venerdì 24 giugno 2011

Mamma Mia!


In perfetta intonazione con le mie analisi sull'Italia,
scrive oggi un Giornalista economico navigato ed esperto come Ugo Bertone:
Economia e Finanza FINANZA/ Bertone: Italia, prossima vittima della speculazione? .....
La crescita europea ricalca lo schema dei polli di Trilussa: la locomotiva tedesca cresce a ritmi sensazionali, il sud Europa segna il passo.
In generale, l’economia globale arranca più del previsto

....L’Italia, che dal Duemila in poi sembra che abbia registrato il peggior tasso di crescita del pianeta (con l’eccezione d Zimbabwe e Haiti) non perde l’occasione per ridurre la sua velocità di marcia.....
Ma non si tratta di un rallentamento congiunturale, in sintonia con l’economia mondo: il Bel Paese si sta avvitando su se stesso, al punto che “in assenza di riforme strutturali” la crescita rischia addirittura di dimezzarsi a un modesto 0,6%.

Insomma, non basta la valvola di sfogo dell’export su cui fa conto l’industria italiana che trae profitto dalla corsa della locomotiva tedesca.

Una gigantesca cappa di incertezza, drogata dalla paura di possibili se non probabili “sberle” fiscali per tener fede alle promesse europee (altro che sgravi...), incide sui consumi delle famiglie, mentre i ritardi nei pagamenti, soprattutto sul fronte pubblico, frena, se non paralizza, buona parte della piccola industria a partire dall’edilizia.....

.....O si investe in quelli che Confindustria chiama i “campi da dissodare” (semplificazione, realizzazione di opere pubbliche, liberalizzazioni e apertura del mercato in molti servizi, più formazione, efficienza della pubblica amministrazione, contrasto all’evasione, riforma fiscale)
oppure in un futuro non tanto lontano sarà necessario uno shock formato ‘92
(NdR Patrimoniale, prelievo forzoso dai c/c etc).....
....... Anche perché con i tempi che corrono non è sensato sperare in un consenso politico sull’unica riforma che potrebbe far tornare il Paese a crescere: un taglio strutturale della spesa pubblica.
E allora prepariamoci a indossare l’elmetto

.....l’Italia è il prossimo “pilastro” dell’area euro che potrebbe cadere sotto i colpi della speculazione che, al solito, preferisce i quattrini facili che si fanno giocando contro i Btp piuttosto che il finanziamento dell’economia reale.
Le ragioni?

Oltre all’elevato debito pubblico e al basso tasso di crescita,
Altman mette il dito sulla piaga della scarsa solidità patrimoniale delle imprese: una nuova caduta delle quotazioni azionarie metterebbe a serio rischio una parte consistente del made in Italy che sta in piedi solo grazie al paracadute delle banche (a loro volta garantite dai pegni azionari).
Non si tratta di fare inutile allarmismo.

Ma la situazione è difficile.
E non se ne viene fuori se non si riscopre un obiettivo comune su cui far convergere un’ampia maggioranza di interessi.......
la politica urlata, da troppo tempo, nasconde il vuoto politico.....

Abbiamo già parlato a fondo in questo BLOG dei probemi strutturali italiani e della sua non-crescita.
Oggi mi preme ribadire il concetto di scarsa patrimonializzazione delle imprese made in Italy ed il loro essere legati a triplo filo con il sistema bancario nazionale: in un momento di Crisi come quello attuale questo "circolo vizioso" si sta pericolosamente avvitando verso il basso.

Il 17 Maggio scorso scrivevo
L'italia e la sua "crisi (bancaria) al rallentatore"
La DEFINIZIONE del Giorno: Felix Zulauf, gestore di navigata esperienza di un Hedge Fund, in una recente intervista alla CNBC ha dichiarato che il nostro Paese è il prossimo in lista d’attesa per un salvataggio da parte di Ue e Fmi poiché «in Italia sta dipanandosi una crisi bancaria al rallentatore».
“Tutti quanti stanno guardando la Spagna ma io penso che la prossima nazione sarà l’Italia” «Ciò che noto è un tremendo flusso in uscita di depositi.

È una crisi bancaria a rallentatore e il sistema bancario è il più grande acquirente di bond governativi italiani.

