dal post di Usemlab (qui riportato): Tassare il contante: Inorriditi, scioccati, sdegnati e basiti
e dal mio post che ha cercato di far vedere il concetto di "evasione fiscale" sotto una luce un po' diversa...: Apologia dell'Evasione Fiscale (?)
pubblico le articolate considerazioni di un lettore.
Reprimere non è mai la risposta, evolvere è sempre l'unica soluzione............
I) Partendo
dall’articolo di Usemlab contro
l’ipotesi avanzata nuovamente su report di tassare il contante
Inorriditi,
scioccati, sdegnati e basiti vorrei dire qualcosa
in proposito.
Da un
lato è innegabile che l’idea di tassare il contante o comunque
diminuirlo a favore di carte di credito e simili è sbagliata
per diverse ragioni (in parte meglio evidenziate nel testo di Noise
from Amerika)
In
breve, soprattutto:
- Si introducono nuovi balzelli, peraltro a favore di banche e multinazionali del credito finanziario, che gravano di costi irrilevanti chi ha e fa girare molti soldi, ma proporzionalmente e pure in assoluto più pesanti per chi si barcamena con poco e per il 15%(!) delle famiglie italiane prive di qualunque conto corrente. In Italia è abituale affrontare i problemi con nuove tasse e complicazioni burocratiche ma, se siamo allo sfacelo, non sarà anche per questo?
- Non si risolve comunque il problema: il vecchio contante continua a circolare e chi ha i mezzi può facilmente andare in Francia, in Austria, adoperare corrieri. Per i poveri è un problema, ma come si contrasta il grosso dell’evasione? Si controllano tutte le frontiere? Si pretende di accompagnare il contante con dei bolli? Scherziamo?
- Le banche sono pericolose, oggi… Essere costretti a depositarci tutto può avere conseguenze devastanti (cfr. Argentina 2000).
- Si crea un pericolo enorme: le carte di credito e simili sono tracciate. Banche, governanti e chi ha i soldi per pagare saprebbe tutto di chi da a chi quanto e spesso anche in cambio di cosa. La società panottica paventata da Foucault, Orwell e tanti altri non sarebbe più solo un pericolo. Chi ha il potere può risalire alle tue abitudini sessuali, culturali, alimentari, mediche, tutte, se non hai i soldi per pagarti la tassa sulla privacy offerta dal contante. Se purtroppo è spesso vero che l’occasione fa l’uomo ladro, non è anche più probabile che faccia il governante dittatore?
Dall’altro
lato, se è vero che la crisi in salsa italiana non è causata
dall’evasione fiscale
(per quanto sia singolare l’essere secondi solo alla Grecia
in quello), è anche vero che essa
- si fonda sostanzialmente sul contante, in gran prevalenza e anche quella diversa sarebbe facile da contrastare, eliminando quella
- non è più sostenibile: se vogliamo salvarci dal fallimento o comunque da patimenti enormi nel breve termine non ci sono alternative al recupero dell’evasione se e solo se si adopera tutto o almeno la stragrande maggioranza del gettito maggiore per abbattere l’imposizione fiscale strangolante:
- Le stime più basse, quelle del Ministero ai tempi di Tremonti, davano l’evasione fiscale a 120 miliardi l’anno (esclusa quella criminale, parecchie altre decine); le più consistenti a più di 300 miliardi (inclusa): ne basterebbero meno della metà delle più scarse per portare di botto l’IVA al 15%i (altro che suicidarci col 23%) e azzerare totalmente, per esempio, l’IRAP. E con il resto hai voglia sgravi, incentivi, etc. Per dire, con un’altra cinquantina di miliardi, di sicuro reperibili anche secondo le stime più basse, si potrebbero azzerare totalmente l’IRPEF fino a 28.000 euro (sarebbe perfino iniquo alla rovescia!).
Ma non sta a me dire come, sono questioni economiche e politiche su
cui non posso né voglio dare ricette per tutti, fatto sta che
secondo le stime più basse si recuperano quasi 3000 euro a
contribuente (4000 per quelli che tasse ne pagano), secondo le più
alte più di 7500 (10.000). Hai voglia a farseli rubare dai politici
(tutto il sistema, comunque, dal Quirinale all’ultimo consigliere,
incamera 21 miliardi: non avrebbero nemmeno la pancia per farne un
magna magna), che rischian già grosso a mantenersi gli assurdi
privilegi!
- Ammettiamo anche che il sommerso sia solo il 27%, come secondo fonti ufficiali (ma c’è anche chi lo dà oltre il 50%). Ebbene l’ISTAT ne conteggia nel P.I.L. solo il 17% e all’estero non a torto storcon già il naso (se non l’intercetti, che conteggi?). Farlo emergere gonfierebbe in un batter d’occhio in proporzione diretta il P.I.L. in rapporto a cui si calcola il debito e che, all’attuale 120% andante, fa galoppare lo spread, senza spendere neanche un soldino e senza innescare spirali recessive come ogni altra alternativa! Mica male, no? Forse sarebbe perfino lontanamente verosimile rientrare nei parametri vitali europei che ci siamo impegnati a raggiungere…
Se
qualcuno non è uno spirito molto libero e pensa alle alternative da
più parti e su questo blog in particolare ben paventate a suon di
fatti, gli può anche dispiacere che tassare il contante non possa
funzionare: intere popolazioni hanno a lungo barattato libertà e
diritti con sicurezza, panem et circensis… Sempre che non
sappia che c’è un’alternativa.
