Videmus nunc per speculum in enigmate. Un diario di navigazione nei mari (perigliosi) dell'informazione economico-finanziaria. Oltre i luoghi comuni e gli errori, oltre la dissimulazione e la censura, oltre i BLUFF(s) e le tifoserie. E' un Blog ("passionalmente") razionale&pragmatico di "filosofia macro-socio-economica" (il trading c'entra solo "incidentalmente"...o forse no...)
martedì 7 luglio 2009
La caduta rallenta
Ieri dagli USA un altro piccolo segnale di miglioramento e di rallentamento della recessione.
Frena la discesa dell'Indice ISM Servizi che tende a stabilizzarsi verso la stasi, dopo il crollo degli scorsi mesi e dopo la negatività che perdura ormai da tre trimestri.
L'Indice è sempre in negativo ma recupera dai 44 di maggio ai 47 di giugno (sopra le previsioni a 46) avvicinandosi al punto di parità (50).
La valanga di denaro messa in campo dalle Istituzioni per ora ha avuto il suo effetto: ha tamponato e rallentato la caduta libera di molti indicatori macro ma non ha ancora innescato una ripresa.
Decisivi i prossimi mesi per capire...
se gli indicatori macro faranno il salto di qualità da "meno peggio" a "positivo",
oppure se gli stimoli hanno solo causato un rimbalzo poco duraturo per poi regredire di nuovo,
oppure se siamo destinati alla schema radice quadra ovvero rimbalzino e poi encefalogramma piatto per parecchio.
Questi dati "meno peggio" Toro Drogato li ha già cavalcati fin troppo: adesso ci vuole qualcosa di più per riprendere a salire seriamente e con solidità, a parte le magie della bolla di liquidità.
Come ha detto recentemente il Presidente (catastrofista) della Banca Mondiale in una lettera inviata al nostro B. (ed in copia agli altri Leaders del G8):
...."I paesi del G8 non devono dare per scontato che la ripresa dell'economia mondiale sia vicina". Secondo Zoellick, gli interventi delle banche centrali e dei governi sembrano aver «interrotto la caduta dell'economia mondiale» stabilizzando i mercati finanziari e stimolando la domanda. Tuttavia «il 2009 resta un anno pericoloso. I recenti guadagni potrebbero svanire presto, e il ritmo della ripresa nel 2010 è tutt'altro che certo - ha scritto Zoellick - mi sono accorto che alcuni paesi sviluppati stanno ora valutando delle politiche che hanno come presupposto che la ripresa sia vicina. Ma per i paesi in via di sviluppo è ancora troppo presto per pensare a misure del genere»...
Ma vediamo nel dettaglio i sotto-indici dell'ISM Servizi come da tabella
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La contrazione continua ma al minore livello da 9 mesi e sono tre mesi di fila che l'ISM Servizi recupera verso la parità a 50 punti (sopra inizierebbe la ripresa).
L'attività di Business non-manifatturiera rallenta la sua discesa del 7,4% raggiungendo quota 49,8, quasi in parità mentre quella manifatturiera è a 52,5, leggermente positiva.
Anche i New Orders (nuovi ordini), che danno una indicazione sul futuro, rallentano la contrazione del 4,2% da 44 a 48,6.
Gli Inventories (inventari) invece dimagriscono da 47 a 45, il che potrebbe essere letto come una spinta per le aziende a produrre di più nei prossimi mesi.
Il sotto-indice Prices (prezzi) schizza dai 46,9 di maggio ai 53,7 di giugno, per la prima volta in positivo da ottobre 2008 grazie alla corsa delle materie prime, in primis del petrolio ovvero grazie alla speculazione...
La continua perdita di posti di lavoro ed il livello stagnante dei salari potrebbe però tagliare le gambe alla possibile ripresa.
Insomma ci sono vari segnali di stabilizzazione e rallentamento della contrazione; s'intravvedono i primi segnali di una timida ripresa. Un classico Green Shoot.
Ieri però le borse USA hanno ignorato il verde germoglio continuando a rimanere in negativo... fino a quando hanno recuperato sul risultato positivo dell'asta dei TIPS decennali (i titoli di stato americani indicizzati all'inflazione): negli ultimi tempi capita che gli indici scendano sul timore che precede queste aste, per poi tirare un sospiro di sollievo quando regolarmente arrivano solide richieste (questa volta un corposo bid to cover a 2.51, il migliore dal 2000) a fronte di rendimenti bassi (questa volta 1,92%).
In effetti logica vorrebbe che col deficit americano schizzato alle stelle, con il dollaro che scricchiola, con rendimenti da fame rispetto ad un rischio aumentato, questa aste di Titoli di Stato americani andassero un po' più deserte e costringessero lo stato USA ad alzare i rendimenti rendendo il finanziamento del debito (esploso) più difficile ed oneroso...
Ma "misteriosamente" tutti si fiondano a richiedere in asta T-Bond con rendimenti da fame...e dopo si festeggia lo scampato pericolo.
Da notare però come questa asta fosse di Titoli indicizzati all'inflazione, per cui la richiesta boom potrebbe anche essere interpretata come paura della futura inflazione...
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