mercoledì 27 maggio 2009

Fiducia o Speranza dei Consumatori?








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Ieri le borse UE hanno fatto un rally mirabolante recuperando in un'ora le perdite di 3 giorni, al traino della borsa USA in preda ad uno shopping compulsivo dopo alcune sedute in perdita o molto deboli.

La causa? O meglio il pretesto?
Un mirabolante dato dell'Indice di Fiducia dei Consumatori (quello delle aspettative e non della situazione presente):
dai 40 punti circa di aprile, ai 55 circa di maggio contro i 42 delle previsioni!
E' il maggiore rialzo mensile degli ultimi 6 anni ed il 4° maggiore rialzo in assoluto, un boom!
La fiducia è tornata ai livelli di settembre 2008, ai primi bagliori della Crisi...Insomma per i consumatori americani il peggio è passato e siamo tornati punto a capo, come se nulla o quasi fosse successo.

L'indice di fiducia sopracitato non è quello dell'Università del Michigan, che è considerato molto affidabile, ma è quello del Conference Board (una società privata di New York) ovvero un indice volatilissimo e mediamente trascurato dalle borse, a meno che non faccia comodo dargli un peso...
Notare in questo grafico le volatilissime montagne russe di questo Indice di fiducia al quale le borse hanno voluto dare fiducia...appunto...













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Che i consumatori USA siano dei fenomeni compulsivi da shopping e degli ottimisti al limite dell'ingenuità è cosa risaputa...Yes we can è il loro motto perfettamente intercettato da Obama nel suo slogan elettorale.
Ma qui siamo alla fantascienza...
"Guardando al futuro, i consumatori sono decisamente meno pessimisti di quanto non fossero all'inizio dell'anno e prevedono che nei prossimi mesi le condizioni economiche, il mercato del lavoro e i redditi miglioreranno", ha commentato Lynn Franco, direttore del Conference Board Consumer Research Center.
I consumatori americani sperano in cose di cui non c'è nemmeno traccia, nemmeno un piccolo segnale: la disoccupazione continua a salire a botte da 600mila licenziamenti al mese e continuerà a farlo per tutto il 2010 anche secondo le più ottimistiche previsioni.
I redditi stanno diminuendo secondo gli ultimi dati, come naturale conseguenza di un mercato del lavoro con eccesso di domanda e carenza di offerta.
Le spese personali continuano a diminuire come pure le vendite al dettaglio (anche se ad un ritmo di caduta rallentato) mentre il livello di risparmio degli americani è a livelli elevatissimi perchè in tempo di Crisi anche nella spendacciona Amerika i soldi si mettono nel porcellino...
Le uniche cose buone sono:
- la bolla delle borse che serve sempre a pompare l'ottimismo... soprattutto di non perdere la pensione visto che i fondi previdenziali USA sono strettamente collegati all'azionario...
- gli affaroni che si possono fare nei periodi di crisi grazie ai super sconti, alle super liquidazioni fallimentari, ai saldi da chiusura. Per esempio su un'auto Chrysler si risparmiano fino a 6000 dollari ed in giro negli USA nelle grandi catene commerciali si trovano sconti fino all'80%.
Questi fattori sono ottimi per pompare la fiducia nel breve ma non sono fattori durevoli che possano matematicamente trasformare la fiducia in una reale e duratura disponibilità a spendere e consumare.
Chi perde il posto di lavoro non sarà particolarmente gratificato dal super-sconto della Chrysler...
In tempi di Crisi più che indice di fiducia dei consumatori andrebbe rinominato in indice di speranza dei consumatori, che ha una correlazione con gli effettivi futuri comportamenti di consumo molto più labile che in altri periodi.
Anche attenti analisti americani se ne sono accorti, mentre i gestori ne hanno solo approfittato per speculare al rialzo in borsa pur avendo gli stessi dubbi.

Consiglio un'attenta lettura del mio articolo Indici di fiducia o fiducia negli indici? che già una settimana fa cercava di spiegare in modo approfondito "...una correlazione inversa tra effettivo impatto sui comportamenti reali dell'indice di fiducia e recessioni economiche: più le recessioni sono gravi più la fiducia rimane sulla carta ed influirà meno sui comportamenti reali...".

Infine vorrei far notare l'enorme sproporzione tra le previsioni a 42 ed il dato uscito a 55, un errore previsionale di oltre il 30%! Secondo me è un record nella storia di questo Indice...
Una sfasatura così grossolana o è un'ulteriore riprova della volatilità e della scarsa affidabilità dell'indice di fiducia del Conference Board...oppure.....mmmmmmm....non voglio pensare male.
Del resto la fiducia è un classico atteggiamento che tende ad auto-alimentarsi ma non può sfidare la realtà a lungo se poi non è la realtà stessa a migliorare.

E ieri dalla realtà è arrivata un'altra ramazzata...ma per le borse che scommettono sul futuro rappresenta solo "il passato", anche se nerisissimo.
L'indice S&P/Case Shiller è il più importante ed affidabile sull'immobiliare USA: è stato usato anche dal Tesoro come riferimento per lo stress-test sulle banche.
Ricordiamo che gli immobili in USA sono stati per anni il motore reale della crescita e dei consumi, molto più di un impalpabile indice di fiducia basato su sondaggi e sensazioni.... (vedi La verità sulla crescita del PIL americano ).
...l'ultimo aggiornamento sui prezzi delle case, non e' stato confortante.
Il rapporto Standard & Poor's/Case Shiller, l'indicatore che monitora il prezzo medio degli immobili nelle 20 maggiori citta' statunitensi, su base annuale e' risultato in calo del 18,70% nel mese di marzo.
Le attese degli analisti erano in media per una contrazione del 18,40%.

Nel primo trimestre la flessione e' stata del 19,1%, il peggior dato nella storia del dato.
Da quando hanno toccato il punto piu' alto nel secondo trimestre del 2006, i prezzi sono scesi del 32,2%
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AGGIORNAMENTO ORE 12
Ecco un'ottima spiegazione alternativa di quello che è successo ieri...di taglio più pragmatico-borsistico.
Un Rialzo Artificiale
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