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Italy voluntarily reduced itself to the status of third-world countries that have to borrow in a foreign currency (the euro)
P. Krugman
Monti-botta
Merkel-risposta
Merkel: Cerco di capire cos'altro dovremmo fare per Paesi UeLa cancelliera stizzita risponde così alla richiesta del premier italiano.
stiamo facendo tutto il possibile per gestire al meglio la Crisi dell'Eurozona:
non ci sono divisioni (se non trascurabili), la Merkel e la Germania sono molto disponibili....e così via....:-)
Al di là della cagnara becero-complottista,
per capire realmente l'ORDINE delle PRIORITA' nell'analisi della Crisi dell'Eurozona,....
leggi il mio Post: Incredibile! ZeroHedge e Paul Krugman sono d'accordo su qualcosa...: l'Eurozona è DECOTTA!
E purtroppo il becerismo e la strategia mirata di distogliere l'attenzione su falsi bersagli...
sono diffusi a tutti i livelli
Phastidio Mario SeminerioAllo stesso tempo in giro continuate a trovare cagate di vario genere...
Avanti così, rendiamoci ridicoli ++ GDF IN UFFICIO MILANO STANDARD & POOR'S ++
Eccone due esempi di squisita fattura Bancaria...:-)
Pochi i danni provocati da S&P, le agenzie hanno perso credibilità...Sono commenti bancari...leggermente influenzati dal fatto di essere un filino "parte in causa", imbottiti di titoli di stato e sull'orlo dell'abisso...
(fonte: il fixed-income strategist di Intesa Sanpaolo)
.....Ai declassamenti di Standard & Poor's i mercati hanno avuto "una reazione matura.
A dimostrazione del fatto che i commenti delle agenzie di rating lasciano il tempo che trovano.
La miglior risposta e' stata data dai mercati che hanno valutando gli sforzi dei riassetti dei principali Paesi europei come Spagna e Italia, lo abbiamo visto a livello di spread, contro questa speculazione delle agenzie di rating".
Lo ha affermato il senior manager di Unicredit Mib, ai microfoni di Class Cnbc... aggiungendo che "ora sicuramente in Italia possono subentrare ulteriori downgrade, ma la risposta del mercato di oggi e' sicuramente positiva. E non ci sono motivi di tensione in questo senso"
E poi le Banche si chiedono perchè tutti i giorni perdano ulteriormente credibilità e clienti...;-)
Ai tempi della Grande Crisi (che ha scoperto i giochi)...ormai i risparmiatori vogliono 4 cose
1- indipendenza ed imparzialità
2- onestà
3- trasparenza
4- competenza
per poi decidere in piena coscienza e valutare appieno il REALE rapporto rischio/rendimento
A parte il punto 1 che banche&bancari non potranno mai offrire per un problema di "genetica"...
i bancari dei commenti di cui sopra o ci fanno o ci sono...
Se ci fanno...infrangono il punto 1&2 e devono farsi un esame di coscienza, sempre che il management sopra di loro glielo permetta...
Se ci sono...infrangono il punto 3 e devono tornare a studiare ed a fare maggiore esperienza
Dopo i tanto berciati e "complottosi" downgrade sull'Europa da parte di S&P
il mercato se n'è fatto un baffo:
le Borse sono salite, i rendimenti dei titoli di stato sono scesi, gli spread si sono ridotti, la Francia (orfana della sua tripla AAA) ha tenuto un'asta con rendimenti in discesa etc etc
E si scrivono cazzate come quelle di cui sopra sulla perdita di credibilità delle ag. di rating o sulle reazioni mature dei mercati,
come se ci fosse una perfetta coincidenza temporale causa-effetto tra il downgrade e le reazioni dei mercati...
La realtà è un'altra:
1- il mercato sconta&anticipa sempre...e già scontava da un millennio la stra-annunciata mossa di S&P
2- il mercato se ne fa un baffo perchè i downgrade sono nettamente sotto-dimensionati rispetto al giudizio assai più severo che il mercato stesso ha già dato: insomma...S&P è stata larga di maniche rispetto al Mercato che, attraverso i Rendimenti, sta giudicando parecchie Nazioni come se fossero già C e l'Italia manco per il pesce che sarebbe una BBB+....
Insomma...a guardare i rendimenti dei titoli di stato, il giudizio del Mercato è molto più severo: da qui ne deriva non solo il fatto che il giudizio del "notaio" S&P fosse già ampiamente scontato ma anche relativamente irrilevante,
non solo behind the curve (come sempre) ma addirittura under the curve....:-)
Anche il mitico Blogger&Trader 'mericano , invece che con quelli degli altri...
Another Nail in the Euro CoffinThe only unknown is how many more downgrades remain.
