Se non vi bastasse quello che da tempo vi racconto IO in questo Blog
per smentire le "sirene" (istituzionali e non...) che vi banfano strong-buy Italia....
NON come (sacrosanto) investimento speculativo ma come investimento patriottico&fideistico...
basandosi sua chissà-quali-fondamentali e su chissà-quali-maschie-virtù-italiche
(vedi i miei post L'Italia investimento "ad alto beta" e la scommessa da un trilione di euro della BCE e Ecco perchè la Spagna si sta "ribellando" al fiscal compact)
beh...allora sparatevi l'inappuntabile Seminerio.....
.
Anche in assenza di un Fiscal compact la cui inutilità operativa e concettuale si disvelerà appieno nei prossimi mesi, sarebbe bastata un’azione vigorosa della Bce a sostegno dei debiti sovrani, simile a quella di altre banche centrali in giro per il mondo, per evitare gli sconquassi degli ultimi mesi..
Ma, come ormai noto anche ai bambini, la Bce non poteva agire come la Fed, la Bank of Japan o la Bank of England, ed occorreva comunque avviare un’azione di contenimento del deficit a livello aggregato in Eurozona, prima di dare il via libera ad un intervento che formalmente rispettasse il mandato statutario della Bce (quindi centrato sulle banche), ma che avesse evidenti ricadute sui sovrani.
Il ritorno degli investitori internazionali sul nostro debito, anche per colmare posizioni di pesante sottopeso rispetto ai propri benchmark, sta facendo il resto, anche in assenza di riforme di struttura compiute.
Questo spiega in modo piuttosto agevole la sovraperformance del nostro paese rispetto alla Spagna.
Come direbbe chi lavora sui mercati finanziari, l’Italia è un asset ad “alto beta”, cioè ad elevato rischio e rendimento potenziale.
Quando i mercati sono spaventati e fortemente avversi al rischio, il nostro paese viene letteralmente gettato via dai portafogli; quando, come in queste settimane (sotto l’effetto delle potenti iniezioni di liquidità della Bce) la propensione al rischio aumenta, i nostri titoli di stato tornano ad essere un’eccellente opportunità di alto rendimento, ed improvvisamente gli investitori divengono assai più concilianti nei confronti del nostro percorso di “risanamento”, e del fatto che apriremo una nuova farmacia ogni 3300 abitanti e lasceremo vendere i farmaci galenici e quelli veterinari anche alle parafarmacie. Tutte pietre miliari del percorso di liberalizzazione, come noto.
Chissà se qualcuno riuscirà a realizzare che il nostro debito pubblico e l’intero sistema-paese ormai si comportano sui mercati proprio come i paesi emergenti, ma senza avere il potenziale di crescita dei medesimi.