Ho aggiunto un paio di suggerimenti più ESPLICITI: rileggere il post please...
-----------------------------------------
L'incendio della tua casa statisticamente è un evento molto improbabile...
eppure la Polizza Incendio te la fai lo stesso (se non direttamente, c'è quella del condominio)
perchè il rischio sarà pure remoto ma è un rischio "bello grosso"...: se mai dovesse avverarsi, ti manderebbe in fumo TUTTO (o quasi)
Dunque, per sicurezza, ti fai lo stesso la Polizza Incendio.
Anzi, normalmente prendi anche ulteriori provvedimenti per incrementare la sicurezza, come mettere a norma l'impianto elettrico per evitare corto circuiti, non posizionare pile di giornali vicino ai fornelli etc etc
Insomma, oltre a fare la Polizza per un evento di RISCHIO REMOTO ma MOLTO DISTRUTTIVO, riduci ulteriormente il rischio già remoto con una serie di provvedimenti pragmatici e di buonsenso.
Non mi sembra che nessuno ragioni in questo modo: "l'incendio è una possibilità remota dunque non solo non faccio la polizza ma addirittura aumento il rischio e metto 10 taniche di benzina vicino ai fornelli ed al caminetto"....
In più....
pensate a quali precauzioni prendereste se vi trovaste in una situazione di pericolosità unica ed epocale in cui il Clima è secchissimo, ci sono un sacco di pazzi piromani che appiccano il fuoco a destra e manca, stanno scoppiando anche un sacco d'incendi spontanei...
e dunque rischia di bruciare TUTTA la città....
Pertanto mi chiedo...
Perchè sui BTP/BOT che SONO A RISCHIO
sia a causa della sempre più improbabile sostenibilità del Debito Pubblico Italiano
sia perchè sono denominati in UN EURO sempre più in bilico
molti boccaloni che sono cascati nella trappola del BTP/BOT Day,
stanno ragionando in modo diametralmente OPPOSTO
a come si ragiona sul rischio Incendio di Casa propria ??????????????????
Mah....?
Misteri dei piccoli risparmiatori che spesso......,
seguendo le cattivissime Muse ispiratrici
della (falsa) Ideologia
e della (stretta) necessità di breve,
giocano d'azzardo più e peggio di un Hedge Fund...
quasi sempre senza un briciolo di consapevolezza.
FUOR DI METAFORA...
- dovete capire che L'ITALIA e' a RISCHIO INCENDIO = A RISCHIO DEFAULT
- dovete capire che l'EURO è A RISCHIO INCENDIO = A RISCHIO DISSOLVIMENTO RISPETTO ALLA SUA CONFIGURAZIONE ATTUALE
- dovete capire che LE BANCHE ITALIANE sono A RISCHIO LIQUIDITA', a RISCHIO DI BLOCCO FUNZIONALE ed a rischio NAZIONALIZZAZIONE (almeno 3 di esse),
anche se il diluvio di liquidità della BCE dovrebbe averle tamponate almeno per un po' (si spera....)
Nota: in questa sede non do giudizi "etici" se sia giusto oppure no...ma vi evidenzio solo il dato di fatto
vedi nel mio blog 'sti cxxxx se le Banche erano a secco...
e vedi MAGIA DA PRESTIGIATORE di Zibordi
CHIARAMENTE nessun Rischio è CERTO, tantomeno quelli sopra esplicati.
Però fino a poco fa erano RISCHI MOLTO REMOTI
mentre adesso LO SONO MOLTO MENO....
Pertanto
in un contesto di CRISI EPOCALE come QUESTO
in cui gli incubi ritenuti impossibili si sono regolarmente realizzati....
voi cosa fareste???
Scommettereste tutti i vostri risparmi
tenendo TUTTO in Banca
e puntando SOLO
su ASSET IN EURO
e su ASSET DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO (Btp, Bot etc)
ovvero sommettereste TUTTO proprio sulla bomba atomica innescata che rischia di esplodere
PRIMA di altre???
E lo fareste senza differenziare, senza diversificare in paesi diversi, in valute diverse, in assets fisici e non "virtuali" etc etc?
