Videmus nunc per speculum in enigmate. Un diario di navigazione nei mari (perigliosi) dell'informazione economico-finanziaria. Oltre i luoghi comuni e gli errori, oltre la dissimulazione e la censura, oltre i BLUFF(s) e le tifoserie. E' un Blog ("passionalmente") razionale&pragmatico di "filosofia macro-socio-economica" (il trading c'entra solo "incidentalmente"...o forse no...)
domenica 5 aprile 2009
La Trasparenza è morta...Viva la Trasparenza!
"Non conosco il bilancio di una società che non sia falso"...
La leggenda metropolitana narra che questa frase sia da attribuirsi nientepopodimeno che ad Enrico Cuccia, il mitico Presidente di Mediobanca, il fulcro per 40 anni della finanza e dell'economia italiane, l'eminenza grigia più potente della Penisola, la "vecchia volpe"...
Al G20 di Londra si è proclamata la nascita di una nuova crociata contro Paradisi Fiscali ed Hedge Fund, in nome della Trasparenza e delle regolamentazioni più severe e stringenti.
Allo stesso tempo negli USA si è celebrato il funerale della Trasparenza e del mark-to-market...
Infatti la Fasb (Financial Accounting Standards Board) ha votato a favore di nuove regole più morbide, relative all'applicazione della contabilità 'mark-to-market'. La nuova normativa darà alle banche maggiori libertà di giudizio nel valutare gli asset 'tossici'. (vedi Lo Strabismo delle Borse)
Vediamo cosa s'intende per M to M secondo la definizione di Wikipedia
Mark to market è l'espressione utilizzata per qualificare il metodo di valutazione in base al quale il valore di uno strumento o contratto finanziario è sistematicamente aggiustato in funzione dei prezzi correnti di mercato. Vuol dire anche "valutare secondo il mercato"...
Nell'ottica di stabilire la "verità dei bilanci" i principi contabili solitamente impongono di usare il mark to market per valutare attività e passività finanziarie. Questo principio diventa scomodo quando, come è successo nel 2007-2008 con la Crisi dei subprime, il mercato per molti tipi di titoli diventa illiquido...
Insomma gli asset tossici non li vuole più nessuno, il mercato non li vuole più...quindi il prezzo si avvicina allo zero e le banche devono svalutare, svalutare, svalutare tutta la fuffa che avevano prezzato come oro a bilancio.
E per buone ragioni: perchè sono prodotti di finanza strutturata inaffidabili e creati sul nulla od addirittura sulla frode come nel caso di AIG Londra (vedi AIG: il Re dei Buchi Neri).
Il sistema più trasparente è appunto quella di fare giudicare il valore al mercato che "ha sempre ragione": se il mercato non vuole più un asset è perchè lo reputa spazzatura.
Inoltre, altro fattore positivo, col mark-to-market i valori degli assets in pancia alla banche vanno aggiornati molto frequentemente, sempre in nome della trasparenza e della velocità che caratterizza i processi finanziari ed economici di oggi.
Sicuramente in mezzo agli asset tossici sono stati trascinati nel fango anche molti asset potabili a causa dell'enorme crisi di fiducia che ha invaso i mercati: è possibile che in certi casi il mark-to-market sia stato troppo penalizzante.
Tornare però alla via del mark-to-model, ovvero lasciare alle banche la possibilità di prezzare gli asset tossici secondo modelli astratti e quindi in modo arbitrario non è LA VIA GIUSTA.
Senza la TRASPARENZA non si riconquista la fiducia, non si riescono a fare le pulizie di primavera per poi ripartire con il mercato lindo e pulito...La casa sembra splendere, le borse festeggiano, ma la polvere è ancora sotto il tappeto...e si proteggono i fautori di questa crisi, gli si fornisce un alibi.
Paradossali e significative sono quindi le parole di quei mariuoli di Morgan Stanley "Psicologicamente e' una grande iniezione di fiducia", ha commentato Bucky Hellwig, vice presidente di Morgan Asset Management, riferendosi alla finalizzazione della regola di contabilita' degli asset "mark-to-market". "Probabilmente avra' l'effetto di allontanare la paura di un imminente collasso delle banche".