Prima
di considerarla, però, chiudiamo il discorso sull’evasione che
qualcuno sostiene apertamente e molti più praticano occultamente
considerandola conveniente e magari addirittura giusta.
Prima
di tutto è logicamente falso che l’evasione
dell’IVA convenga all’acquirente, a meno che non sia a sua
volta un grande evasore.
Il perché è presto detto ed è
stupefacente che esperti di economia possano ignorarlo: A e B sono i
due cittadini di I che ha una spesa pubblica in gran parte fissa
(soprattutto se ha molti debiti); A compra x a 70 e lo rivende a B a
120, di cui 20 di IVA. A, se è “gentile”, propone a B di
risparmiare quei 20. B crede di guadagnarci e accetta, mentre
s’impoverisce a discapito di B.
Infatti, B conteggia in inventario
x come deteriorato, invenduto, scaduto, perso, rotto e lo fa
diventare una spesa secca che sottrae al proprio imponibile,
guadagnandoci diciamo almeno 30 (sempre che non ricami anche
sull’IVA). Be’, può pensare un rigoroso economista: tanto
meglio! Ci guadagnano tutti e ci smena I sanguisuga.
Non è così,
nemmeno se I è davvero un incunambolo di corruzione e nefandezza, se
ha spese fisse e debiti ingenti su cui paga interessi crescenti ogni
volta che non raccoglie a sufficienza (ogni riferimento a governi e
nazioni realmente esistenti è puramente voluto).
I magari taglierà
il tagliabile (tanto più cose convenienti, valide, utili rispetto a
quelle che ne alimentano la corruzione, nella stessa misura in cui
questa caratterizza I), ma deve cercare di recuperare il 50 perso, o
l’anno prossimo dovrà spillare 60. Aumenteranno le bollette, la
benzina, i pedaggi, quel che è ma quei soldi devon saltar fuori:
diciamo, per esser gentili con A e I, ma poco realistici, 25 A e 25
B.
Poco male? In fondo A ci guadagna 5 e B ci smena 5, ma a scadenza,
no?
No: per ogni atto evasivo lo schema si ripete, al punto che A può
guadagnare in media anche più di quel che guadagnerebbe se non ci
fossero le tasse, mentre B viene gravato sempre di più e al limite
di tutto (mai sentito parlare di paesi della furbizia dove i
professionisti in media pagano poco o niente tasse, meno degli
operatori ecologici furbissimi che “risparmiano” sull’IVA
quando si rivolgono a quelli?). A questo punto lo “scientifico”
economista cambierà discorso e dirà cose del tipo “va be’, ma i
soldi dell’evasione restano nell’economia e, sottratti
all’incunambolo, ne alimentano i flussi facendo il bene collettivo
a differenza di quello!”.
Certo: peccato che economia per A siano
anche, e la realtà dice soprattutto, conti in Sv (vicino di I che
non permette l’evasione ai suoi, ma aiuta l’altrui), investimenti
immobiliari di tipo latifondista che fan pagare molto cara la casa a
B o, se a quest’ultimo va proprio bene, un bel posto in una
fabbrichetta a prova di crisi, perché produce lusso per A,
sostanzialmente valige in pelle di B (conciata al naturale, una
chiccheria) per permettere ad A di scappare comodamente all’estero
all’inevitabile collasso di I.
Per il
resto, suvvia, sarà anche fondato dire che l’evasione è alta se è
alta l’imposizione (anche se i fatti nordici smentiscono,
aggiungiamoci dunque in cambio di servizi scadenti), ma lo è molto
di più dire l’inverso. Se poi le tasse le pagassero tutti, anche
quelli che sono abbastanza svegli, arditi e intraprendenti da fare
gli A e non i B che magari ringraziano pure per lo sconto, allora sì
che ci sarebbe qualche possibilità di costringere I a moderare e
razionalizzare le spese.
La situazione economica è tale per cui
l’evasione conviene solo a chi decide di essere un cancro per la
sua patria e si appresta a emigrare in posti dove farà il bravo
perché sarà seguito dalla sua nomea di cancro, ormai sempre più
riconosciuta ovunque, vendendo quel che ha qui in tempo (ed è il
caso di affrettarsi).
In
quanto alla giustizia, dai, non è nemmeno il caso di parlarne. Per
fare più giustizia basti quanto detto sopra (anche se si dovrebbe
menzionare almeno l’ingiustizia, oltre all’inefficienza, delle
distorsioni competitive prodotte – soprattutto a favore della
maggiore criminalità organizzata – dalla possibilità di alcuni di
evadere più di altri, l’impatto sulla corruzione), rispetto al
fatto in sé, che le regole siano uguali per tutte è necessario per
la definizione stessa di giustizia.