Oppure vi comprereste una POLIZZA?
Anche piccola piccola...
che vi permetta di garantirvi dal RISCHIO ARMAGEDDON....
e che vi permetta, nell'ipotesi PEGGIORE, di cavarvela egregiamente come fecero gli Argentini dotati di Dollari in contanti????
Se invece la probabilità PEGGIORE non dovessse mai verificarsi...TANTO MEGLIO!
Avrete speso solo una parte minimale dei vostri risparmi
per garantirvi dal RISCHIO-tutto-in-maiuscolo....
Ci sono MOLTI MODI per farsi questa "POLIZZA"...
Il più semplice è, approfittando di eventuali rimbalzi dell'Euro,
convertire una parte dei propri risparmi (diciamo tra il 10% ed il 25%)
in un MIX IN CONTANTI DI VALUTE ESTERE
da custodire inizialmente in Cassetta di Sicurezza...o legalmente in conti esteri non-euro
poi si vedrà....;-)
Mettete in conto
su un piatto della bilancia una perdita cambio del 5%-10% da stoppare in caso di salvataggio SERIO dell'Euro e dell'Italia....
e sull'altro piatto della bilancia se tutto dovesse frantumarsi....il poter disporre di una DECISIVA riserva di emergenza che, oltre ad essere "safe e disponibile", si rivaluterebbe anche del +50%/+70% (almeno inizialmente).
vedi la mia intervista di qualche tempo fa su TISCALI NEWS: Crisi dell’euro, Bassi: "La priorità è proteggere i propri risparmi, no al Btp day"
PERCHE' NON E' UN CAZZO VERO CHE
SE SALTA L'ITALIA
TANTO SIETE FOTTUTI LO STESSO:
DIPENDE DA COME AVETE INVESTITO I VOSTRI RISPARMI....
E POTRESTE ADDIRITTURA TROVARVI IN UNA NOTEVOLE POSIZIONE DI VANTAGGIO.
ARGENTINA DOCET:
Il Grafico Dell'Argentina da Incorniciare - Cobraf.com
1) In Argentina il governo un lunedì del gennaio 2002 ha convertito tutto quello che la gente aveva in dollari o altre valute in pesos, ma ad un cambio che era la metà del 1 peso per 1 dollaro che era stato il cambio ufficiale dal 1991 al 2001 e ha congelato per un paio di mesi i conti bancari impedendo di togliere soldi oltre una cifra minima.
Inoltre ha messo controlli ai capitali per cui non hanno neppure potuto portarli via dopo la prima svalutazione e il peso è crollato del -75%.
Chi aveva i soldi a Miami in dollari invece li ha rimpatriati mesi o anni dopo ad un cambio di 3 o 4 peso per 1 dollaro e si è comprato tutto.
Questa estate la stessa cosa è successa in Bielorussia.
Se hai degli euro a Roma te li possono convertire per decreto in un "nuovo euro" o in una "nuova lira" istantaneamente. Se sono a New York o Londra al momento no, non hanno gli strumenti proprio anche tecnici e legali
2) se l'Euro salta e perdono il controllo della situazione possono chiudere le banche per qualche settimana come in Argentina o anche in USA negli anni '30 e allora avete conti a Londra e New York ti salva ad esempio anche dal fatto che non puoi vendere o liquidare o convertire se hai il conto in Italia
.........
3bis) Tuttavvia stiamo parlando di uno scenario di caos totale, paralisi del sistema bancario, cinque cambi di governo in un mese come è successo in Argentina... ognuno per sè e Dio per tutti, si salvi chi può....
Anche in questo caso il prelievo presso una banca italiana è automatico, presso il broker di New York no, sta a te dichiarare a fine anno.
Se hai un vero caos delle valute tipo quello delineato qui sotto in cui si ritorna alla lira oppure si ha un nuovo Euro più debole o più forte ecc...all'estero hai la possibilità di giocarla diversamente
Come ho ripetuto 1.000 volte
sui Bot/BTP potete benissimo fare TRADING CONSAPEVOLE e SPECULATIVO
con una piccola parte dei vostri Risparmi,
diciamo max 20%...
ma dipende dal vostro GRADIENTE DI RIMPIAZZO DEI RISPARMI FUMATI
ovvero "in quanto tempo grazie al mio lavoro ed al mio reddito riesco a recuperare i risparmi che mi sono fumato in ardite scommesse??".