Tappare gli occhi al mercato è una grande iniezione di fiducia...Fantastico!
Sicuramente è una grande iniezione di fiducia per le banche...per gli investitori la chiamerei in un altro modo meno carino che però è sempre a tema con l'area dei glutei...
Anche il Sole 24 Ore due giorni fa scriveva:
...Fa discutere la decisione della Fasb (Financial Accounting Standards Board), il board della contabilità americana, di varare nuove regole, più morbide, relative all'applicazione del mark-to-market....Insomma, la nuova strada imboccata negli Stati Uniti ha come obiettivo la garanzia per le banche di valutare con maggiore libertà gli asset tossici. Ma per i critici questo è il sistema più sicuro per invitare i banchieri a insabbiare le perdite.....
...Le autorità hanno dato ancora una volta più credito ai banchieri di Wall Street che a Main Street(Ndr all'economia reale e produttiva)...
...Se la boccata di ossigeno accordata alle banche può sembrare una decisione deprecabile ma tutto sommato saggia (un male minore, di questi tempi: potrebbero esserci meno alibi sul stretta del credito), resta da vedere come una gestione più lassista dei bilanci possa riportare la fiducia sui mercati e tra gli investitori. E con che bilanci "reali" ci si sveglierà dopo che sarà finito il lungo incubo della recessione....
Naturalmente il nostro Tremonti ha preso subito la palla al balzo ed il giorno stesso ha dichiarato baldanzoso e soddisfatto:
"...L'Italia ritiene che l'Europa debba "allinearsi" subito alle norme contabili rese più flessibili negli Stati Uniti con il benestare dell’amministrazione Obama"
Sulla stessa posizione dell'Italia si trovano Francia e Germania, ha indicato Tremonti. Il ministro italiano ritiene che la Ue deve fare in fretta. Ciò per evitare uno svantaggio competitivo. "Il macchinismo politico dell'Europa" è lento rispetto alla capacità decisionale di cui danno prova gli Usa. La questione dell'accounting e della revisione di norme che aggravano la situazione quando il ciclo dell'economia peggiora è piuttosto complessa anche perché rimanda "a ideologie precise". Ciononostante una decisione a livello Ue va presa, secondo Tremonti, rapidamente...http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news...
Era da tempo che Tremonti scalpitava per la "castrazione" del mark-to-market e negli USA l'hanno ascoltato...
Gli concedo una buona dose di pragmatismo ed un'astuzia che di questi tempi non guasta: se lo fanno gli Americani dobbiamo farlo anche noi per non rimanere svantaggiati...se uno passa col rosso lo devo fare anche io per non rimanere indietro...
Però il "gene del commercialista" del nostro Tremonti riaffiora spesso e volentieri: per un commercialista fare il belletto ad un bilancio è un'arte, come pure fare apparire in bell'arnese elementi di bilancio che tanto belli non sono...E se regole meno stringenti favoriscono il compito del "truccatore di scena"...ben venga!
Del resto dall'assertore convinto solo qualche anno fa della "finanza creativa", solo recentemente messa in soffitta in nome del rigore nei conti pubblici, non ci si poteva aspettare un atteggiamento diverso.
Mentre ieri all'Ecofin
... L'Ecofin ha formulato una raccomandazione allo Iasb per modificare le regole contabili per l'iscrizione in bilancio degli asset sulla scia di quanto deciso negli Stati Uniti...
Lo Iasb, l'International accounting standards board, è l'organismo indipendente europeo che
redige le regole contabili. L'equivalente americano dello Iasb, il Financial accounting standards board (Fasb), si è piegato giovedì alle pressioni del mondo finanziario consentendo una maggiore flessibilità nella valutazione in bilancio dei titoli tossici, all'origine della crisi finanziaria.