Senza nemmeno entrare nel
discorso sulle pari opportunità di giocarsela sul mercato per il
figlio di nessuno dissanguato e quello di papà evasore, concetti
forse troppo “illiberali” (mah), la libera competizione funziona
almeno se le regole sono uguali per tutti quelli che partecipano, no?
A meno di voler evadere pure dalla realtà e svicolare dall’evidenza
empirica, come si può pensare il contrario?
II)
Allora?
Pur di salvarsi tassare il contante? No, perché non ci salveremmo e
creeremmo problemi potenzialmente peggiori.
Ma se
ci fosse un’alternativa capace di eliminare l’evasione basata sul
contante e permettere di incidere anche del tutto sull’elusione
etc. senza imporre nuovi balzelli, senza favorire banche, governi o
lobbies e, soprattutto senza violare l’aspetto più meraviglioso
del denaro, oggi rimasto solo al vecchio contante: l’essere un
controvalore del tutto astratto, che non porta traccia delle mani da
cui è passato e dei motivi per cui, che il contrario sarebbe
senz’altro un problema per la criminalità, ma anche un pericolo
estremo per ogni libertà? Se fosse qualcosa di tecnicamente
implementabile immediatamente, senza bisogno di riforme strutturali,
di mutamenti culturali e quant’altro? Se bastasse una discreta
mobilitazione per imporlo?
Sarebbe quanto di più oggi utile, addirittura salvifico, oltre che giusto per definizione!
Sarebbe quanto di più oggi utile, addirittura salvifico, oltre che giusto per definizione!
Ma c’è
una simile possibilità?
Sì.
C’è. Ed è pure comoda, pratica, innovativa, semplice e
semplificatoria, oltre che produttrice di giustizia per definizione!
NON
ABOLIRE O REMPRIMERE IL CONTANTE, MA EVOLVERLO!
Ci
sono già le tecnologie adatte, la più comoda, NFC,
sta oggi affermandosi per cose tipo le carte di credito. Più
semplice ancora è adoperarla per farci transitare il contante puro,
tale e quale, cambiando solo il formato da cartaceo ad elettronico,
lasciandolo del tutto anonimo. Cosa cambia? Nulla. È solo più
comodo e sicuro: prelevi quanto e quando vuoi (dove c’è rete
telefonica) e metti nel tuo portafoglio (per il cui acquisto si da un
buono a tutti pari a un modello base, del costo dell’1% rispetto ai
guadagni, con benefici economici indotti). Poi sta lì e lo passi
come e quando vuoi a chi ti pare, senza che ci sia traccia se e
quando depositi il rimanente dove ti pare (non necessariamente in
banca). Chi incassa riceve nel suo portafoglio elettronico (anche uno
smartphone) e quando gli pare deposita dove e come gli va, senza che
ci sia traccia dei diversi incassi, delle provenienze, delle causali.
Ma si
elimina totalmente l’evasione se, lasciando l’anonimità e tutto,
si genera l’algoritmo del denaro in un modo semplice, cioè facendo
modo che, al passaggio da uno all’altro, si perda la spendibilità
del denaro stesso, come quando ti strappano lo scontrino
all’autogrill, solo che tu qui gli strappi la banconota. Bene,
basta che quella si riaggiusti (è elettronica e non deteriorabile)
se e solo quando passi da un portale dove si registra la tua entrata.
Ecco tutto: nessuna tracciabilità delle transazioni, nessuna
intrusione nella vita privata, ma totale eliminazione dell’evasione.
Anche di quella criminale (non si becca il crimine come a abolire il
contante e la privatezza delle transazioni, ma se ne elimina
l’evasione e si facilita moltissimo l’individuazione dei vertici,
se qualcuno li vuol trovare, creando enormi problemi anche alla
corruzione).
Naturalmente,
vengono subito in mente molte obiezioni: e vecchi, bambini, poveri e
mendicanti? E Prestiti e donazioni? E garanzie e sicurezza? E i
turisti? E mercati neri, baratto etc.? Etc. etc.
Per
fortuna a tutte queste domande si possono trovare risposte, per
esempio in breve a molte sul sito dell’ADUC
e per esteso a tutte quelle note su salviamolitalia.
Anche
chi se ne fotte della giustizia minimale di regole uguali per tutti,
se ha un’idea delle condizioni in cui versa il Paese (se, per
esempio, legge questo blog) e non è del tutto stupido o disperato e
felice di restarlo anche se magari una speranza ci fosse, sempre che
non sia un delinquente che riesce a evadere più di 10.000 euro
l’anno da un po’ e ha già fatto le valige per emigrare in
qualche posto che non darà la caccia agli immigrati italiani nel
caso noi si generi un bello tsunami economico, farebbe bene a
controllare se le risposte sono valide, no?
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