Più IL TEMPO DI RIMPIAZZO E' BASSO PIU' POTETE PERMETTERVI DI RISCHIARE, semprechè la vostra fonte di reddito sia relativamente CERTA
e semprechè i vostri risparmi NON svolgano un ruolo decisivo per mantenere il vostro tenore di vita minimo.
In base ai sopracitati presupposti,
allora potete CONSAPEVOLMENTE giocare anche sui titoli di Stato del Botswana o dello Zimbabwe...
oppure giocare nel breve sui BTP e sui BOT....
Ma se INVECE
nell'investire su BTP&BOT fate SCELTE DI CAMPO TOTALITARIE
inconsapevoli, ideologiche, basate su presupposti errati, basate sul BISOGNO IMMEDIATO, pregiudiziali, pseudo-patriottiche, seguendo le pseudo-auctoritates della Casta,
giocandovi la maggior parte dei vostri risparmi e scommettendo sul futuro dei vostri figli...
INSOMMA SOSTANZIALMENTE da FESSI (ed anche un po' bisognosi...)
beh....ALLORA LE COSE CAMBIANO PARECCHIO.
Non vi fidate di me e di quello che vi ho detto 1000 volte su questo BLOG???
vedi per ultimo Che tristezza: anche Monti sponsorizza (in stile "Argentina") i BTP & i Bot...
Bene,
almeno ascoltate altre auctoritaes indipendenti della Blogosfera come
Cobraf:
Rinunciare ad un -30/40% della Propria Ricchezza
01:26 25/12/11
Un sito utile da leggere in italiano è quello di questo commercialista piuttosto noto nel suo settore che ha scritto diversi libri ed è molto professionale quando scrive sul web.
E' andato a cena con Alessandro Denicola, Oscar Giannino, Guido Tabellini, Franco Debenedetti e Piero Ostellino e racconta cosa dicono:
"..ero in compagnia di persone molto piacevoli che hanno in qualche modo attutito l'effetto devastante delle previsioni sul nostro Paese.
A livello economico si può scegliere tra un fallimento tipo Argentina o 15 anni di recessione pesantissima.
Tra una uscita dall'euro con effetti pari ad una guerra persa o una lenta agonia. Rinunciare ad un 30/40% della propria ricchezza, del potere d'acquisto del proprio stipendio (ma poi come vivi?) per recuperare competitività.
A livello politico si paventano timori per limitazione libertà personali e diritti soggettivi...."
Noto quindi che anche gente non ingenua come Ostellino, o DeBenedetti (il fratello, non il bandito...) prevede come me un... rinunciare ad un -30/40% della propria ricchezza per gli italiani...
Tuttavvia se uno si da una mossa e toglie i soldi dall'euro e dall'Italia, va anche al ribasso, compra altre valute e dell'oro, allora individualmente (non come paese purtroppo), è ancora in tempo per evitarlo, per se e la propria famiglia.
Preparano il Software per le Lire
00:30 25/12/11
Queste sono le notizie che possono creare panico.
Oggi sul Wall Street Journal riportano che la società belga che fornisce i softare per gli IBAN e Swift dei trasferimenti ha ricevuto la richiesta di preparare il software per il ritorno alla dracma, lira e escudo.
Ci sono altre notizie di preparativi iniziali ad esempio in Inghilterra.
D'altra parte so da fonte certa che da settembra la Presidenza della Repubblica italiana ha mandato una nota riservata a tutti i canali televisivi perchè evitino di parlare o di invitare in trasmissione gente che parli di un ritorno alla lira
Ricordo, perchè magari nel mezzo di tanti commenti si perde il filo delle cose essenziali, che a mio avviso è meglio avere i propri soldi :
i) in valute diverse dall'euro e
se in euro in titoli obbligazionari o azionari tedeschi, olandesi o austriaci
ii) in conti all'estero, non necessariamente in Svizzera, anche in Austria, Inghilterra o USA, Klagenfurt è vicina e non c'è dogana e a Londra ho sentito dire che ci sono diverse banche e con Ryanair puoi anche andarci ogni tanto con poco...
