Nelle Borse di tutto il Mondo è appena andato in scena il rally pre-natalizio.
Oggi invece è iniziato il rally di fine anno, al quale seguirà il rally della Befana e poi quello dei "giorni della Merla" ...etc etc etc
Sono Rally iper-annunciati che si auto-avverano: molti li vogliono e MOLTI NE HANNO BISOGNO.
Sono rally che si sviluppano su volumi "ectoplasmatici".
Sono rally quasi del tutto auto-referenziali: impermeabili alle pessime notizie ed iper-infiammabili alle buone notizie.
Sono rally perfettamente coordinati e globalizzati su tutti i mercati del mondo (quasi per magia...).
Insomma sono Rally che, in un'atmosfera rarefatta e vacanziera, mettono a NUDO il GIOCO che è in atto da mesi nelle Borse Mondiali.
Chi pratica il Trading fa benissimo a sfruttarli ed a cavalcarli.
Questo BLOG però non è mirato al trading: ho fatto questo cappello introduttivo solo perchè il discorso che segue rischiava di sembrare un po' troppo SURREALE...anche se in effetti è perfettamente logico e consequenziale.
Come ripeto da tempo le Borse di Stato per ora salgono quasi esclusivamente sulle "PIL-protesi" una tantum a spese dei debiti pubblici, in applicazione del keynesianesimo più sfrenato e socialistoide (vedi un paio di esempi qualunque: numero 1 e numero 2).
Infatti "camminare sulle proprie gambe e senza stampelle" rimane tuttoggi una pura utopia: persino una "locomotiva" come la Cina, stando alle ultime dichiarazioni, non è minimamente intezionata a diminuire il "pompaggio statale" dell'economia.
- Gli Stati, dopo aver tamponato il sistema bancario con una marea di denaro dei contribuenti, fanno a gara a chi stimola di più l'economia con piani faraonici che dopano i vari settori considerati "strategici" ed allo stesso tempo fanno peggiorare il rapporto debito/PIL del +50%/+100% in pochi mesi...
Persino Craxi nei mitici anni '80 ebbe bisogno di almeno 4 anni per inaugurare la china discendente del debito pubblico italiano....
- Le Banche Centrali hanno messo in campo le politiche monetarie più espansive della Storia dell'Uomo: con tassi a zero a tempo indeterminato, riacquisto di titoli di stato, stampa di denaro dal nulla, enormi iniezioni di liquidità gratis, tecniche intensive per rendere i mutui artificiosamente regalati etc etc
Tutte queste misure statali si stanno scontrando CON LE TENDENZE NATURALI dell'economia, dei consumi, del credito etc che andrebbero in tutt'altra direzione: si sta cercando di forzare la mano ai NATURALI PROCESSI DI AGGIUSTAMENTO socio-economici e finanziari.
E l'uomo, animale rapace per eccellenza, ne sta approfittando alla grande..semprechè si trovi nella posizione giusta per approfittarne, un po' come succedeva alla burocrazia d'apparato dei tempi dell'URSS....
La SCOMMESSA è ardita quanto pericolosa: stuprare la NATURA e pensare che si possano guidare tendenze socio-economiche iper-complesse con un semplice dualismo pompo/smetto di pompare e con la scelta del timing/dose da somministrare.
Il tutto a spese di un pesante sfondamento dei debiti pubblici che in teoria verranno corretti nel tempo grazie all'innesco di una Ripresa consistente/continuativa e grazie ad una futura (molto futura) politica di tagli e risparmi pubblici....dopo aver scialato tutto lo scialabile.
Nemmeno Hari Seldon con la sua Psicostoria era stato così determinista e dirigista: nelle sue previsioni sul futuro dell'Impero Galattico aveva comunque messo in conto il clinamen, l'imprevisto.
Ma Seldon, nella fantasia di Asimov, era uno scienziato imparziale, guidato solo dalle sue teorie...e non dalle lobbies, dalla pagnotta e dal mantenimento dello status quo e dei privilegi acquisiti.
La SCOMMESSA infatti è fallace e non-imparziale: una strategia di mantenimento del sistema grazie alla SOCIALIZZAZZIONE delle perdite a vantaggio di pochi, viene presentata come imprescindibile ed a vantaggio di tutti.
Vabbè...bando alle masturbazioni mentali e passiamo alle preoccupazioni dei "non-del-tutto-integrati integralisti-keynesiani"...come il premio Nobel per l'economia Paul Krugman (insieme al suo "compare" Stigliz)
Il nostro Paul considera lo sbracamento del debito pubblico come un trascurabile effetto collaterale anzi come un qualcosa di eccitante e stimolante...
Dunque Krugman è molto preoccupato non tanto dallo sbracamento dei 12.100.000.000.000 miliardi del tetto di spesa pubblica USA aumentati di recente a 12.400.000.000.000...ma è preoccupato piuttosto dal fatto che i driver una tantum della crescita (stimoli statali e re-stocking) si stiano rapidamente esaurendo e che svaniranno dopo il primo semestre 2010.
Il rischio dunque è che la Ripresa metta la marcia indietro trasformandosi in una seconda gamba a "W" della Recessione (un po' meno del 50% di possibilità secondo il buon Paul).
