Come vi dicevo stamattina in Il Terremoto colpirà tutti...però, dopo il terremoto...
E' vero: il TERREMOTO COLPIRA' TUTTI ma DOPO....Ma il punto non è solo questo...non è solo (diciamo così...) INDUSTRIALE ed OCCUPAZIONALE
the day after
ci sarà qualcuno che ricostruirà e ripartirà più in fretta
chi invece lo farà molto lentamente
e chi invece non ripartirà proprio.
ma anche FINANZIARIO e di SOSTENIBILITA' & CREDIBILITA' DEL DEBITO PUBBLICO
Infatti
IMPORTANTE è anche valutare CHI ha maggiori risorse e maggiore CREDIBILITA'
per .................poter puntellare il proprio SISTEMA BANCARIO (anche se pieno di magangne...) in caso di TERREMOTO...
Anche in questo caso basta riguardarsi lo "storico" del post-Terremoto 2008-2009
dove tanto per fare un esempio a caso...
la Germania della "marcia" Deutsche Bank e delle marcissime Landesbanken regionali
cacciò fuori senza colpo ferire 200 miliardi di euroni crucchi per tamponare la situazione...
mentre la nosta Italia dalle Banche "più sane e "meno-subprime" (anche se sono in Crisi bancaria al rallentatore e con sensibili ACCELERAZIONI....) non riuscì ad andare oltre al Tremonti-bond in versione figurine Panini....
Di nuovo...io non voglio fare l'esterofilo ad ogni costo
ma LA REALTA' E' LA REALTA'....ANCHE SE DECIDIAMO DI NASCONDERE LA TESTA SOTTO ALLA SABBIA
Invece se decidiamo di NON NASCONDERLA
avremo sicuramente qualche possibilità in più da giocarci durante la CRISI-CAMBIAMENTO....
Ed adesso la parola al "magistrale" Phastidio:
....Anche la presa di posizione di Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, che settimane addietro ha tentato di quantificare in 200 miliardi di euro il fabbisogno di ricapitalizzazione delle banche europee, salvo poi fare una parziale retromarcia durante il G7 del fine settimana, getta ulteriore benzina sul fuoco dell’incertezza, anche se può rivelarsi un forte richiamo alla realtà.
Peraltro, una recente stima di Nomura ipotizza un buco di capitale di ben 350 miliardi di euro in caso le banche europee dovessero allineare a valori di mercato le loro posizioni di titoli di stato dei PIIGS.
La domanda è: chi dispone di questi fondi per ricapitalizzare?
E soprattutto, gli stati nazionali possono permettersi di “mettere sul mercato” i propri sistemi creditizi, magari accettando investitori sovrani di autocrazie petrolifere, o anche banche di altri paesi dell’Eurozona?
Qui occorre pensare alla capacità dei sistemi-paese di resistere ad un simile tsunami.
E’ altamente probabile, per non dire certo, che la Germania sia in grado di puntellare le proprie banche con iniezioni di capitale pubblico.
Lo stesso può dirsi, verosimilmente, per la Francia.
E per l’Italia?
Le fondazioni bancarie potrebbero avere non poche difficoltà, in caso venissero chiamate in breve termine ad ulteriori e robuste ricapitalizzazioni delle banche che controllano.
Potrebbe, quindi, porsi l’esigenza di un intervento pubblico, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti ed il fondo “strategico” che è stato messo in cantiere in fretta e furia ai tempi della bizzarra “sistemicità” di Parmalat.
Fantafinanza e fantapolitica?
Forse.
Di certo, questa crisi è destinata a mutare drammaticamente gli equilibri di potere, tra nazioni dell’Eurozona ed all’interno delle medesime.
Per un paese come il nostro, che da sempre fa dell’incapacità a programmare uno disfunzionale stile di vita, il test più difficile.............