Contrariamente a quello che molti pensano
se depositi dei soldi in un banca NON LI TENGONO IN CASSAFORTE PER CUI ANCHE SE ABITI VICINO ALLA BANCA NON SEI PIU' VICINO AI TUOI SOLDI.
In una banca che ha 100 miliardi i soldi in contanti in media sono 5 miliardi (il 4.6% in Italia) gli altri 95 miliardi sono numeri in un foglio Excel.
Che la banca quindi sia a Londra o a Poggibonsi dove tu abiti non fa differenza perchè c'è un mega computer unico che rappresenta tutti i soldi che entrano ed escono e sta a Milano o nel caso ad esempio di BNL ora a Parigi, anzi con i servizi ora di "cloud" il server può essere in Irlanda.
I tuoi stessi soldi sono arrivati (in genere e in prevalenza) tramite bonifici ed assegni, cioè accrediti su computer.
I tuoi soldi in banca sono numeri digitati da qualcuno in un foglio elettronico di un server, quindi se anche la banca è a Copenaghen ti basta che ci sia un bancomat...
Anzi se la banca è all'estero con la stretta sul contante in corso finisce che sarà più facile prelevarli
Ovviamente è un discorso che prescinde dal trading e dallo speculare su un orizzonte temporale di un paio di settimane, perchè non salterà tutto nel prossimo mese.
Ma la logica e i numeri dicono che salterà probabilmente, diciamo entro l'estate-autunno del 2012 al più tardi
e Phastidio,
da non perdere NEMMENO UNA VIRGOLA....
soprattutto se in maniera TOTALMENTE INCONSCIENTE
NON SOLO NON VI SIETE ANCORA FATTI NEMMENO UNA POLIZZA MINIMA CONTRO IL POSSIBILE INCENDIO-DEFAULT + DISSOLUZIONE-EURO
MA ADDIRITTURA AVETE DECISO DI SCOMMETTERE TUTTI I VOSTRI RISPARMI DIRETTAMENTE SULLA BOMBA ATOMICA INNESCATA
In caso di fallimento
Monday, 26 December, 2011«L’operazione da lei richiesta non è al momento possibile».
di Alessandro Poggi
È già il quinto sportello bancomat che provate, ma non vi permette di effettuare prelievi di contante.
Chissà, ci deve essere stato un blackout elettronico o qualcosa del genere, pensate.
Per strada notate però che davanti a molti istituti di credito si sono formate code lunghissime di gente. Tornate a casa e trovate vostra mamma che è preoccupata perché la sua pensione non le è ancora arrivata.
Voi immaginate che magari c’è qualche problema tecnico che riguarda le banche.
Accendete la tv, ma in onda ci sono solo dibattiti di economia e non avete voglia di ascoltarli.
Passa qualche settimana, la vostra vita va avanti come prima, anche se nella vostra azienda hanno annunciato tagli del personale, ma voi l’avete scampata.
Nel portafoglio non avete più euro, ma delle nuove lire e vi accorgete che tutto vi costa di più.
Quell’iPhone che tanto desideravate, ora non potete neanche sognarvi di comprarlo.
Per averlo vi servirebbe l’equivalente di oltre uno stipendio mensile.
Che è successo?
Vi domanderete.
Ecco quello che è successo, il vostro Paese è andato in default.
Per settimane abbiamo letto sui giornali di record dello “spread” tra Btp e Bund tedeschi, di Italia sull’orlo del baratro e di un possibile sgretolamento dell’euro.
Ma se il nostro Paese dovesse fallire cosa sarebbe l’impatto sulle nostre tasche e come cambierebbe la nostra vita?
Dovremmo aspettarci scenari apocalittici, come molti temono, oppure si tratterrebbe “soltanto” di ridimensionare i nostri consumi e il nostro tenore di vita?