Infatti come diceva il grande Vecchio della FED Paul Volcker: There's No Growth Other Than What The Fed's Pouring Into The Economy (Non c'è altra crescita oltre a quella che la FED sta riversando nell'economia).
Ebbene...è necessario pensare quanto prima ad un secondo mega-piano di stimolo marca "Obama" perchè il primo da 800 miliardi di dollari si sta esaurendo...
Bisogna dunque imitare l'esempio del Giappone che ha varato un nuovo piano di stimoli per contrastare l'esaurimento di quelli precedenti: la borsa Giapponese in un amen è passata dai 9100 punti ai 10.600 punti...una vera e propria manna per i "soliti noti".
Krugman: 'Reasonably High Chance' Economy Will Contract Next Year (VIDEO)
Ed ancora vi consiglio di leggere (in inglese) questa istruttiva Krugman-disamina di come funziona e di come si distribuisce nel tempo un super-piano di stimolo socialista-keynesiano, con tabella annessa....
Stimulus timing
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E sapete cosa ho scoperto proprio mentre scrivevo questo articolo...solo DOPO aver citato spontaneamente la Psicostoria di Asimov????
Ho scoperto che Paul Krugman si è avvicinato all'economia proprio grazie alla sua passione per la Psicostoria di Hari Seldon! Quale migliore conferma per il determinismo "fantascientifico" della scuola keynesiana?
...According to Krugman, his interest in economics began with Isaac Asimov's Foundation novels, in which the social scientists of the future use "psychohistory" to attempt to save civilization. Since "psychohistory" in Asimov's sense of the word does not exist, Krugman turned to economics, which he considered the next best thing...
Nel frattempo i "libertari" seguaci di Von Mises e della scuola "austriaca" ed i seguaci della scuola liberista di Chicago a larghi giri volteggiano come "avvoltoi" sull'attuale trionfo dell'assistenzialismo keynesiano a spese del debito pubblico...in attesa della loro "revanche" dall'alto dei loro"sacri pilastri di saggezza":
- Non c'è modo di evitare il collasso finale di un boom indotto da un'espansione creditizia.
La scelta è solo se la crisi debba avvenire prima come risultato dell'abbandono volontario di un'ulteriore espansione del debito o più tardi con la totale catastrofe del sistema monetario coinvolto" (Von Mises)
- ....la superiorità del libero mercato rispetto alla pianificazione economica statale.
Sosteneva l'impossibilità in regime socialista di calcolare il complesso economico, teoria poi ripresa da un allievo di Mises, Friedrich von Hayek, il quale sosteneva, come già faceva a suo tempo Mises, l'inevitabile crollo dell'Unione Sovietica proprio per questo motivo.
Certo che, al di là delle scelte di campo, a me spaventa sommamente una filosofia che pensa di gestire le iper-complesse tendenze socio-economiche globali manovrando millimetricamente un MANOMETRO.
Anche perchè tale MANOMETRO è assai pretestuoso e TARATO sulle lobbies dominanti.
In ogni caso, anche essendo "keynesiani & ottimisti", il cammino della Ripresa post-Crollo rimane ancora molto lungo come fa notare il solito Krugman nel suo "L'Era delle Aspettative diminuite" (Age of diminished expectations)
...Sorry, But 3.5% Growth Is Not A "Surge"....
“Economy poised for surge as most accurate economist see U.S.” reads the Bloomberg headline. So it’s a major disappointment to read what Bloomberg considers a “surge”: 3.5 percent growth in 2010.
Um, that’s really subpar for recoveries, let alone recoveries from deep slumps:...........
...Misurato in termini di trimestri persi, cioè di quanto indietro nel tempo sono tornati i livelli della produzione, la maggiore gravità della situazione italiana risulta evidente: i 12 e 13 trimestri di Francia e Germania si confrontano con i quasi 100 dell’Italia....
...Nello specifico, e rimandando il lettore alle tavole 1 e 2 del paper, il livello di produzione industriale italiana è tornato al secondo trimestre 1986, quello tedesco al quarto trimestre 1999, quello francese al primo trimestre 1994.
Come si nota, quello italiano è un autentico crack, che conferma (se mai ce ne fosse stato bisogno) che affermare che il nostro paese ha navigato in questa crisi meglio dei nostri concorrenti è una fallacia assoluta.
Dal lato più generale del Pil, l’Italia in questa crisi è tornata indietro di 34 trimestri, contro i 13 e 12 rispettivamente di Germania e Francia.
Naturalmente la notizia è rimasta sepolta nella cronaca natalizia, e forse è meglio così, visto quanto è inquietante.
....Uno degli errori più comuni commessi dalla stampa e dai commentatori politici è quello di considerare solo le variazioni di una grandezza, non i suoi livelli. In tal modo l’analisi finisce col perdere profondità prospettica. Sono ancora e sempre troppo pochi quelli che riescono a realizzare che, quando una grandezza perde il 50 per cento, necessiterà di una ripresa del 100 per cento solo per tornare al livello di partenza. Non sorridete, in questo paese abbiamo un disperato bisogno di partire dalle nozioni di base.....