Le banche hanno comprato tra il 60% e il 90% dei bond emessi negli anni recenti e visto lo sviluppo dei balance sheet del sistema bancario italiano, non saranno più in grado di farlo.A questo punto mi chiedo chi comprerà quei bonds».
Questo, sempre secondo Zulauf, creerà pressione sui redimenti dei bonds italiani e potrebbe rigettare l’Italia dentro una nuova recessione.
Ecco un ottimo esempio della nostra Crisi Bancari al Rallentatore:
...Ma i dolori sorgono quando si tratta del debito delle imprese non finanziarie, cioè del nostro sistema produttivo. Sappiamo che le nostre imprese sono mediamente piccole e poco capitalizzate.
La vulgata si conferma osservando il dato “Debito lordo delle società non finanziarie”, pari al 119 per cento del Pil, ma soprattutto “Debito sul patrimonio delle società non finanziarie”, pari al 135 per cento del Pil.
Che significa quest’ultima voce?
Essenzialmente, che le nostre imprese sono sottocapitalizzate.
E quindi, che problemi implica tutto ciò? Problemi in capo al sistema bancario.
....................
Quindi, riepilogando: la sottocapitalizzazione del sistema delle imprese implica un elevato ricorso al credito bancario, che pone problemi di rientro dei prestiti erogati dalle banche, che oltre dati livelli determina necessità di ricapitalizzare le banche, come di fatto sta avvenendo.
Il canale di trasmissione della malattia italiana porta sempre alle banche, non dal versante dei mutui ma da quello dei crediti alle imprese........................
Il sistema creditizio italiano, sopravvissuto senza interventi pubblici di sostegno alla crisi finanziaria, rischia di entrare in crisi per la ormai cronica debolezza economica del paese, per gli effetti differiti della crisi sul sistema produttivo e per alcune irrisolte debolezze strutturali del settore. ...........
......una crescita economica estremamente modesta, è probabile che a breve termine la qualità degli attivi delle banche italiane possa subire un ulteriore deterioramento, in quanto il quadro congiunturale debole è destinato a influire negativamente sulla capacità dei debitori di ripagare i prestiti.....
ed il 23 maggio scrivevo in
Italia: la "Crisi al rallentatore" prende velocità...
.......Vediamo QUI altri DATI significativi ed incontrovertibili (nè di destra nè di sinistra...) fermo restando che la Classe Politica è la principale responsabile ma in fondo siamo TUTTI COLPEVOLI....imprenditori in primis... ... il problema è la costanza del basso livello di crescita del PIL.
L’Italia è quasi un “campione” nella lentezza della crescita del PIL, che ha segnato una crescita media dello 0,6% nei primi dieci anni del secolo.

Una situazione che dovrebbe destare preoccupazioni ma sembra essere considerata secondaria da politica ed opinione pubblica.

GDP Three

Insomma adesso capite meglio perchè le Banche Italiane stanno facendo un sacco di aumenti di capitale?
O perchè fanno cassa ogni volta che possono?
Vedi, tanto per fare un esempio qualunque, Intesa San Paolo
che dopo il suo recente Aumento di Capitale di tutto rispetto ed a forte sconto
Intesa Sanpaolo: Aumento Capitale Da 5 Mld a 1,369 Euro Per Azione
...Gestione di IntesaSanpaolo ha fissato il prezzo unitario delle nuove azioni alservizio dell'aumento da 5 miliardi di euro. Verranno emesse3.651.949.408 azioni ...
da Yahoo! Finanza: Ultime notizie -
è passata alla vendita di assets vari&assortiti, che naturalmente verranno definiti come "non strategici"....;-)
- Intesa Sanpaolo: Vende 4% Di Prada Per 360 Mln
- Intesa Sanpaolo cede restante 25% di Findomestic a BNP Paribas
La cessione porta a un impatto positivo per il Gruppo nel secondo trimestre 2011 sull’utile netto consolidato per circa 130 milioni di euro....
Insomma se l'Italia continua a NON-crescere,
se il suo sistema imprenditoriale continua ad essere in sofferenza
e se in sofferenza inizia ad andare anche il Debito Pubblico italiano con i suoi BTP dei quali le nostre Banche sono cariche come muli....
potete benissimo immaginare da soli che le nostre Banche continueranno a SPOLPARSI ed a SFALDARSI... prima le più deboli e poi le più forti.

E come sempre Moody's giunge solo a CONFERMARE L'OVVIO...
Avvertimento Moody' s sulle banche italiane: sotto osservazione il giudizio di 16 istituti
Banche italiane nel mirino....

....L'agenzia di rating ha annunciato ieri a mercato chiuso di aver messo sotto osservazione il giudizio di 16 banche per un possibile downgrade.
Tra queste, Banco Popolare, Carige, Intesa Sanpaolo e Mps. Outlook in calo invece su altri 13 istituti, tra cui Credem, Creval e Ubi.
....."I rating di queste banche sono sensibili anche a un lieve cambiamento nel merito di credito del governo e nelle sue capacità di sostenere gli istituti di credito nazionali"....
Un concetto ribadito anche da Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea: in generale, le sorti delle banche sono legate con doppio nodo a quelle del debito nazionale, visto che sono le principali finanziatrici attraverso gli acquisti dei titoli di Stato......
Come vi ho già detto, il CASO GRECIA dovrebbe preoccupare molto di più l'ITALIA(&affini)
piuttosto che i "Paesi Forti", anche se maggiormente esposti in modo diretto con il loro sistema bancario.
Insomma, il tempo scarseggia sempre di più....
e la nostra classe politica (indifferentemente se di sinistra o di destra) pare che stia vivendo su Marte...
o che pensi che l'Italia sia la Germania....od addirittura meglio...;-)

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