Inoltre quanto probabile è questa eventualità e perché siamo finiti dentro questa situazione?
“Default” è il termine anglosassone che viene utilizzato per descrivere la condizione di un Paese che non può più ripagare i propri creditori secondo gli importi e le scadenze prestabilite.
In pratica equivale a dire che uno Stato è stato sopraffatto dai debiti ed è andato in bancarotta, anche se la parola inglese forse fa meno paura.
Nelle ultime settimane è un rischio che ha coinvolto anche l’Italia perché gli investitori ci chiedono tassi di interesse più alti per prestarci denaro.
Tassi che sono quasi raddoppiati rispetto a qualche mese fa e che se dovessero ancora salire renderebbero il rimborso dei debiti sempre più difficile, praticamente insostenibile.
E’ come se l’Italia fosse una famiglia che avesse accumulato debiti superiori a quelli che potrebbe rimborsare con un anno di stipendi.
Se il suo reddito rimane lo stesso e le spese continuano ad aumentare prima o poi la banca blocca la carta di credito e chiede il rientro immediato dei prestiti.
Fino a non molto tempo fa l’idea di fallimento di un Paese dell’Eurozona era considerata soltanto come un’ipotesi remota, ora invece si è trasformata in una possibilità reale, contemplata nei report ufficiali di diverse istituzioni finanziarie.
Dire quanto sia probabile però non è semplice.
Guardando ai mercati, ci sono alcuni contratti chiamati Credit Default Swap (una sorta di assicurazione contro l’evento di default) che fino a non molto fa stimavano la probabilità che l’Italia dichiari bancarotta entro i prossimi 5 anni superiore al 30%.
Andiamo dunque a vedere quali sono gli scenari che si potrebbero profilare.
Innanzi tutto va detto che esistono vari gradi di bancarotta.
In altre parole lo Stato prima di dichiararsi insolvente, proverà a “ristrutturare” il suo debito, cioè cercherà di trovare un accordo con i propri creditori per restituire anziché la cifra pattuita, magari una somma inferiore e spalmata nel tempo.
Si tratta della cosiddetta “bancarotta soft” o controllata.
«La totale e completa bancarotta dell’Italia non è, nemmeno ora, un’eventualità plausibile» ci racconta dalla Nuova Zelanda Maurizio Piglia, direttore investimenti della banca Saving Investments, che aggiunge: «Ma una ristrutturazione del debito è una possibilità vera, anzi forse una necessità».
Questo vuol dire che i possessori di titoli di Stato (Bot, Cct, ecc.) non incasseranno più gli interessi (la cedola periodica) e alla scadenza dovranno magari accontentarsi al massimo di 70 centesimi per ogni euro investito inizialmente. Una “tosatura” non da poco per i risparmiatori italiani visto che il 14% dei titoli è in mano alle famiglie.
Da parte sua lo Stato si scrollerebbe di dosso una buona fetta di debito pubblico e continuerebbe a funzionare quasi normalmente visto che al netto degli interessi il nostro bilancio è quasi in pareggio.
Il vero problema riguarderà il collocamento di nuovo debito visto che gli investitori avranno tutte le ragioni per diffidare dell’Italia e chiederanno interessi più alti per compensare il rischio.
Forse più gravi si possono considerare le conseguenze macroeconomiche.
Molte banche – sia italiane che europee – hanno in pancia titoli di Stato italiani e, a fronte del mancato incasso di cedole, avranno bisogno di aiuti per ricapitalizzarsi e quindi ridurranno il credito alle imprese.
Tornerebbe il cosiddetto “credit crunch”.
Lo scenario diventerebbe invece più cupo e inquietante in caso di bancarotta “extrastrong”, cioè se lo Stato annuncia che non pagherà più i suoi debiti.
In quel caso i titoli in possesso di molti istituti di credito diventerebbero automaticamente carta straccia.
«Mettiamola così. La banca del piccolo correntista ha molti soldi investiti in titoli di Stato: se le sue perdite supereranno il patrimonio, lo Stato non potrà intervenire ad aiutarla, perché nessuno presta soldi a uno Stato insolvente» ci spiega il direttore dell’Istituto Bruno Leoni Alberto Mingardi.
