giovedì 12 novembre 2009

Boom Boom Debito Islanda


Come ho ripetuto 999 volte in questo Blog, per salvarci dall'esplosione della BOLLA del debito privato è stata messa in piedi in piedi la BOLLA finale...quella del DEBITO PUBBLICO.
Gli Stati (leggi contribuenti) ci hanno messo la faccia e non solo quella....

Il gioco può funzionare fino a quando il mondo si accapiglia in asta per strapparsi di mano i titoli di stato dei "debiti pubblici forti" accontandosi di interessi da fame.
Vedi per esempio le ultime due emissioni RECORD di T-bond USA triennali (40 miliardi) e di T-bond decennali (25 miliardi) che sono andate a ruba (con qualche scricchiolìo per il decennale).
Ci sono varie ragioni a "doppio e triplo filo" per cui queste aste vanno incredibilmente bene e pagano tassi incredibilmente bassi rispetto al rischio: le ho già elencate più volte nel Blog.
Al momento m'interessa sottolineare come fino a quando queste aste andranno a ruba con tassi very cheap, gli USA & compari potranno liberamente tamponare cani & porci in barba al mercato, ed il gioco si reggerà.

Anche se nel Club dei rating tripla AAA inizia a manifestarsi qualche crepa...in particolare sull'U.K. (vedi La Regina sta per perdere il rating).
Consiglio inoltre di leggere questo articolo (in inglese)
Sovereign Credit Ratings: China Up ... UK, US, Japan and France In Question?

Ed anche l'ex-virtuosa Francia....
...Si fa più difficile la situazione dei conti pubblici in Francia. Il deficit è, infatti, più che raddoppiato nel corso dell'ultimo anno: alla data del 30 settembre è salito alla ragguardevole cifra di 125,8 miliardi di euro contro i 56,6 di un anno fa....

Nel frattempo continuiamo a monitorare i debiti pubblici "minori", quelli più deboli... attraverso la nuova telenovelas "Boom Boom Debito"...
Infatti come scrivevo quando il 10 settembre 2009 andò semi-deserta un'asta di Titoli di stato della Polonia da 2 miliardi, scadenza 2011:
....Questo avvenimento pone inquietanti domande sulla sostenibilità del debito pubblico (schizzato alle stelle in pochi mesi) per i paesi emergenti...o per quelli "sommergenti" ...
Non è che tutti hanno la linea diretta con i Cinesi o con le altre banche centrali per sostenere il proprio debito...
Non è che tutti hanno la propria banca centrale che stampa denaro dal nulla e si ricompra i propri titoli di stato...

Non è che tutti hanno la potenza economica e la credibilità degli USA....

C'è un intasamento colossale di emissioni di titoli di stato.
C'è un incremento dei debiti pubblici epocale.

C'è un esponenziale incremento del rischio sui debiti pubblici.

Chi avrà il potere di farlo manderà in BOLLA pure il debito pubblico.

Chi avrà il potere di farlo terrà gli interessi sul debito pubblico forzatamente bassi.

Mentre i vasi di coccio subiranno le conseguenze di una dura SELEZIONE e dovranno aumentare gli interessi.

E chissà che qualcuno non SALTI PER ARIA...

E' la legge della Jungla signori...


ADESSO GODIAMOCI gli ultimi aggiornamenti sull'EMBLEMATICO CASO dell'Islanda, uno dei SIMBOLI di questa Crisi.
Anche nei pisciatoi....

L’agenzia di rating Moody’s ha abbassato ancora la valutazione sui bond statali islandesi in valuta locale ed estera attribuendo a questi ultimi un giudizio di Baa3, l’ultimo livello che precede l’area “junk”.
L’agenzia di rating Moody’s ha abbassato ancora la valutazione sui bond statali islandesi in valuta locale ed estera attribuendo a questi ultimi un giudizio di Baa3, l’ultimo livello che precede l’area “junk” (quelle delle “obbligazioni spazzatura”).
La mossa allinea l’analisi di Moody’s con quella delle altre due grandi agenzie globali, Fitsch e Standard & Poor’s, che avevano già abbassato il giudizio sulle obbligazioni di Reykjavik a un livello equivalente.
A pesare sulla scelta di Moody’s c’è l’incertezza sul futuro del Paese.
Nonostante le ipotesi di recupero del sistema economico, infatti, i dati finanziari restano preoccupanti e le strategie di uscita dal collasso non sono ancora chiare.
Si stima che nel 2010 il rapporto debito/Pil dell’Islanda dovrebbe sfiorare il 150% grazie anche alla contrazione dell’economia (si parla di una riduzione del prodotto interno lordo pari al 7% alla fine del 2009).
Tra i motivi di grande preoccupazione c’è, inoltre, la precaria stabilità della valuta locale.
La corona islandese è soggetta a una progressiva svalutazione che alimenta la spirale inflazionistica del Paese.
Martedì, la banca centrale di Reykjavik ha abbassato i tassi interesse dal 12 all’11%. Un’operazione che contribuirà alla perdita di potere d’acquisto da parte della moneta nazionale.

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