sovranità nazionale. 
In altri termini, la Germania verserà altri soldi solo quando gli altri Paesi europei si saranno incamminati seriamente sulla via del rigore e quando apposite istituzioni europee garantiranno la continuità di queste politiche. 
Quanto dice la Merkel è la spiegazione dei suoi Nein a tutte le proposte tese a trasferire il peso dei debiti dei Paesi deboli all’insieme degli Stati membri di Eurolandia, come il no agli Eurobond, ossia ad obbligazioni statali garantite da tutti i Paesi europei, come il no a un fondo di garanzia europeo dei depositi bancari e come il no alla recente proposta del presidente del Consiglio Mario Monti di utilizzare il Fondo salva-Stati per comprare le obbligazioni italiane e spagnole sul mercato secondario per cercare di ridurne i tassi di interesse.
Ma c’è di più. 
La Merkel ha anche parlato della possibilità di un’Europa a più velocità, in cui la Germania farebbe parte del convoglio che procede più speditamente verso l’Unione politica con i Paesi che lo vogliono e che soddisfano determinate condizioni economiche e finanziarie. 
In questo modo Berlino si difenderebbe anche dall’accusa di aver fatto fallire il processo di integrazione europea e cercherebbe di evitare di trovarsi politicamente isolata.
Tutto ciò induce a ritenere che il Governo tedesco abbia definito la propria posizione di fronte alla sempre più probabile eventualità che la crisi dell’euro precipiti. 
Questa linea di condotta appare a tal punto ferma da aver indotto Angela Merkel a rispondere in modo stizzito alle pressioni del presidente Obama, il quale teme che un peggioramento della crisi possa avere gravi conseguenze sull’economia americana a tal punto da compromettere le sue possibilità di rielezione. 
Ora non si capisce perché Berlino dovrebbe cambiare posizione. 
Un voltafaccia della Merkel equivarrebbe infatti alla sua fine politica e molto probabilmente permetterebbe la creazione di un partito antieuro alla destra della CDU, simile a quelli che già esistono in molti Paesi europei. 
Questo scenario viene definito catastrofico. 
Eppure è l’unica via per uscire da un’Unione monetaria che si è trasformata in una camicia di forza che non permette ai Paesi in difficoltà di avere il sollievo di una moneta e di una politica monetaria propria indispensabile per compensare i dolori delle politiche di austerità e riacquistare la competitività perduta nell’ultimo decennio. 
In ogni caso il tempo dei cerotti e delle mezze misure si sta esaurendo e quindi la crisi dell’euro sta avvicinandosi alle battute finali. 
L’alternativa appare chiara: o un cedimento di Germania, Olanda, Finlandia e Austria alle pressioni degli altri Paesi europei oppure la spaccatura dell’euro.
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