martedì 1 febbraio 2011

Indici PMI Manifatturieri: alla ricerca dell'equilibrio ideale


Ai primi segnali di ripresa dall'abisso della Grande Crisi si tifava affinchè gli Indici PMI manifatturieri recuperassero il più possibile per tornare quanto prima in territorio di espansione (sopra i 50 punti) e per poi rimanerci belli pimpanti.

Adesso invece l'aria sta cambiando: il livello assoluto degli indici manifatturieri non è più la misura very cool ma si guarda soprattutto ai Prices Paid ovvero al termometro dell'Inflazione.
Infatti un Indice Manifatturierio (per es. l'ISM Manifatturiero Nazionale USA oppure i regionali Chicago PMI, NY Empire Index, Philly Fed etc) può anche uscire a livelli assai elevati ma, essendo la media di vari sotto-indici, bisogna andare a valutare i pesi relativi: se i prices paid la fanno da leone nell'alzare il livello totale dell'Indice, allora c'è ben poco di cui esaltarsi...
Perchè puoi anche vendere un milione di frullini ma, se i margini vengono mangiati dall'inflazione, allora la potenza di fuoco diventa meno importante rispetto agli elementi qualitativi.

Per esempio ieri l'indice Chicago PMI se n'è uscito con uno stellare 68,8 ma non ha esaltato più di tanto le Borse USA perchè preoccupavano i prices paid schizzati ad 81,7 ovvero si guardava soprattutto al rischio super-inflazione.
Normalmente, con un elevato aumento dei prices paid, rischiano di crollare i margini e gli utili delle società quotate ovvero l'unica cosa alla quale guardino realmente le Borse...
Infatti l'aumento dei costi dovuto all'inflazione (in particolare delle materie prime) non è del tutto scaricabile sugli output prices ovvero sul solito utente finale, altrimenti ti crollano i consumi.
Chicago PMI Points to Heating Economy / Input Prices
















Adesso dunque si tifa per dei PMI manifatturieri che non mostrino solo "i muscoli" ma anche una certa grazia....alla ricerca del punto di equilibrio ideale tra Crescita ed Inflazione, soprattutto nei paesi "Emersi" ad inflazione very hot.
Vedi dunque il caso di oggi del PMI manifatturiero Cinese, con le due solite rilevazioni.
- Quella statale in Gennaio ha corretto dai 55,2 di due mesi fa ai 52,9 (il minimo da 5 mesi): in molti hanno iniziato a dedurne che il tightening del governo cinese stia funzionando, che l'inflazione stia rallentando e che l'economia stia evitando di surriscaldarsi, pur mantenendo un ottimo livello di produttività manifatturiera.
I più sgamati però hanno malignato che il PMI redatto da "fonti governative" avrebbe taroccato l'inflazione abbassandola...
- Infatti la rilevazione privata del PMI Cinese di Gennaio tenuta da HSBC non si è spostata di una virgola rispetto a Dicembre ed è rimasta a quota 54,5, bella solida e tosta...insieme alla sua pericolosa inflazione very hot.

Ma tanto....come dice Geithner, il segretario al Debito USA....opppsss volevo dire al Tesoro USA...,"l'inflazione non è un grande rischio per l'economia" ...
Ed infatti tutti gli operatori di Borsa la stanno tenendo continuamente NEL MIRINO, al centro delle loro strategie d'investimento e delle loro analisi macro-economiche: troppo onore per un dato irrilevante che non metterebbe a rischio le Economie....

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