Ringrazio i miei lettori per il forte sostegno dimostratomi ieri: è anche grazie a VOI se il mio salva-vita scatta solo ogni tanto e per breve tempo.
Staccare in caso di sovraccarico è importante per non bruciarsi il cervello e per tornare lucidi al 100%.
La Passione d'INFORMARE riprende poi il sopravvento insieme alla costanza di "filtrare" tutti quei "rifiuti biologici" (eufemismo) che circolano nelle tubature dell'Informazione Integrata....
Oggi comunque rimango ancora in disparte e faccio fare a "qualcun altro" la figura del "catastrofista" che predica prudenza mentre si naviga sopra ad un mare di Champagne e bollicine....
Il nostro bravo Paul Krugman, premio Nobel per l'economia e sodale di Obama, da circa tre-quattro mesi sta facendo in USA una campagna socialista intensiva degna di Mao-tse Tung...
Vuole a tutti i costi una seconda tornata di stimoli da almeno 500 miliardi di dollari, vuole un piano speciale per il lavoro modello Roosvelt in tempi di guerra, vuole tenere i tassi a zero indefinitamente ed altri "piani quinquennali" del genere....
E tutta questa "manna" secondo Krugman può tranquillamente impattare sul debito pubblico americano aumentandolo a dismisura senza destare preoccupazione (secondo lui....): del resto se fino ad oggi Belgio, Italia e Giappone non hanno ancora fatto default con il loro 100% e fischia di deb/PIL perchè dovrebbero farlo gli USA...si chiede candidamente l'allegro economista spendaccione?
Non voglio entrare qui nel merito delle sopracitate soluzioni proposte da Krugman che in buona parte NON condivido.
Condivido invece in pieno L'ANALISI DELLA SITUAZIONE: tutto questo "socialismo d'emergenza" e questa politica del "deficit allegro" proviene da una PAURA profonda di Paul ovvero la paura di ricadere in Recessione, la paura dello schema a W (double dip) visto che un economista intelligente come Lui continua a vederne preoccupanti segnali.
E Paul non è un catastrofista genetico come Roubini ma piuttosto un ottimista a ragion veduta....
Perchè RIPETO : I SEGNALI della "W" CI SONO anche se vengono bellamente ignorati navigando sul mare di Champagne e bollicine...
Krugman parte dal deludente ISM manifatturiero uscito ieri in USA (che però tutti hanno titolato con "continua l'espansione del manifatturiero!"...) per lanciare il suo WARNING di Recessione a W.
Come qualunque persona sensata e prudente che non debba campare "auto-avverando" rialzi infiniti di borsa....Paul vede due grossi limiti:
1- Buona parte della crescita del PIL USA è generata dai piani di stimoli statali che vanno esaurendosi
2- L'altra buona parte della crescita del PIL USA è generata dal re-stocking, dal rimbalzo degli inventari ed anche questo fattore va esaurendosi.
Latitano dunque i VOLANI duraturi della ripresa: la domanda finale, gli investimenti aziendali, i consumi, etc...Insomma manca il PRIVATO mentre abbonda a compensazione il PUBBLICO che non può sostituirsi all'infinito....
In un mio passato articolo "In questo mondo di debiti..." riportai questo Grafico ESEMPLARE che evidenzia come il PUBBLICO abbia sostituito per ora il PRIVATO per compensare gli effetti della Grande Crisi. Ed in questa accezione i segnali di ripresa sono ancora molto sbiaditi o del tutto assenti.
Sono cose che abbiamo già detto centinaia di volte ma è bene ribadirle ogni tanto perchè lo Champagne rende la testa leggera e la memoria smemorina....
Vedi in questo Blog
prima di tutto Un po' d'aritmetica ed Il Rimbalzo
e poi Ho pescato un pesce grosso così..., Cannibalizzazione, I conti tornano etc
--------------------------------------------------------------------------
Double dip warning
di Paul Krugman
I’ve never been fully committed to the notion that we’re going to have a “double dip” — that the economy will slide back into recession.
But it has been clear for a while that it’s a serious possibility, for two reasons. First, a large part of the growth we’ve had has been driven by the stimulus — but the stimulus has already had its maximum impact on the growth of GDP, will hit its maximum impact on the level of GDP in the middle of next year, and then will begin to fade out.
Second, the rise in manufacturing production is to a large extent an inventory bounce — and this, too, will fade out in the quarters ahead.
Two stories this morning highlight the risks.
The WSJ has a report on highway construction titled Job Cuts Loom as Stimulus Fades:
Highway-construction companies around the country, having completed the mostly small projects paid for by the federal economic-stimulus package, are starting to see their business run aground, an ominous sign for the nation’s weak employment picture.
Meanwhile, the ISM for manufacturing suggests that industrial growth is already slowing down.
I’d be more sanguine about all of this if there were any indications that private, final demand is taking off — consumers, business investment, whatever. But I haven’t seen anything suggesting that sort of thing.
The chances of a relapse into recession seem to be rising.
Ecco altri interessanti dati & considerazioni da ZeroHedge
Manufacturing ISM Drops To 53.6 From 55.7, Comes Below Expectations; Double-Dip Threat Looming
The November manufacturing ISM dropped to a below expected 53.6, down both relative to October's 55.7, and to expectations of 55. Another 3.6 point drop and we are well on our way to a double dip, which is a certainty anyway once the administration stops subsidizing a major portion of the GDP.
NOVEMBER 2009 MANUFACTURING INDEX SUMMARIES
PMI
Manufacturing growth decelerated in November as the PMI registered 53.6 percent, a decrease of 2.1 percentage points when compared to October’s reading of 55.7 percent. This continues the recovery in the sector, but at a slower rate of growth. A reading above 50 percent indicates that the manufacturing economy is generally expanding; below 50 percent indicates that it is generally contracting.
A PMI in excess of 41.2 percent, over a period of time, generally indicates an expansion of the overall economy. Therefore, the PMI indicates growth for the seventh consecutive month in the overall economy, as well as expansion in the manufacturing sector for the fourth consecutive month. Ore stated, “The past relationship between the PMI and the overall economy indicates that the average PMI for January through November (45.4 percent) corresponds to a 1.3 percent increase in real gross domestic product (GDP). However, if the PMI for November (53.6 percent) is annualized, it corresponds to a 3.9 percent increase in real GDP annually."