"C'è stata la scelta indicativa di cambiare le regole contabili così come in America, così in
Europa", ha detto Tremonti. Il ministro ha confermato che l'Ecofin ha discusso delle ricadute che ci potrebbero essere per le società europee, banche in particolare, dalle nuove e più flessibili regole americane.
http://it.notizie.yahoo.com/4/20090404/tts-oittp-ias-ecofin-tremonti...
Tra l'altro su questa strada dell'allentamento regole (alla faccia dei principi stombazzati al G20 ma che valgono sempre per qualcun altro...) ci si era già mossi in ottobre con la modifica alle regole contabili UE dello IAS 39 che hanno permesso alle banche di cambiare colore alle trimestrali che da ROSSE sono diventate VERDI...
Di questa vicenda dimenticata (non a caso) ve ne parlerò prossimamente su questo Blog.
Un esempio di come è possibile valorizzare degli assets quando la Trasparenza viene messe in soffitta l'ho letto l'altro giorno su Libero Mercato in riferimento alle quote di Bankitalia in carico alle principali banche italiane.
Pochi sanno che Banca d'Italia è un'istituzione PRIVATA in mano alle banche e che le quote azionarie vengono valorizzate a bilancio nei modi più disparati, spesso a valutazioni stellari o comunque caratterizzate da scostamenti enormi da banca a banca. Un ottimo esempio di cosa succede quando è assente il mark-to-market...
...Per scoprirlo abbiamo dato così la parola ai bilanci delle 64 SpA proprietarie delle 300.000 quote di Banca d’Italia. Tra di esse, solo due sono soggetti pubblici (INPS e INAIL), mentre tutti gli altri sono banche private....(ed assicurazioni) ...si riflette inevitabilmente sui bilanci, nei quali appare fin troppo chiaro che non v’è certezza sul valore reale delle partecipazioni e sulla modalità di definizione del medesimo. Alcune Società valutano la partecipazione nell’Istituto di Vigilanza al costo, altre al fair value ed altre ancora evitano di stabilire una cifra per mancanza degli elementi necessari ad una corretta determinazione del prezzo. Tali stime “arbitrarie” si traducono in pesanti discrasie. Un esempio: il gruppo Intesa Sanpaolo, azionista numero uno di Banca d’Italia con il 40% del capitale...attribuisce alla propria quota un valore di oltre 550 milioni di Euro, ovvero circa 4.300euro per ogni quota posseduta. Unicredit, al secondo posto con il 22% circa del capitale, valuta la partecipazione circa 63 milioni di Euro, nemmeno 1000euro a quota. Chi ha ragione? Scorrendo la nostra analisi emergono esempi ancor più eclatanti. Come Banca Monte dei Paschi di Siena, che valuta ognuna delle sue 13.800 quote di Banca d’Italia Banca una cifra superiore ai 45.000euro a quota. O Banca Caripe, che per appena 8 quote ...ha scritto in bilancio una partecipazione di 1,7 milioni di Euro! (Ndr 212.500 euro a quota)...........
La Trasparenza è morta...W la Trasparenza!
Insomma, per risolvere il problema degli assets tossici, invece di fare pulizia anche in modo traumatico espellendoli dal sistema, invece di far pagare il conto sia ai responsabili sia ad azionisti e bondholder (con l'aiuto ed il supporto dello stato, ovvero la nazionalizzazione), invece di ristabilire in questo modo la fiducia e di tracciare un nuovo sentiero per il nostro futuro finanzairio ed economico,
si sta cercando in tutti i modi di "gonfiare" in modo artificioso il valore degli assets tossici, ovvero di trasformare "la fuffa" in oro.
Attraverso l'inganno del Piano Geithner (vedi Il Grande Inganno), attraverso la "castrazione del mark-to-market", attraverso la modifica delle regole contabili IAS 39 a favore delle banche (vi spiegherò meglio prossimamente), insomma attraverso un funerale in pompa magna della TRASPARENZA, a favore della quale si erano fatti enormi passi avanti negli ultimi anni.
Come sempre...tutto il contrario di quanto andrebbe fatto per trovare una soluzione sana, giusta e duratura.
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