The marketplace is already valuing this paper at CCC levels, with ten year yields violently fluctuating around the 7% handle.
So the BBB+ awarded to Italy, down from A, seems generous in the extreme.....
Semmai IL VERO PROBLEMA delle Agenzie di Rating
è stato ottimamente inquadrato dal BLOG IHC...
e con il mistico complotto anglo-americano contro l'euro ha ben poco a che fare...
Rating: ma Prendete in Giro?
.....Stare a disquisire sulla correttezza di un paio di notch (i gradini minimi dei rating) in più o in meno mi pare per lo più un esercizio di retorica: se siamo nella cacca, non significa granché distinguere tra cacca+ e cacca-; di sicuro non serviva l’ennesimo warning ritardatario di una agenzia di rating per aver coscienza della situazione.
....il calo di qualità del debito sovrano francese è nelle carte da un anno...
Un altro dei motivi può essere perché i profondi legami tra Austria e la pericolante Ungheria non potevano che pesare sullo standing creditizio della patria di Mozart.
Un altro motivo è che sì, l’Italia di Monti ha messo un tappo ai conti pubblici, ma salvo patti formali tra PdL PD e Centro resta una forte incertezza politica che mette in dubbio riforme importanti per il futuro (oggi siamo ancora incagliati sui taxi, figuriamoci!)......
.....Questa non è una difesa delle agenzie di rating, sulla cui storia pesano errori mostruosi e pesanti ombre politiche; che siano mosse politicamente è l’ipotesi migliore, essendo l’alternativa la mera incompetenza.
Forse Lehman è stato un caso di incompetenza come forse le generose valutazioni sui prodotti di finanza strutturata....Insomma, non c’è molto da difendere…
....Il sistema finanziario è pesantemente regolato, si è detto più volte.
Una di queste regole, valida in tutto il mondo, quindi pure sul mercato italiano, è che qualunque ente voglia quotarsi in Borsa o qualunque strumento voglia essere scambiato su un mercato ufficiale deve dotarsi di un rating rilasciato da una delle tre primarie agenzie, cioè da Standard&Poor’s Fitch o Moody’s.
Non si scappa.
Sono proprio le autorità internazionali ad aver voluto – o accettato – la concessione di questo privilegio ad un numero ristretto di soggetti; sicuramente questo ha fatto comodo finché si voleva aiutare il tal amico banchiere a impacchettare scarti creditizi da rifilare al monetizzatore di turno (Banca Centrale o agenzie para-statali come FreddieMac… ma anche fondi pensione…)
...Appunto dico che chi ci prende in giro è (soprattutto) il Drago Draghi, in specie nel momento in cui dice che “dovremo abituarci a vivere senza rating”.
Eh no, caro, tu e i tuoi pari avete combinato questo casino attribuendo ex lege un potere di giudizio a pochi soggetti, ed adesso che questi tirano fuori risultati non graditi li ripudiate come fossero dei fastidiosi parvenu?
Purtroppo il giornalismo in materia è di scarsa qualità, perché nessuno ufficialmente rinfaccia tutto questo ai legislatori;
si scava sugli assetti proprietari di S&P’s, si fanno inferenze sul tempismo dei tagli di rating, si sussumono complotti internazionali (dai fini un po’ fumosi ma espressi con termini evocativi) o una terza guerra mondiale in cui le agenzie di rating sarebbero la nuova bomba atomica, ma non si dice che il rating spaventa tanto perché la situazione è effettivamente brutta e perché per legge la circolazione dei titoli finanziari e la composizione dei portafoglio sono obbligate a vincolarsi ai rating.
Le alternative?
Se il problema sono quelle tre agenzie allora basta eliminarne il monopolio e lasciare libera scelta: ogni emittente verrà giudicato sia per il rating che per l’agenzia a cui viene chiesto, la cui reputazione si formerà sul mercato (e non per decreto legge!).
Allo stesso modo si possono togliere dalle normative le richieste inderogabili di un rating, lasciando che siano gli emittenti a decidere se farsene attribuire uno e da chi, e lasciando poi agli investitori decidere quanto questo valga.
Si possono anche togliere i limiti di rating nella composizione dei portafogli di investitori istituzionali lasciando che ognuno si compri BTP anche se il rating scendesse sotto BBB (da BB+ in giù il titolo è “spazzatura”); la BCE fa già così ad esempio.
Oppure le agenzie possono venir pagate non dal richiedente di un rating bensì dalla Borsa di quotazione, eliminando così le “pastette” tra giudicante e giudicato nonché alzando il grado di responsabilità di tutti.
Finché non si arriva a queste soluzioni, e finché l’élite legislativa si limita a espressioni vocali proferibili da un qualsiasi liceale al bar, allora sono loro che ci stanno prendendo in giro.....
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