«Quindi la banca del piccolo correntista non sarà in grado di rendergli i soldi che ha depositato.
Se la banca non ha soldi per rendere al piccolo correntista quel che ha depositato, figurarsi se ne ha per accendere il nuovo mutuo richiesto da una giovane coppia che si è appena sposata».
Molte banche dunque rischierebbero di fallire e ci sarebbe la corsa agli sportelli per ritirare i propri depositi prima che sia troppo tardi.
«Un default è un evento catastrofico nella vita di un paese, l’equivalente di un bombardamento bellico» ci spiega l’analista economico Mario Seminerio.
«Un default determina un drammatico impoverimento della popolazione, fallimenti a catena di imprese e un forte aumento della disoccupazione ».
Per capire cosa ci potremmo aspettare nella peggiore delle eventualità abbiamo dato un’occhiata a un documento intitolato Guida di sopravvivenza al default, che da qualche mese circola sulla Rete e in cui un blogger argentino e alcune persone che hanno vissuto il collasso dei regimi nell’Est hanno raccolto una serie di consigli per preparare la propria famiglia nel caso di bancarotta dell’Italia.
Tra le conseguenze immediate sono previsti:
«disoccupazione oltre il 25%»,
«limite alla quantità di denaro prelevabile »,
«stipendi dei pubblici dipendenti e pensioni che arrivano in ritardo o non arrivano per niente»,
«manifestazioni e scontri violenti nelle grande città»
e «problemi a reperire generi di prima necessità per metà della popolazione».
Ma dopo qualche mese il quadro non è destinato a migliorare perché tra i problemi da affrontare ci saranno:
«inflazione a due cifre»,
«completo degrado dei servizi pubblici» (sanità e polizia),
«generale impoverimento»
e «aumento della corruzione».
Inoltre sulla scia di quanto successo in Argentina nel 2001 è probabile che un default selvaggio provocherà anche un’uscita dall’euro con conseguenze devastanti per il Paese. La gente prenderebbe d’assalto le banche per portare fuori i capitali e così lo Stato potrebbe congelare i conti correnti per evitarlo.
Senza l’euro verrebbe creata una nuova moneta, con ulteriori complicazioni che derivano dalla necessità di cambiare i trattati europei e di riprogrammare tutti i bancomat e computer.
Se dovesse tornare la lira molti economisti stimano che per mantenere la competitività con l’estero la nuova moneta dovrà essere svalutata tra il 30 e il 60%.
Cioè lo Stato stamperà banconote diluendo però la ricchezza dei cittadini.
Se ad esempio la nuova lira varrà 1 euro, vuol dire che il mio stipendio anziché 1000 euro ora vale 1000 lire.
Fin qui tutto bene.
Ma se la benzina mi costava prima 1,5 euro al litro, il venditore estero ci vorrà guadagnare l’equivalente in nuove lire, cioè 3,75 in caso di svalutazione del 60%.
L’iPhone che costava 500 euro prima della svalutazione, ora mi costerà 1250 nuove lire, con lo stipendio però fermo a 1000.
Certo una nuova lire debole favorirebbe le esportazioni, ma è anche molto probabile che gli altri Paesi europei trovandosi una “piccolo Cina” a pochi passi possano applicare dazi doganali e altre misure di ritorsione commerciale verso l’Italia, che tra l’altro senza l’euro non beneficerebbe più dei vantaggi del mercato unico.
Ma il vero disastro sarebbe soprattutto per le aziende che ora fatturano in nuove lire, ma che devono ripagare i propri debiti esteri in euro e che rischierebbero seriamente di venirne schiacciate.
Ecco perché, a differenza di una famiglia o di un’impresa, se uno Stato fallisce le conseguenze saranno difficilmente arginabili.
Da Playboy, dicembre-gennaio 2012_________________
N.B. Non è affatto detto che un default/ristrutturazione del debito implichi anche la fuoriuscita del paese dall’euro. Ma il pezzo descrive in modo complessivamente realistico le verosimili conseguenze di questo evento catastrofico.